E’ da sempre convinta che le persone diano il massimo quando il clima aziendale è motivante. Per questo Patrizia Fabricatore, HR vice president di AstraZeneca Italia è stata un’antesignana dello smart working ed ha introdotto già dieci anni fa diverse forme di flessibilità organizzativa in azienda, dall’orario flessibile al part-time, dallo job sharring al telelavoro, poi evoluto in smart working.
Cos’è per AstraZeneca lo Smart working?
Per AstraZeneca Smart working significa innanzitutto offrire alle proprie persone delle risposte concrete per conciliare famiglia e lavoro, nell’ottica di un aumento della qualità di vita. E questo rappresenta da sempre uno dei principi cardine delle strategie HR di AstraZeneca Italia. Tra le diverse iniziative, oltre al Telelavoro avviato ormai quasi 15 anni fa, già da due anni tutte le nostre persone possono lavorare un giorno a settimana ovunque vogliano. Abbiamo dotato tutto il personale degli strumenti tecnologici più avanzati che consentono loro di lavorare in qualsiasi posto – anche al parco se hanno bisogno di “cambiare aria” – potendo sempre essere connessi ai sistemi aziendali.
Qual è lo snodo più difficile per farlo funzionare?
Si tratta soprattutto di un cambio culturale. All’inizio abbiamo incontrato resistenze sia da parte dei capi sia da parte delle persone, che dovevano imparare a concepire il loro lavoro, e quello dei collaboratori, in maniera diversa: fiducia, responsabilità e obiettivi, sono le parole cardine di questa nuova filosofia. Adesso possiamo affermare che tutti hanno ben compreso i potenziali benefici ed abbracciato la filosofia alla base dello Smart working, apprezzando a pieno le opportunità che offre.
Il segnale più concreto che è uno strumento efficace?
Un evidente benessere psicologico delle persone e un rapporto più positivo con il lavoro, basato su fiducia e responsabilità. Inoltre, è stato fondamentale constatare che non solo la produttività non ne ha risentito, ma, per alcune attività, è addirittura aumentata.