Imprese, come conquistare i giovani talenti

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Sono circa 2 miliardi in tutto il mondo e costituiranno oltre il 30% della forza lavoro entro il 2025. Nativi digitali, imprenditori di se stessi e sempre connessi: sono i ragazzi della Generazione Z, i nati dal 1996 al 2010, che stanno entrando nel mondo del lavoro. Le loro aspettative sono molto diverse dalle generazioni che li hanno preceduti: non sognano il “posto fisso” perché sanno di non poterlo avere, non sognano le grandi aziende perché hanno paura di annoiarsi, non sognano di fare carriera a tutti i costi, perché sanno che ci sono anche altre priorità.

Ma quali sono gli ambiti su cui puntare per far esprimere al meglio il loro potenziale al lavoro? Secondo gli esperti al primo posto c’è l’investimento in nuove tecnologie, come sottolineato dalla Varkey Foundation di Londra che, intervistando oltre 20mila giovani da 20 paesi, ha evidenziato come l’84% creda che la tecnologia possa contribuire a costruire un domani migliore. Infatti i ragazzi non hanno paura dell’Intelligenza Artificiale, anzi sanno che può essere una loro alleata al lavoro mentre sono spaventati da qualsiasi lavoro che prevede una routine.

Questa è una generazione che è molto attenta anche ai valori etici e la Responsabilità Sociale è per il 94% degli appartenenti alla Generazione Z un aspetto prioritario nella scelta dell’azienda per cui lavorare. È quanto emerge da uno studio condotto da Sodexo sui Workplace Trend del futuro, presentato di recente in occasione dell’evento HR LAB – Human Capital Forum presso la LUM School of Management. “I nativi digitali della Generazione Z costituiscono una fonte di stimoli ed entusiasmo fondamentale per lo sviluppo e l’innovazione delle aziende – afferma Stefano Biaggi, Amministratore Delegato di Sodexo Italia.

Per Claire Madden, ricercatrice ed autrice del best seller Hello Gen Z: Engaging the Generation of Post-Millennials “Gli appartenenti alla Generazione Z riescono ad adattarsi facilmente al contesto lavorativo e non hanno paura di trasformazioni e transizioni. Hanno solo bisogno di un ambiente in cui possano esprimere il loro potenziale e riuscire a portare innovazione”.

Per questo risultano vincenti per loro tutte quelle organizzazioni che investono nella crescita del loro talento: mentoring per avere una guida saggia, piani di welfare per avere un buon livello di benessere e formazione continua perché questa è una generazione che ha imparato non solo a scuola ma anche continuamente sul web. Le soft skill più apprezzate dai giovani vanno nell’ottica della collaborazione e di uno stile di leadership poco gerarchico e più orizzontale. Vista la scarsità di giovani nel nostro Paese, è importante che le imprese strutturino programmi sostenibili nel tempo a beneficio dei giovani ma in generale anche di tutte le altre generazioni presenti in azienda.