Toglieteci tutto, ma non la Sanità: siamo tra i migliori del mondo

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Difficile pensarlo, quando leggi sui giornali certe storie di insetti in corsia, di errori al pronto soccorso, di mesi d’attesa per fare la Tac. Eppure, l’Italia è uno dei migliori Paesi al mondo dove farsi curare. Lo dice l’agenzia Bloomberg, che ha messo insieme i dati elaborati dalle più importanti istituzioni del settore: Organizzazione mondiale della sanità, Onu, Banca Mondiale, Fondo monetario internazionale. Per il rapporto costi-benefici – quanto cioè spendo per il sistema rispetto a quanto riesco a mantenere elevate le aspettative di vita di una nazione – l’Italia per l’esattezza è al quarto posto nel mondo. E ha pure guadagnato posizioni, nonostante tutti gli scandali più o meno recenti di malasanità.

Il  massimo, secondo Bloomberg, sarebbe andare a farsi curare a Hong Kong, o meglio ancora Singapore: qui l’aspettativa media di vita si aggira rispettivamente sugli 82,7 e addirittura gli 84,3 anni, ma la spesa sanitaria media per un cittadino rimane ben al di sotto di quella americana. Negli Usa la Sanità – privata – costa oltre 9.500 dollari a testa, per poi assicurare una vecchiaia media che non supera nemmeno quota ottant’anni. Per raggiungere gli stessi 79 anni, alla Repbblica ceca basta spendere meno della metà.

Meglio di noi, oltre alle due città asiatiche, fa soltanto la Spagna. Nemmeno l’Inghilterra del glorioso Nhs riesce a tenere il passo, anzi con l’altro Brexit rischi addirittura di arretrare ancora. L’Italia peraltro – ricorda sempre la Bloomberg – è anche il Paese più sano a mondo, non solo uno di quelli dove le cure producono tra i risultati migliori.

Se vi trovate in vacanza in Thailandia, dormite sonni tranquilli: la sanità di Bangkok ha risalito ben 14 posizion nella classifica. Merito anche dei forti investimenti nel turismo sanitario, che hanno migliorato le strutture e aggiornato le competenze professionali dei medici locali. In Sudamerica il posto migliore dove farsi curare è il Cile, dove il governo ha recentemente aumentato la quota di spesa pubblica destinata alla Sanità. Mentre in Medio Oriente i migliori restano gli israeliani – peraltro sesti al mondo – anche se gli Emirati Arabi Uniti costituiscono un’ottima alternativa in campo arabo.

Per una volta, insomma, il nostro Paese sembra portatore sano di record positivi. Difendiamola, allora, la nostra Sanità: non solo dagli sprechi e dalle inefficienze, ma anche da chi la vuole tagliare.

salute

  • Raffaele |

    egregio Sig. Acciaroli , mi permetta di notare che , in molte regioni, i privati sostengono grosse percentuali di assistenza sanitaria….Abbia pazienza se poi, tentano anche di guadagnare qualche soldo…..la verità è che i privati costano 1/5 dei pari nel pubblico, sono controllati all’inverosimile e pagati poco e male……in ultimo , giacché i loro fatturati sono tutti dichiarati al fisco, quando messi in condizione di pagare le tasse, sono tra i migliori contribuenti e tra quelli che davvero “fanno girare” l’economia. ….La saluto

  • Acciaro Massimo |

    Imprenditori utilizzano le Strutture Sanitarie Accreditate per farsi Campagna Elettorale. La Sanità deve essere Pubblica o Privata il Sistema dell’Accreditamento è un tumore devastante per la fiscalità collettiva ed una manna per i privati.

  • Gabriel |

    E’ evidente che non conosce la sanità pubblica del terzo mondo e sopratutto, per sua fortuna, non ne ha mai usufruito… Gli italiani si lamentano sempre ma, non ostante tutto, siamo molto fortunati!

  • Italiana all'estero |

    Ma se per andare in ospedale ci vuole una badante… chi ha compilato questa classifica? All’estero non ci sono le badanti, ma le infermiere….

  • Sergio Caserta |

    Bene, è assolutamente indispensabile contrastare il peggioramento in atto, in particolare con i ripetuti tagli e la diminuzione del personale. Non dimentichiamo che siamo stati in passato all’avanguardia in altri settori portanti, trasporto ferroviario e scuola pubblica e siamo precipitati, non dimentichiamo le.differenze enormi ancora esistenti tra diverse zone.del Paese. Non ci crogioliamo

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