Rebel Architette, i volti femminili dell’architettura italiana

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Il 2017 è sicuramente un anno da ricordare per le professioniste italiane dell’architettura. Prima per il timbro ufficiale “Architetta” approvato dall’Ordine degli Architetti di Bergamo su richiesta di Silvia Vitali, assieme alle colleghe Francesca Perani e Mariacristina Brembilla, poi per un importante progetto di catalogazione online delle professioniste del settore – RebelArchitette – ideato proprio da Francesca Perani, 45 anni, architetta, docente allo IED di Milano.

Da dove nasce quest’idea? “Nel 2010 ero consigliera e vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Bergamo e proprio in quel periodo decisi di fondare il gruppo di ricerca ‘Archidonne’ per individuare problematiche di genere nella nostra professione. Scelsi quel nome perché all’epoca il termine ‘architette’ non era molto diffuso. Insieme a me in questo progetto anche Arianna Foresti e Sandra Marchesi, entrambe architette, e un team di 30 membri per indagare i problemi di conciliazione famiglia-lavoro e per dare risalto alle professioniste iscritte all’ordine, valorizzando i loro profili e i loro progetti. Inoltre grazie al lavoro del gruppo Archidonne l’ordine di Bergamo è stato il primo in Italia ad attuare l’esenzione dalla quota di iscrizione annuale per neo-padri e neo-madri e a suggerire ed attuare la parità di genere all’interno del Consiglio”.

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Cosa è successo dopo l’ufficializzazione del timbro al femminile? “Non sappiamo se di fatto altri Ordini in Italia abbiano deliberato in favore del timbro “Architetta”; quello che è certo è che la risposta mediatica è stata ottima, soprattutto sui social network dove c’è stato un forte dibattito sull’uso del termine al femminile, un termine che peraltro esisteva già ma che andava comunicato e compreso. Il nostro intento era quello di favorire il cambiamento nella parità di genere attraverso l’uso del linguaggio”, chiarisce l’architetta bergamasca.

Forte del riscontro positivo sui social network nasce così l’idea di “Rebel Architette”: “Abbiamo creato un gruppo di lavoro no profit a sostegno della professione femminile partendo dal network creatosi negli anni attorno al mio studio. Al momento siamo un team redazionale di 14 architette, età media under 35, con base a Bergamo ma dislocate tra Italia, Scozia e Grecia. Il nostro obiettivo è quello di creare una preziosa banca dati – in inglese – che possa mettere in luce l’eccellenza di professioniste della progettazione nazionali e internazionali, selezionate dalla nostra redazione o tramite candidatura spontanea. Ogni giorno sulla pagina Facebook Architette pubblichiamo la biografia di una progettista unitamente a fotografie dei progetti realizzati. Ma non solo. C’è grande attenzione alla qualità dei progetti ma anche all’impegno nei confronti della collettività: se l’architetta in questione è stata parte di una giuria, sostiene la parità di genere o è docente i punti in suo favore aumentano”. L’obiettivo finale del progetto?Essere di ispirazione per le studentesse e per le giovani professioniste (anche tramite attività di mentoring), promuovere e diffondere la diffusione del termine Architetta, monitorare giurie e conferenze declinate solo al maschile per incentivare un panorama professionale più eterogeneo e equo”.

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Perché proprio Facebook per divulgare il progetto? “I social network sono più immediati per arrivare alle nuove generazioni, nostro primo target. La necessità di creare il database è altissima, Rebel Architette parte sui social per diventare un libro digitale sfogliabile online, che aggiorneremo ogni sei mesi e che ci auguriamo possa diventare uno strumento consultabile dalle giurie e dagli organizzatori di eventi. Vorremmo evitare il ripetersi di situazioni tutte al maschile come la conferenza di chiusura della Biennale di Architettura 2016 presieduta da Alejandro Aravena e composta da soli uomini”.

Rebel, perché? “Perché siamo attiviste digitali. Stiamo lanciando una provocazione, sapendo che il duo di architette irlandesi Grafton curerà la Biennale di Architettura 2018 a Venezia. Il nostro augurio è che nel Padiglione Italia ci sia un’alta rappresentanza di donne professioniste. Il progetto vedrà il suo compimento con la pubblicazione di 365 biografie di architette operanti in tutto il mondo proprio in concomitanza con l’apertura della Biennale 2018”.

Rebel Architette è un lavoro delle donne, per le donne: “Il sodalizio fra le donne può aiutare a risolvere una situazione che per anni è rimasta identica, anche a livello internazionale. Stiamo collaborando con il portale Divisare e la responsabile editoriale Domenica Bona per ampliare il nostro database e con Wikidonne per inserire le biografie delle architette su Wikipedia, al momento non presenti. Cecilia Robustelli dell’Accademia della Crusca ci supporta sul lato linguistico. Durante questi mesi di ricerca ci siamo rese conto di altre associazioni internazionali attente alla tematica, come Parlour in Australia o Un día Una arquitecta in Spagna. Io ci credo veramente, il cambiamento può esserci ma va sollecitato e in questo il potere della rete e della condivisione è la base di tutto”.

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Il team editoriale Rebel Architette. Da sinistra in alto : Francesca Perani, Anna Serafini, Caterina Pilar Palumbo, Tatiana Vinciguerra, Giulia Baroni, Silvia Carrara, Martina Colombari. Da sinistra in basso: Domenica Bona, Ilenia Perlotti, Marta Brambilla, Mary Kaldani, Elena Fabrizi, Claudia Manenti, Giusy Paterno. Nel gruppo anche Giovanna Bosis