Aver triplicato il fatturato negli ultimi 5 anni in Italia – dai 5,5 milioni di euro nel 2010 ai 16 milioni del 2016 – è già di per sé una notizia. Se poi a farlo è una donna, giovane e madre, allora la notizia assume una rilevanza particolare per una business community ancora abituate a pensare che carriera e famiglia siano incompatibili.
Eppure, per Lorenza Zanardi, direttore generale di Rajapack Italia dal 2010 (quando aveva 32 anni), non v’è nulla di strano: è semplicemente una manager capace, che ha scelto l’affermazione piuttosto che la rinuncia a una parte di sé. Certo, l’esempio della fondatrice del gruppo RAJA, oggi leader in Europa nella distribuzione di imballaggi alle aziende (presente in 17 paesi, un fatturato 2015 di 475 milioni di euro), l’avrà aiutata. Danièle Marcovici, attuale presidente, nel 1982, all’età di 34 anni, prese in mano la piccola società di distribuzione di carta fondata dalla madre, “Les Cartons Raja”, e la proiettò nel mondo della vendita per corrispondenza fino a farla diventare primo operatore del paese. Da lì è stato tutto un crescendo, Fondazione compresa.
E’ consapevole dei risultati straordinari che ha raggiunto in anni di crisi?
Certamente sì, ma in effetti ne parliamo più all’esterno dell’azienda che all’interno. Noi donne siamo così concentrate sul fare che spesso non diamo alle nostre innovazioni il valore che meritano. O, meglio, lo diamo troppo per scontato. Nella mia esperienza, quando ci confrontiamo tra i direttori delle varie country, noto che gli uomini tendono a presentare i loro risultati con più enfasi, noi donne abbiamo un approccio più umile e diamo più importanza alla condivisione dei risultati.
Ritiene che sia un approccio vincente?
Nel nostro gruppo non è penalizzante, anche se su 17 paesi, le top manager donne sono solo tre… Ma abbiamo una cultura d’impresa con forti valori, è un ambiente protetto, inclusivo, dove viene premiato un atteggiamento aperto e costruttivo. Il forte orientamento alla soddisfazione del cliente passa attraverso il benessere di lavoratori, ecco perché abbiamo una serie di servizi che rendono più facile la vita a tutti, a partire dall’adesione al progetto “Un Fiocco in azienda”.
A cosa è dovuto il successo dell’azienda in Italia, dove ha aperto solo 10 anni fa?
Senz’altro al nostro business model. Come Danièle Marcovici nel 1982 fu più veloce di altri nel cavalcare la vendita per corrispondenza, così noi nel novembre 2006 abbiamo anticipato i tempi, lanciando il sito di e-commerce e integrando l’offerta a catalogo con la vendita online. Oggi il 35% del fatturato e il 50% degli ordini provengono dal canale digitale e il 78% dei nuovi clienti lo scelgono per il primo ordine. Tanto che nel 2016 abbiamo vinto il Netcomm E-commerce Award come miglior sito per il commercio BtoB.
Come definirebbe il suo stile di leadership e come il potere l’ha cambiata?
Direi partecipativo, ascolto tutti, con umiltà, ma poi decido io seguendo una visione condivisa. Non ero così una volta, ero una persona profondamente impulsiva, ma ci ho lavorato a fondo e sono cambiata grazie anche a percorsi di coaching, che usiamo molto nella nostra azienda. Oggi credo che il mio stile di leadership si possa descrivere come l’esercizio del dubbio più che l’esercizio del comando (si fa così e basta). Sono convinta che il dubbio rafforzi invece di indebolire la leadership.