Millennials, le donne economicamente più indipendenti della storia

Sono cresciuta con le Spice Girls che dichiaravano al mondo il loro “girl power”. Poi sono arrivate le Destiny’s Child che con “Indipendent women” ricordavano alle ragazze di essere indipendenti, sentimentalmente e soprattutto finanziariamente.

É difficile definire femministi questi gruppi ma le componenti avevano un’immagine forte e il loro lavoro spesso era dedicato all’ “empowerment femminile”. Cantavano di donne schiette che si sottraevano al controllo da parte di un uomo. Rifiutavano l’idea che il potere fosse solo prerogativa maschile. Erano, insomma, d’ispirazione alle ragazze che volevano raggiungere successo (anche quello finanziario) e libertà.

moneyOggi come allora non è facile essere indipendenti, specialmente in un mondo in cui le donne sono pagate meno delle controparti maschili. Tuttavia avere ascoltato a ripetizione “Just a girl” dei No Doubt o “Survivor” delle Destiny’s Child ha dato i suoi frutti tra le trentenni di oggi e, più in generale, tra le appartenenti alla generazione Millennials. Oggi infatti sono loro le donne economicamente più indipendenti della storia: si laureano più degli uomini; il 71% di loro lavora (almeno negli Stati Uniti) e si sposano sempre più tardi per concentrarsi sulla carriera.

Partiamo dalla scuola. Oggi in Italia, secondo gli ultimi dati Istat, i giovani adulti sono più istruiti rispetto alle generazioni precedenti. Questo riguarda soprattutto le donne che, non solo registrano un livello d’istruzione più alto rispetto al passato, ma studiano anche più dei coetanei uomini: il 63% ha almeno un titolo superiore (contro il 58,8% degli uomini) e il 21,5% ha una laurea (contro il 15,8% degli uomini) e per ridurre il gap di genere salariale il titolo di studio è una leva importante.

La tendenza è internazionale, come testimonia il Pew Research Center. Nel 2017 tra i giovani di età compresa tra i 21 e i 36 anni, le donne che hanno conseguito almeno un diploma di laurea sono superiori del 7% rispetto agli uomini (36% contro il 29%). Il sorpasso è avvenuto con la generazione dei nati tra il 1965 e il 1980. Sono state infatti le donne della Generazione X a superare gli uomini per livello di istruzione con un vantaggio di 3 punti percentuali.

Passi in avanti sono stati compiuti anche nel mondo del lavoro. Sempre secondo i dati del Pew Research Center nel 1965 le donne che non lavoravano erano la maggioranza (il 58%). Oggi la situazione è ribaltata. Il 71% delle giovani Millenials ha una occupazione, contro il 26% che non partecipa alla forza lavoro. In questo caso però l’Italia non brilla per risultati: è vero che i dati sull’occupazione femminile sono i più alti di sempre ma l’Italia rimane uno dei paesi con i valori più bassi d’Europa (il 49,3% contro una media del 62,4%); siamo penultimi dopo la Grecia. E preoccupano le neet che non studiano e non lavorano. Nella fascia di età dai 25 ai 34 anni è inattiva una giovane su tre. Una percentuale che non è cambiata rispetto a 15 anni fa.

È una tendenza internazionale invece quella che vede le donne posticipare il matrimonio. Nel 1965 l’età media per il primo matrimonio era 21 anni per le donne, 23 per gli uomini. Nel 2017 queste cifre sono salite a 27 per le donne e 29,5 per gli uomini. Quando viene chiesto ai giovani il motivo di questo ritardo il 29% dice di non essere economicamente pronto, il 26% afferma di non aver trovato qualcuno con le qualità che sta cercando e un ulteriore 26% afferma di essere troppo giovane e non pronto a sistemarsi.

L’insieme di questi fattori favorisce una maggiore emancipazione femminile che non è solo un vezzo di questi tempi ma una necessità. In una intervista a Forbes Carrie Schwab-Pomerantz, senior vice president della banca e società di brokeraggio Charles Schwab Corporation, ha spiegato: “La longevità sommata alla discriminazione salariale e di opportunità fa sì che queste donne debbano lavorare di più; risparmiare di più ed essere responsabili delle loro finanze”.

Negli ultimi anni le donne hanno compiuto grandi passi in avanti sulla via dell’emancipazione; basti pensare che prima del 1975 negli Stati Uniti una donna sposata non poteva nemmeno avere una propria carta di credito. Soprattutto in Italia però c’è ancora molto da fare anche solo per raggiungere i livelli europei di istruzione e occupazione femminile. Come cantava Beyonce già 18 anni fa “…ladies it a’int easy bein independent“.


A Ottobre 2018 parte il Mese dell’educazione finanziaria
L’iniziativa del Comitato per l’educazione finanziaria diretto
da Annamaria Lusardi è rivolta a tutti i potenziali organizzatori
di iniziative di sensibilizzazione ed educazione finanziaria
.

Alley Oop dedicherà, in questo mese, approfondimenti

sul tema dedicati in aprticolare a giovani e donne.