Domande su Brexit? Qualche risposta da Massimiliano Mazzanti, Console Generale Italiano a Londra

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“Vengo a fare l’università in UK?” mi chiede mia sorella diciassettenne. “Accetto una proposta di lavoro a Londra?” mi domanda un mio amico belga. “Puoi prendere il passaporto inglese?” mi sollecita un collega britannico. Nel mio piccolo, questi dubbi post-Brexit sono probabilmente rappresentativi di quelli di tanti italiani che stanno considerando di venire a studiare/lavorare in UK, e quelli che sono qui e che temono di essere mandati via. E così ho pensato, in cerca di qualche risposta, di andare direttamente dall’autorità in materia: il Console Generale d’Italia in Inghilterra e Galles, Massimiliano Mazzanti.

L’ho incontrato nel suo ufficio all’ultimo piano del consolato, nel cuore di ‘Little Italy’, una zona che nell’800 era punto di approdo di immigrati, compresa la prima comunita’ italiana, e di illustri rifugiati politici Risorgimentali quali Mazzini.

Stiamo per diventare il primo consolato al mondo per numero di iscritti all’AIRE: oltre 290.000 ad oggi, ma che diventeranno presto ben oltre 300.000, anche se sospettiamo che solo 1 su 2 connazionali sia veramente iscritto all’anagrafe quindi i numeri potrebbero essere di magnitudine molto diversa”, dice con un sorriso a metà tra l’orgoglioso e il sopraffatto il Console. Per conoscere gli alti e bassi della comunità italiana a Londra, dalla crisi economica che ha visto un picco di immigrazione Italiana a Londra, fino alle recenti vicessitudini legate alla Brexit, non c’è persona migliore di lui.

Insediatosi nel 2013 e quasi a fine mandato, mi dà qualche altro dato per aiutarmi a capire la situazione: “Rilasciamo, tra rinnovi e rilasci ex-novo, una media di 2.500 passaporti al mese, il numero piu’ elevato dell’intera rete diplomatico-consolare. Gestiamo anche l’inscrizione all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, NdR) dei connazionali che si trasferiscono qui. Con il referendum sulla Brexit, le iscrizioni mensili all’AIRE sono passate da 1.800 a oltre 3.000 al mese”.

Flusso aumentato di immigrazione italiana post-referendum? “No, al contrario, il referendum sulla Brexit ha prodotto un effetto deterrente, creando incertezze e dubbi. I numeri si spiegano con l’”emersione” dei nostri connazionali non iscritti all’AIRE, che si sono resi conto solo ora della necessita’ di essere ‘in regola’ con le Autorità italiane, anche per rinnovare i propri documenti di identita’ ora che i controlli alle frontiere vengono condotti con crescente attenzione, specialmente nei confronti dei connazionali che viaggiano con la carta d’identità cartacea.”

Agli italiani che vogliono richiedere la cittadinanza inglese il console consiglia pazienza. “Il processo al momento è molto complesso ed è facile sbagliare qualche cavillo della lunga application. Se l’Home Office (Ministero dell’Interno, NdR) rifiuta l’application una volta, sarà molto più difficile ottenerla successivamente. Ho fiducia che l’accordo sul destino dei cittadini UE residenti in UK possa essere raggiunto in maniera equilibrata e pragmatica, così da rendere il processo di acquisizione della nazionalità o del permesso di soggiorno permanente più facile per i cittadini UE. L’amministrazione inglese, con cui l’Ambasciata si confronta regolarmente, è dotata di buon senso e ritiene il negoziato sullo status dei cittadini  UE una priorità.”

E per quelli come me, che sono qui in UK e non sanno bene che pesci pigliare? L’Ambasciatore d’Italia a Londra, Pasquale Terracciano, si è subito reso conto che c’è bisogno di un momento di confronto e di riunione della comunità Italiana. “Insieme abbiamo deciso di trasformare Primo Approdo, incontro mensile di orientamento originariamente previsto per i nuovi arrivati qui a Londra, in “Primo Approdo Brexit. L’idea è di informare periodicamente gli Italiani residenti in UK sulle questioni – lavoro, fiscalità, accesso alla sanità, al mondo universitario, mercato immobiliare ed altro – su cui Brexit potrebbe avere un impatto”. Già molte domande sono state raccolte nella sezione Help Desk- FAQ della pagina dell’Ambasciata d’Italia.

Insomma molte speculazioni? “Ovvio, fino al momento della conclusione dei negoziati restano molte domande aperte. Negli incontri di Primo Approdo Brexit cercheremo di spiegare gli ultimi sviluppi senza pretendere di avere la sfera di cristallo. Dal 2014 ad oggi Primo Approdo ha visto la partecipazione di oltre 1.000 giovani italiani con feedback molto positivo. Ci auguriamo che anche questa nuova versione sia altrettanto utile”.

Per concludere, il Console ricorda che, in fondo, Brexit non è ancora successa: “Finchè il Regno Unito non esce ufficialmente dall’UE, tutto resta come prima. Quindi il compito delle istituzioni italiane a Londra è anche quello di rassicurare la nostra comunità ed informarla in maniera oggettiva per prevenire panico o atteggiamenti basati semplicemente sul sentito dire”.

Insomma, un po’ alla britannica: ‘Keep Calm and Carry On’.

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