Pink tax. Un nome fastidioso tanto quanto il suo contenuto. È stato definito così quel fenomeno per il quale alcuni prodotti dedicati espressamente alle consumatrici donne – come rasoi rosa e altre amenità – costerebbero di più rispetto degli equivalenti pensati per gli uomini. Qualche anno fa, quando la notizia aveva iniziato a girare anche tra le testate italiane, La Stampa aveva calcolato che “gli shampoo e i conditioner per capelli mirati a una clientela femminile costano in media il 48% in più di quelli diretti alla clientela maschile”. Mentre i jeans per donna costavano, secondo i calcoli del quotidiano “il 10% in più di quelli per uomini”.
Un rincaro che riguardava anche le biciclette (+6% rispetto a quelle per uomini) e i famigerati rasoi rosa come aveva twittato l’allora ministra per le Pari opportunità francese Pascale Boistard, a detta della quale “le confezioni di rasoi Monoprix destinate alle donne ne contengono cinque al costo di 1,80 euro, mentre quelle per uomini ne contengono 10 e costano 1,72 euro”.
Pochi centesimi, dirà qualcuno. Peccato che, di centesimo in centesimo, il risultato sia spese maggiori a fronte, va ricordato, di stipendi più bassi .
Essere donne sembra essere quindi un lusso (non richiesto). Un caso su tutti? L’aliquota Iva sugli assorbenti (la cosiddetta Tampon tax) pari a quella dei beni di lusso (22% contro quella ridotta al 4%). Come se avete il ciclo fosse un optional, una scelta volontaria che una donna fa di mese in mese e non qualcosa di inevitabile. Un’ingiustizia contro cui Onda Rosa ha lanciato, nei mesi scorsi, anche una petizione.
E se queste ragioni non avessero ancora convinto i più scettici, Idealo, portale internazionale di comparazione prezzi, ha fatto qualche calcolo per noi. Il risultato? La scoperta che i prodotti dedicati alle donne sono caratterizzati da una fluttuazione media del 49,6% contro il 33,5% registrato per i prodotti maschili.
Qualche esempio? Le scarpe da tennis femminili che, secondo Idealo, nell’arco di tre mesi sono vittime di oscillazioni di prezzo in media fino al 106,8%, mentre i costi di quelle da uomo variano al massimo del 46,1%. Stesso discorso vale per le scarpe da corsa (con variazioni del 67,8% per le donne e “solo” del 34,3% per gli uomini) e per le sneakers (72,7% per lei e 51,9% per lui).
La ricerca condotta da Idealo ha messo in luce oscillazioni maggiori anche per i profumi i profumi femminili che, sempre nell’arco di tre mesi, hanno registrato una variazione media dei prezzi del 19,2% contro il 9,8% di quelli dedicati agli uomini. Ma le donne rischiano di pagare di più anche per prodotti quotidiani come i deodoranti i cui prezzi, a differenza di quelli maschili, variano di oltre il 36%.
Quando inizieremo a farci i conti in tasca?