Studiare aritmetica e geometria attraverso la musica, la danza e la pittura. Con l’obiettivo di aiutare tutti i bambini della fascia di scuola primaria, ma soprattutto quelli con disabilità sensoriali o problemi di apprendimento. Si chiama WeDraw ed è il nuovo metodo di insegnamento multisensoriale al centro di un progetto europeo coordinato dall’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia e nato dalle ricerche di un gruppo di 25 ricercatori guidati da Monica Gori e Gualtiero Volpe, sull’’utilizzo dei sensi nell’apprendimento da parte dei bambini dai 6 ai 10 anni.
Il progetto durerà 2 anni, anche grazie a un co-finanziamento da parte dell’Unione Europea di circa 2,5 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon 2020, e prevede lo sviluppo di tecnologie che permetteranno di applicare un nuovo metodo pedagogico “personalizzato” sia in classe che a casa. Alla sperimentazione – che parte da febbraio – partecipano anche 4 scuole elementari di Genova. “Nell’insegnamento scolastico – spiega Monica Gori, 36 anni, psicologa laureata a Firenze, con periodi al Cnr di Pisa e all’università di Berkeley – è la vista la modalità sensoriale maggiormente sfruttata per trasmettere concetti di geometria e matematica, tralasciando gli altri sensi, quali udito e tatto, che sono considerati marginali. Gli studi di psicofisica hanno dimostrato che a partire dai 6 anni i bambini usano i sensi in modo slegato l’uno dall’altro, scegliendo un canale sensoriale preferenziale per imparare concetti specifici legati allo spazio e al tempo, e che questo non corrisponde sempre con la vista. Noi cerchiamo di sviluppare un metodo e strumentazioni tecnologiche di supporto per consentire ai bambini di “personalizzare” l’apprendimento in base alla propria modalità sensoriale più forte”.
I ricercatori coinvolgeranno un gruppo di studenti di alcune scuole elementari di Genova per circa 4 mesi di sperimentazione durante cui esplorare, con test psicofisici, le preferenze sensoriali di ciascun bambino. Per lo studio dell’aritmetica verranno introdotti giochi con la musica, dove la scansione del ritmo aiuterà la comprensione della successione numerica, l’uso di note gravi o acute quello del concetto di grandezza. La comprensione della geometria avverrà con il movimento del corpo, che è associato naturalmente all’idea di spazio e sarà sfruttato attraverso il disegno o la danza. Una volta individuate le preferenze sensoriali dei bambini, queste saranno indagate per verificare un effettivo apprendimento dei concetti presentati, sia in termini di risultati psicofisici che pedagogici.
Le attività saranno affiancate dallo sviluppo di software per l’analisi del comportamento motorio ed espressivo e dell’interazione sociale dei bambini, e da una piattaforma tecnologica di gioco, con l’obiettivo di avere applicazioni per smartphone utilizzabili sia a scuola che a casa, a supporto degli insegnanti e delle famiglie. Le prime applicazioni potrebbero già essere pronte l’anno prossimo. Lo sviluppo del nuovo metodo pedagogico permetterà, inoltre, di affrontare in modo innovativo alcune difficoltà nell’apprendimento legate a disabilità, quali la cecità, o altre problematiche cognitive, quali la dislessia e i disturbi di attenzione. “Esistono molti supporti per i disabili adulti – ha concluso Gori – e molti meno per i bambini e per facilitare il loro apprendimento. Questo è solo un primo tassello a sostegno della qualità di vita e di apprendimento di tutti i bambini, soprattutto i più fragili”.