Professioni: più cresce la presenza femminile più alta è la differenza salariale con i colleghi (Grafico)

Il mercato del lavoro cambia, le professioni pure. E anche i pregiudizi evolvono: le donne oggi hanno in generale ridotto la distanza negli stipendi per i medesimi incarichi dei loro colleghi maschi e altrettanto in generale è progressivamente aumentato il numero delle professioni “miste”. Ma la battaglia per una maggior equità non è affatto conclusa: esistono tuttora settori dominati come un tempo dagli uomini, e non si tratta necessariamente di mestieri ovvi e forse meno desiderati quali edilizia e autotrasportatori. Tra le roccaforti maschili ci sono ancora professioni del calibro dell’ingegnere.  Non solo: le sperequazioni di paga non sono esattamente svanite. Paradossalmente, anzi, i settori dove sono oggi diventate più pronunciate sono quelli più integrati, non quelli segregati.
 E’ questa la complessa e a volte sorprendente conclusione di analisi tratte dal blog del World Economic Forum e dal sito Metrocosm di Max Galca. Conclusioni che a loro volta elaborano la gran messe di dati fornita dal Dipartimento del Lavoro statunitense.
Il grafico interattivo che qui riproduciamo mostra con precisione questo dati, illustrando a colpo d’occhio i passaggi e le sfide aperte. Una serie di sfere rappresenta le diverse professioni e a seconda della loro posizione sull’asse orizzontale queste rivelano la loro composizione in termini di sesso (più sono verso sinistra più sono dominate dagli uomini), mentre la loro collocazione lungo l’asse verticale misura il divario salariale (inferiore man mano che si sale).
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Il movimento delle sfere, verso l’alto e verso il centro, dà così conto visivamente dei progressi contro la discriminazione sul posto di lavoro avvenuto con il passare del tempo dagli anni Sessantabad oggi. Professioni quali contabilità, brokeraggio immobiliare e nell’insieme i servizi finanziari hanno mostrato in particolare alcuni tra i migliori tassi di integrazione. Alcune hanno anche conosciuto “cambi” di sesso: i cuochi ad esempio, da maggioranza femminile a maschile. Mentre i contabili hanno al contrario premiato sempre piu’ la presenza femminile. Le paghe al femminile negli anni Ottanta e Novanta hanno inoltre messo a segno incrementi in termini reali rispetto a quelle assai meno movimentate dei colleghi maschi.
Queste “sfere” del cambiamento, a ben guardare, rivelano però anche altre novità meno incoraggianti. I guadagni delle donne hanno in media sofferto stagnazioni tra il 2003 e il 2013, danneggiati dai colpi subiti da professioni tutt’ora a elevata concentrazione femminile quali insegnamento o incarichi impiegatizi. Uno sguardo dentro le professioni mostra inoltre che i progressi nell’integrazione rischiano di essere almeno in parte svuotati dallo sviluppo di peggiori sperequazioni proprio dove sono meno attese, come è il caso di comparti “misti” quali assicurazioni, servizi contabili e immobiliari.