La lotta alla violenza di genere cambia faccia. Il dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio sta preparando un nuovo piano, assieme ad associazioni, Ministeri e altri enti coinvolti, che dovrebbe cambiare la filosofia delle politiche, degli interventi e della conseguente distribuzione dei finanziamenti. Fino a questo momento si è proceduto, dal 2013 in poi, con un piano straordinario. Ora l’idea è quella di cambiare passo, abbandonando la logica di straordinarietà a favore di una logica di ordinarietà. Il nuovo piano dovrebbe avere una scadenza triennale; le risorse necessarie potrebbero essere rinvenute ogni anno con la legge di Stabilità come avviene per gli altri capitoli di spesa pubblica. Cambierà anche la modalità di distribuzione: solo a seguito dell’assunzione di un impegno preciso sarà assegnato un finanziamento. “I centri antiviolenza sono stati finanziati finora con un piano straordinario, e questo è un problema. Serve – dice Stefano Piziali, responsabile advocacy e programmi Italia di We World – un piano pluriennale che aggredisca il fenomeno”. Va più cauta Titti Carrano, presidente di Di.Re (Donne in rete contro la violenza) che plaude alla scelta di adottare un piano ordinario ma sottolinea come il percorso sia appena iniziato: “Il piano non può essere straordinario. A noi va benissimo un piano ordinario, ma serve una modifica legislativa. Confidiamo nella solerzia del legislatore affinché si cambi in fretta la legge 119 del 2013 che prevede un intervento solo straordinario. Inoltre il lavoro dei tavoli al Dipartimento è appena iniziato, vedremo gli sviluppi”.
LA DENUNCIA DELLA CORTE DEI CONTI. I centri anti-violenza vengono finanziati per la parte principale in base a una norma di legge che prevede la ripartizione di 10 milioni di euro l’anno attraverso le Regioni. Nel 2013-2014 le Regioni, come ha denunciato dalla magistratura, hanno speso male le risorse. “Quanto al finanziamento specificamente destinato al potenziamento delle strutture destinate all’assistenza alle donne vittime di violenza e ai loro figli, deve farsi presente che del tutto insoddisfacente è risultata la gestione delle risorse assegnate per gli anni 2013-2014, le uniche ripartite nel periodo all’esame. Le comunicazioni degli enti territoriali all’autorità centrale – scrive la Corte – si sono rivelate carenti e inadeguate rispetto alle finalità conoscitive circa l’effettivo impiego delle risorse e all’esigenza della valutazione dei risultati”. Numeri alla mano, “i fondi assegnati alle regioni pari a 16.449.385 di euro di cui un terzo riservato all’istituzione di nuovi centri antiviolenza e case rifugio e i restanti 2/3 sono stati così suddivisi: 80% al finanziamento aggiuntivo degli interventi regionali già operativi (progetti già in essere nelle regioni) solo il 20% al finanziamento di centri antiviolenza e case rifugio (10% ciascuno)”. Quindi secondo la Corte dei Conti “ad ogni centro antiviolenza sono stati assegnati in media 5.862,28 euro; ad ogni casa rifugio € 6.720,18″. Cifre assolutamente inadeguate a sostenere le attività dei centri e delle case rifugio.
IL NUOVO METODO DI LAVORO. Alla stesura del nuovo piano, che partirà dal 2018, lavora uno dei tavoli tematici dell’Osservatorio nazionale sul fenomeno della violenza. Dell’Osservatorio fanno parte rappresentanti del Dipartimento per le pari opportunità, i Ministeri, forze di polizia, Regioni, Anci che contano sulla collaborazione dei sindacati, di ISTAT e CNR. Alla prossima riunione del tavolo, guidato dal direttore generale del Dipartimento perle pari opportunità, Michele Palma, parteciperà anche l’Unhcr. Nelle prossime settimane il Dipartimento stima di chiudere l’indice ragionato del piano, realizzato assieme alle associazioni, ai Ministeri e ai vari enti. L’indice poi passerà, intorno a metà maggio, alla cabina di regia ministeriale che ha il compito di approvare e reperire le risorse. Il piano vero e proprio sarà verosimilmente stilato il mese successivo, e comunque entro la scadenza dell’attuale piano straordinario. Ogni aspetto, spiegano al Dipartimento, “sarà esaminato nel dettaglio con metodo paritario e di dialogo”. Uno dei pilastri del nuovo piano allo studio è la distribuzione di parte delle risorse direttamente agli enti coinvolti, senza passare dal Dipartimento. Tutto ciò però solo dopo aver verificato nel concreto bisogni e carenze e dopo l’assunzione di un impegno preciso da parte di un ente o un’associazione per colmarli. Ad esempio se si dovesse individuare una carenza nella formazione delle forze dell’ordine, solo in seguito all’assunzione di un impegno preciso, sarà assegnato il finanziamento necessario. Ci saranno inoltre focus in ambiti dove sono nate nuove esigenze, come per esempio in occasione dell’arrivo sempre più numeroso di donne migranti che spesso hanno subito mutilazioni genitali o matrimoni forzati. Il nuovo piano punterà su un preciso sistema di governance e su una forte responsabilizzazione delle Regioni.
FINANZIAMENTI PER IL 2015-16. Intanto, in base ai rilievi fatti dalla Corte dei Conti e alle richieste di numerosi centri anti-violenza sono stati cambiati i parametri per il 2015-16, biennio per il quale sono stati stanziati 18 milioni di euro circa. Entro il 10 aprile scorso le Regioni hanno mandato le schede programmatiche per ripartire le risorse. Dopo l’approvazione del Dipartimento per le pari opportunità dovrebbero dunque cominciare ad arrivare alle Regioni i finanziamenti destinati ai centri già entro questo mese. “In precedenza i finanziamenti per il 2013-14 erano stati dati alle Regioni senza vincolo, nella nuova intesa ci sono paletti precisi”, spiega Maria Rosa Lotti di D.i.RE che aggiunge: “Noi continueremo a monitorare. Non c’è sempre interlocuzione con chi lavora sul campo. Le risorse sono poche, bisogna individuare le priorità”.
PER IL 2017 RISORSE ANCORA DA DISTRIBUIRE. Non è invece ancora avvenuta la ripartizione delle risorse per l’anno in corso. Si tratta di poco più di 14 milioni di euro che potrebbero essere distribuiti nel 2018. Qualora fossero distribuiti anche i 10 milioni annui già previsti per l’anno prossimo, nel 2018 i finanziamenti che arriveranno potrebbero ammontare in tutto a 24 milioni di euro.