Obbedire per paura o per rispetto? Quando i bulli si considerano leader

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Riconoscere chi ha il potere e distinguerlo da chi non ce l’ha e lo esercita in maniera distorta. Usare la forza fisica o psicologica oppure avere l’autorevolezza del leader? Come si costruisce il concetto di autorità? I bambini semplificherebbero: come riconoscere i buoni dai cattivi?

Un recente studio condotto congiuntamente dall’Università di Trento (Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive) e dall’Università dell’Illinois (Dipartimento di Psicologia) e pubblicato sull’ultimo numero dei Proceedings of the National Academy of Sciences stabilisce che già all’età di due anni i bambini non solo sanno riconoscere e distinguere il comportamento di un bullo da quello di un leader rispettato, ma sanno anche prevedere le reazioni dei sottoposti di fronte ai due tipi di autorità. Contrariamente a quanto si riteneva fino ad ora, i bambini non apprendono questa competenza in età avanzata grazie a schemi comportamentali ripetuti dagli adulti, ma in età molto precoce.

I bambini, anche molto piccoli, percepiscono infatti in modo attivo il mondo che li circonda, proprio come gli adulti ed elaborano ipotesi sul comportamento delle persone e su come si pongono negli spazi sociali. Lo studio si è basato sull’osservazione del cosiddetto comportamento eye-gazing: i bambini non essendo ancora in grado di comunicare verbalmente, osservano per un periodo di tempo più prolungato oggetti o situazioni che li sorprendono, o violano le loro aspettative a causa di una tipica reazione di sorpresa.
“Ai bambini sono stati mostrati dei brevi cartoni animati in cui sono state rappresentate due situazioni: una caratterizzata dalla presenza di un leader (o, in una diversa condizione, di un bullo) che interagisce con un gruppo. Nella scena successiva il leader (o il bullo) impartisce un ordine al gruppo, il quale inizialmente obbedisce. Il gruppo continuerà a rispettare l’ordine anche quando leader o bullo escono di scena? Osservando la reazione di sorpresa dei piccoli spettatori verso i comportamenti di obbedienza e disobbedienza dei protagonisti, mostrati in un video successivo, si è giunti alla conclusione che solamente quando era il leader a impartire l’ordine, i bambini hanno guardato più a lungo la disobbedienza rispetto all’obbedienza, mostrando così di possedere l’aspettativa che il gruppo obbedisca a un potere legittimo” – racconta il ricercatore Francesco Margoni.

Basandosi sull’eye-gazing, i ricercatori hanno scoperto che i bambini comprendono perfettamente che bisogna obbedire ai leader anche in loro assenza, mentre disobbedire ai bulli è accettabile, soprattutto quando non sono più presenti e non possono fare del male. Fin da bambini siamo quindi in grado di comprendere spontaneamente la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, tra autorità imposta e autorità legittimata. La nostra convivenza civile è regolata da leggi cui le persone si sentono in dovere di obbedire anche senza coercizione perché normate da un’autorità riconosciuta che agisce per un bene comune e socialmente condiviso. Nella scuola, nella vita, nel lavoro, nella politica.