Più o meno 58 milioni di persone in America hanno votato per Donald Trump. Lo hanno votato il 53% delle donne bianche, il 64% delle donne bianche protestanti, il 78% delle donne conservatrici, ma anche la maggioranza degli uomini bianchi, in particolare Trump ha letteralmente “doppiato” Clinton nella scelta degli uomini bianchi non laureati. In un numero come 58 milioni, ossia il 18% della popolazione americana, è rappresentata l’America bianca ma certamente anche qualcosa delle minoranze, lo sapremo più avanti. E’ rappresentata l’America.
Per questo è inutile interrogarsi su “quali errori della campagna Clinton” abbiano portato a questo risultato: non possiamo ignorare che oggi le persone che votano sono quelle che il paese ha cresciuto. Le ha mandate a scuola, le ha nutrite di immagini pubblicitarie e telefilm, le ha educate ad alcuni valori e sogni. Le persone che hanno votato Trump sono cresciute in America ed è l’America ad averle cresciute così.
Oggi in ogni paese stiamo educando e crescendo le generazioni di adulti che domani voteranno le scelte del nostro futuro. Allora domandiamoci: che cosa stiamo facendo per cambiare il voto degli adulti di domani? Per renderlo più affine a quell’ambizione di civiltà che (a volte) guida le campagne elettorali, ma poi si perde quando dalle parole si passa alle scelte politiche e agli orizzonti temporali di una legislatura?
Quanto investiamo in istruzione? Quanto in civiltà? Quanto nel dare oggi immagini, ispirazioni, messaggi diversi da quelle che ci hanno portato fin qui? Quanto investiamo oggi su quel che accadrá tra 20 anni?
Questo sguardo ossessivo sul presente, sul risultato, ci condanna ad eterne delusioni: a ogni elezione e a ogni referendum scopriamo le persone che siamo, inavvertitamente, diventate.