Tutti conosciamo quel giochino dell’Enigmistica che si chiama “Aguzzate la vista”. La vedete quella bandierina tricolore, nel grafico qui sotto? Sì, proprio quella bianca, rossa e verde laggiù, in basso, appena sopra all’Ungheria e immediatamente dopo l’Arabia Saudita. A fianco è indicata la percentuale di laureati: in Italia sono il 28% della popolazione. Pochi, molti meno della media dei Paesi OCSE, che è del 38%; clamorosamente meno della prima in classifica, l’Australia, dove i dottori sono il 60%. Eccola qui, la fotografia impietosa del livello di istruzione superiore nel nostro Paese. Probabilmente, l’avete letta su tutti i giornali di oggi, visto che l’Ocse ha appena dato alle stampe l’edizione 2017 di Education at a glance, il report annuale sullo stato dell’arte dell’istruzione nei paesi membri dell’Organizzazione.
Insomma, i professionisti che devono progettare e gestire il mondo di domani non escono dalle fucine italiane. Chi li forma, allora? Stando ai dati dell’Ocse, i messicani mostrano una decisa predilezione per lo studio dell’ingegneria: il 27% di coloro che si sono immatricolati all’università nel 2015 ha scelto proprio questo percorso, rispetto a una media OCSE del 16%. La medicina invece è un tarlo delle matricole belga, un quarto delle quali si è imbarcata nel lungo percorso che le porterà a lavorare fra le corsie d’ospedale. In Germania, in compenso, gli iscritti a Medicina sono solo il 6%, la quota più bassa fra tutti i Paesi OCSE. La Corea del Sud è la patria delle Arti, con il 17% delle matricole che scelgono questo percorso umanistico. Mentre Israele detiene un doppio primato: quello degli iscritti alle Scienze sociali (giornalismo incluso), pari al 17% di tutte le matricole, e quello di chi sceglie il percorso per diventare insegnante, pari a ben il 20% dei nuovi iscritti, contro una media OCSE del 6% soltanto. L’Ict? Parla estone, ça va sans dire. Mentre la matematica e le scienze naturali trovano il loro terreno più fertile in Gran Bretagna, dove vengono scelte dal 15% delle matricole.
Fino a qui i dati generali. Come sempre, invece, ora guardiamo solo alle donne. In quali Paesi, e per quali materie, hanno raggiunto la tanto agognata parità? E qui ci sono due notizie, una buona e una cattiva. Quella buona è che tanto in Matematica e statistica, quanto in Economia le studentesse hanno sfondato il tetto di cristallo e rappresentano almeno il 50% dei nuovi iscritti all’università (o quanto meno così dice la media per i Paesi OCSE). La cattiva notizia, invece, è che tra le matricole di Ingegneria sono ancora solo il 24% e tra quelle di Informatica addirittura il 19%.
Poi, naturalmente, ci sono le eccezioni. Come l’Islanda, per esempio, dove le iscritte 2015 a Ingegneria sono state il 37% del totale, 13 punti in più oltre la media (in compenso, in Giappone sono state solo il 13%). Mentre la palma delle nerd a sorpresa va alla Turchia, dove il 29% delle nuove iscritte ai corsi universitari di Ict sono donne.