Vuoi specializzarti nelle Stem? Ecco le cinque migliori università degli States

labPiù studentesse in scienze e tecnologia. Nel mese delle Stem, organizzato dal Ministero dell’Istruzione e dell’Università e dal Dipartimento delle Pari Opportunità presso la presidenza del Consiglio, si sono moltiplicati i progetti in Italia per motivare le giovani a scegliere i corsi di studio delle cosiddette Stem (science, technology, engineering and maths). Nel sito che raccoglie le proposte se ne contano 50, da quelle delle aziende a quelle di enti e scuole. Un primo passo, si assicura da Roma, che sarà seguito da un impegno costante in questa direzione.

Per le studentesse che hanno già scelto la loro strada, arriva prima o poi il momento di scegliere dove specializzarsi e in una prospettiva sempre più globale per certe professioni viene spontaneo guardare Oltreoceano. Ma come scegliere l’Università più adatta? Forbes ha cercato di stilare una classifica incrociando le credenziali dei singoli atenei (2016 Best Value colleges ranking) con il tasso di frequentazione da parte delle donne. La classifica completa comrende 13 università, ma qui segnaliamo le prime cinque, in attesa di fare lo stesso per quelle italiane:

Tutti i programmi messi a punto dagli atenei in questa direzione fanno parte di un progetto nazionale molto più ampio Women in Stem, perché i miglioramenti a livello di percentuali di presenze femminili sono ancora molto limitati. Negli States, secondo i dati dell’Us Census Bureau di febbraio 2016, le donne sono solo il 14% degli ingegneri, circa il 45% dei matematici e il 47% degli scienziati. Nel complesso, però, le stem contavano solo il 26% di presenza femminile nel 2011 dal 23% di 20 anni prima. Una situazione, quindi in stallo mentre nella forza lavoro complessiva le donne erano salite dal 36 al 48% nello stesso arco di tempo. In Italia la fotografia cambia di poco: le donne sono il 23% degli iscritti nei corsi di laurea in ingegneria e il 38% nei corsi di area scientifica. Siamo un po’ meglio nel primo caso, un po’ peggio nel secondo. Ci sono ampi margini di miglioramento.