Per i Millennials viaggiare è un’esigenza, tra social ed esperienze

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Wanderlust“. È una parola tedesca intraducibile. È l’impulso irresistibile a viaggiare: esplorare luoghi nuovi, conoscere nuove culture, mettere la propria vita in uno zaino e partire. E descrive benissimo la generazione dei viaggiatori Millennials, tra i 18 e i 35 anni. I giovani amano viaggiare e con le loro abitudini e preferenze stanno ridefinendo questo mondo.

Priorità – Partire non è un lusso ma un’esigenza. Secondo un report del Boston Consulting Group, la generazione Millenials è più interessata a viaggiare all’estero rispetto alle precedenti (70 per cento contro il 48). E le Nazioni Unite fanno una stima: oggi i giovani turisti sono 200 milioni e generano più di 180 miliardi di dollari di fatturato annuale nel turismo. Un incremento di quasi il 30% rispetto al 2007. Complici le distanze che si sono accorciate e uno stile di vita più libero (senza figli e non ancora professionalmente stabili), i Millennials hanno maggiore flessibilità per organizzare i propri viaggi. E proprio la poca stabilità professionale li porta a preferire spendere i propri soldi per esplorare il mondo piuttosto che per il mutuo di una casa o l’acquisto di un auto. Meglio viaggiare oggi, che risparmiare per un futuro incerto.

selfieSocial – Siamo una generazione iperconnessa. Immagini e storie di luoghi esotici ispirano sogni e destinazioni nel cassetto. Secondo Forbes, i giovani viaggiatori si affidano ai social media non solo per condividere i propri ricordi con gli amici ma anche per scegliere la destinazione dove organizzare una visita. Il 15% per cento dei Millennials ha riferito di essere stato fortemente influenzato dai post di Facebook e il 13% da Instagram. Durante il viaggio.

Esperienza memorabili – Un altro aspetto su cui si concentra il report delle Nazioni Unite è la tendenza dei giovani viaggiatori alla ricerca dell’autenticità. Taleb Rifai, il Segretario generale dell’UNWTO (l’Organizzazione mondiale del turismo), ha dichiarato: “Questi giovani viaggiatori sono ecosostenibili, tendono a rimanere più a lungo e ad interagire più strettamente con le comunità che visitano rispetto al turista medio. In questo senso, i viaggi dei giovani sono tra i percorsi più promettenti verso un settore turistico più responsabile e sostenibile”. I Millennials non fanno vacanze ma viaggi. Anche il “come” spendere i propri risparmi definisce la loro identità. E così un viaggio diventa l’opportunità per imparare qualcosa di nuovo. Personalmente quando viaggio sono alla ricerca di un’esperienza autentica: assaggiare il cibo locale, farmi consigliare dagli abitanti del luogo, impiegare il tempo per attività che a casa non farei e magari perdere un po’ di tempo vagando senza meta. Insomma, vivere il più possibile come una persona del luogo. Meno souvenir, più avventura!

Oculati – Viaggiare implica una scelta: rinunciare ad una cena fuori o ad un capo d’abbigliamento nuovo per risparmiare in vista della partenza. Il portafoglio non è certo gonfio, soprattutto quello di chi ha appena iniziato a costruire la propria carriera. E allora i viaggiatori Millennials si sono fatti furbi esplorando destinazioni meno mainstream; pianificando per tempo i loro itinerari e confrontando prezzi. Con internet a portata di pollice è più facile cercare la scelta più vantaggiosa possibile. Anzi, questo passaggio diventa già parte della vacanza. Andare a caccia dell’offerta più conveniente. La preparazione dell’itinerario. Riempirsi gli occhi con le immagini dei luoghi in cui si andrà.

Ecco, tutto questo è “wanderlust”.