Donne sfruttate sessualmente, altre costrette a lavorare a lavori faticosi. Altre ancora, come nel caso di Irina, sfruttate due volte, di giorno nella faticosa raccolta dei pomodorini, di notte nel giro della prostituzione. E’ la piaga delle vittime della tratta, una forma di schiavitù che esiste oggi in Italia, coinvolge soprattutto donne, ma anche uomini e transessuali ed è, purtroppo, diventata un fenomeno rilevante. In attesa del secondo piano nazionale anti-tratta, entra nel vivo il bando da circa 24 milioni del Dipartimento delle Pari opportunità che scade l’11 febbraio. Domani ci sarà l’Infoday rivolto a tutti gli interessati a presentare progetti. Un evento, quello organizzato in mattinata alla presidenza del Consiglio, per fornire informazioni sul bando, le sue finalità e le modalità di presentazione delle proposte.
Ponari: “Impegnati su bandi e nuovo piano antitratta”
Il 26 febbraio 2016 il Consiglio dei Ministri ha adottato il primo piano d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani. Tuttavia, è dal 2000 operativo il sistema di protezione delle vittime di tratta, coordinato e co-finanziato dal Dipartimento per le pari opportunità. Il bando, afferma Alessadra Ponari, capo del dipartimento per le Pari opportunità, “è uno strumento essenziale per assicurare protezione e assistenza alle vittime di tratta e grave sfruttamento nel nostro Paese e per questo abbiamo incrementato le risorse a disposizione di quasi un milione e mezzo di euro. I progetti finanziati copriranno un arco temporale di 15 mesi, durante i quali ci impegneremo, anche attraverso la stesura del nuovo Piano d’azione anti-tratta 2019-2021, avvalendoci del contributo fondamentale delle istituzioni, ma anche delle associazioni e delle organizzazioni di settore che operano sul territorio, per rafforzare ulteriormente la strategia nazionale”.
Oltre mille le vittime prese in carico
Sono circa 20mila ogni anno le vittime di tratta che entrano nei sistemi di protezione e di assistenza in Europa. In Italia, a ottobre scorso, in occasione della giornata europea anti-tratta, risultavano 1137 le vittime assistite nell’ambito di progetti finanziati dal dipartimento per le Pari Opportunità. La cosiddetta ‘presa in carico’ comporta che le vittime vengano accolte in centri dove l’identità viene celata. Molte di loro collaborano con la giustizia, in caso di inchieste su eventuali sfruttatori e schiavisti, e vengono tutelate e protette alla stregua di un pentito. Per loro vengono inoltre creati progetti lavorativi. Al termine della fase della presa in carico, le vittime vengono man mano accompagnate lungo un percorso di autonomia, anche lavorativa.
L’identikit della vittima
La vittima di tratta per quasi il 90% è donna, per la maggioranza di nazionalità nigeriana. Dal primo gennaio fino a ottobre scorso i progetti antitratta italiani hanno valutato 1.627 casi di potenziali vittime. La tipologia di sfruttamento maggiore è quella sessuale (60,4%), seguita da quella lavorativa.
I fondi messi a disposizione dal governo
A partire dal 2016, in coincidenza con l’adozione del primo Piano nazionale contro la tratta e il grave sfruttamento, i fondi messi a disposizione per l’attuazione dei progetti di protezione delle vittime sono andati via via aumentando. Erano otto milioni l’anno fino al 2015, sono passati a circa 15 milioni per 18 progetti della durata di 15 mesi, fino ad arrivare a 22,5 milioni stanziati nel 2017 per 21 progetti. Oggi sono appunto circa 24 milioni.
Per le vittime di tratta è stato attivato un numero, verde, gratuito: 800 290 290