#illavorochenoncè spesso è quello delle donne. In Italia, per esempio, gli ultimi dati sull’occupazione danno quella maschile al 67% e quella femminile solo al 49,3%, una delle più basse di tutta l’Europa. Ieri l’Istat ha comunicato i dati sul lavoro di marzo: se la disoccupazione – all’11% – non è mai stata così bassa dal 2012, e se in un solo mese sono stati creati 62mila nuovi posti di lavoro, i numeri scomposti per sesso ci dicono che per gli uomini si sono aperti 81mila nuovi impieghi, mentre per le donne se ne sono chiusi 19mila. Insomma, è la media del pollo.
Come aumentare l’occupazione femminile è la grande domanda del secolo. Poi però capita di imbattersi nei giornali australiani e di scoprire un’autentica magia. Secondo l’istituto di statistica locale, nell’ultimo anno in Australia sono stati creati 400mila nuovi posti di lavoro. E già questo, di per sè, costituisce da solo un mezzo miracolo che avrebbe fatto impallidire il Berlusconi della prima ora, se consideriamo che gli abitanti dell’Australia non arrivano a 24 milioni. Ma la vera alchimia sta nel fatto che la maggior parte di questi posti di lavoro sono stati occupati proprio dalle donne. Quattrocentomila impieghi creati in un anno e 300mila nuovi posti di lavoro occupati dalle donne in un anno e mezzo: significa che quella che corre, in Australia, è l’occupazione femminile.
Com’è possibile? I media locali ipotizzano un cocktail misto composto da incentivi al part-time, leggi federali che favoriscono la flessibilità e la conciliazione famiglia-lavoro, un aumento delle assunzioni nei comparti, per esempio quello della salute, a tradizionale maggioranza femminile. Quale che sia la ricetta, il risultato è che in Australia il tasso di occupazione delle donne supera ormai il 60%. Ed è in crescita per tutte le fasce d’età, anche quella più difficile delle donne tra i 55 e i 64 anni. L’unico gruppo che resta stabile è quello delle ragazze tra i 15 e i 24, ma questo è solo un buon segno: significa che le australiane studiano a lungo, per accedere a posti di lavoro più qualificati e a retribuzioni più elevate.
È grazie all’aumento dell lavoro delle donne, che l’Australia sta tornando ai livelli occupazionali del 2010. Un’età dell’oro, quando l’industria mineraria del Paese era all’apice del suo successo e trainava l’intera economia. Il tasso di disoccupazione a Sidney e dintorni? Strabuzzate pure gli occhi, è al 5,6%.