Chi sono i “bystanders”?
Secondo l’Harvard Business Review, sono “persone comuni che, quotidianamente, si rivelano
assenti proprio nel momento in cui ci sarebbe da alzarsi in piedi per fermare certi comportamenti. Non fanno abbastanza gli uomini che fanno quel che possono per evitare di usare stereotipi e discriminazioni verso le donne.
Mi spiace, cari gentiluomini, ma così è troppo facile. Le colleghe, in particolare quelle che si affidano a mentori uomini, hanno bisogno che questi si facciano anche guardiani attivi di eventuali disparità di trattamento, che siano vocali e fattivi quando emerge qualche comportamento discriminatorio, irrispettoso o molesto.
E’ essenziale che anche gli uomini vedano i propri colleghi alzarsi, protestare e additare con sdegno certi comportamenti. Che le donne siano presenti quando avviene… oppure no. Altrimenti… è più difficile di quel che dovrebbe essere. Cosa? Tutto.
È così che ti accorgi di non essere la “specie dominante”: niente è fatto a tua misura, ma non solo. È come ti trattano le persone, più di tutte quelle che “non discriminano”. L’effetto peggiore lo producono proprio loro: quelli che non fanno niente né “contro” le minoranze… né a loro favore. In inglese si definisce, appunto, un “bystander”: sta silenziosamente a fianco di chi ha comportamenti discriminatori e non li rafforza né li reprime. Semplicemente, non sono affari suoi: lui (o lei) vive secondo le regole, lui (o lei) non fa nulla di male.
Nel mondo c’è una discreta percentuale di persone, per esempio, sessiste o razziste. Poi c’è una sostanziosa percentuale di persone discriminate attivamente perché, in qualche modo, minoranza. C’è infine una maggioranza che non prende posizione. Come se fosse possibile, poi, non avere una posizione: l’ingiustizia profonda che la prepotenza della maggioranza produce sembra non riguardarli. Intravedono alcuni difetti del sistema e non intervengono. Pagano le tasse, non dicono la parola “negro”, anzi i colori non li vedono proprio, e per loro donne e immigrati sono come tutti gli altri. Questa grande massa silenziosa: nelle strade, negli uffici, nei ministeri, è colpevole quanto e più del professionista che si comporta da farabutto solo perché sei una donna. Ecco perché nessuno dovrebbe chiamarsi fuori. Ci sono quelli che discriminano attivamente e rendono difficile la vita delle minoranze. Ci sono le minoranze. E poi ci sono tutti quelli che potrebbero semplicemente dare un nome alle cose e cambiare completamente la situazione: per tutti.