Povertà educativa, per combatterla la strada del risparmio incentivato

La sfida per ridurre in Italia l’abbandono scolastico passa per il superamento dei divari esistenti sia a livello territoriale che sociale. Mentre infatti il dato nazionale è ormai vicino alla media europea attestandosi al 9,8%, ci sono territori e fasce di popolazione in cui si registrano ancora dati preoccupanti.

Come intervenire? Accanto alle politiche tradizionali per assicurare il diritto allo studio, si stanno sperimentando anche altre strade, una di queste è rappresentata dai programmi di risparmio incentivato. Il recente dossier dell’Uvi, l’Ufficio di valutazione impatto del Senato, su ‘Abbandono scolastico. L’asset building può aiutare i bambini svantaggiati a proseguire gli studi?’ analizza l’evidenza empirica del progetto ‘WILL-Educare al futuro’, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

In Italia molte Regione con tasso di abbandono scolastico ben oltre la media Ue

Ma partiamo dai dati contenuti nel dossier e nel focus che lo accompagna. In Italia, il tasso nazionale nel 2024 sull’abbandono scolastico (9,8%) tocca quasi la media Ue (9,4%) ma alcune Regioni come Sicilia (15,2%), Sardegna (14,5%), Campania (13,3%) e Calabria (10,8%) sono ben al di sopra di questa media per non parlare del target del Consiglio d’Europa di scendere sotto al 9% al 2030.

Altra emergenza riguarda le disuguaglianze sociali: sempre dati del 2024 mostrano che per i figli di genitori con bassi livelli di istruzione la dispersione esplicita è 15 volte superiore a quella riscontrata tra i figli dei laureati (23,9% contro 1,6%).

C’è poi la cosiddetta ‘dispersione implicita’, cioè il mancato raggiungimento alla conclusione degli studi delle competenze di base necessarie per affrontare la vita sociale e lavorativa, rischiando la marginalità sociale (certificato dai test Invalsi). Dal picco post-Covid del 2021, il dato complessivo è in costante diminuzione e per il 2025 è sceso al 12,3% per quanto riguarda il primo ciclo scolastico (scuola secondaria di primo grado); mentre nel secondo ciclo (scuola secondaria di secondo grado) la percentuale è più bassa ma con una dinamica più variabile, registrando un minimo del 6,6% nel 2024 a una leggera risalita nel 2025 all’8,9 per cento. Se si approfondisce il dato per il contesto socioeconomico e culturale, (misurato con l’indicatore Escs) emerge che nel primo ciclo scolastico la dispersione implicita riguarda il 13,4% degli studenti con un punteggio Escs sotto la media; sopra la media riguarda solo il 6 per cento. Lo stesso schema è osservato alla fine del secondo ciclo: 9,8% contro 5,3 per cento.

I risultati del progetto WILL-Educare al futuro

Il progetto WILL-Educare al futuro è un programma di asset building (costruzione patrimoniale) realizzato nel solco della crescente attenzione verso il rafforzamento della ‘ricchezza familiare’ come uno dei fattori principali per ridurre questi divari sociali. Il progetto è stato sperimentato dal 2019 al 2023 a Torino, Firenze, Teramo e nel Sud Sardegna e realizzato in collaborazione con quattro fondazioni bancarie (Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Fondazione Banco di Sardegna e Fondazione TerCas Teramo). Costato 2,668 milioni ha riguardato 576 studenti e studentesse di 10-11 anni provenienti da famiglie a basso reddito nei quattro anni dalla quinta elementare all’inizio delle scuole superiori. Il programma ha previsto un meccanismo di risparmio incentivato per incoraggiare le famiglie a depositare settimanalmente importi compresi tra 1 e 6 euro in un conto di risparmio, fino ad un massimo di 1.000 euro, nell’arco dei 4 anni del progetto.

Le somme risparmiate vengono moltiplicate per quattro, a condizione che il denaro sia utilizzato per spese scolastiche ed extra-scolastiche, puntando sul coinvolgimento dei genitori e l’investimento delle famiglie sulla carriera scolastica dei bambini. Il meccanismo economico è accompagnato da percorsi di educazione finanziaria, orientamento scolastico e accompagnamento educativo.

Quali sono i risultati emersi? La valutazione sperimentale del programma WILL, riporta il dossier, ha «riportato effetti positivi su vari indicatori predittivi del completamento della scuola secondaria di II grado, pur non essendo ancora osservabile l’esito finale». In primo luogo «le famiglie coinvolte hanno risparmiato di più per l’istruzione senza peggiorare le condizioni materiali» (a fine progetto, il risparmio medio è stato di circa 700 euro, con una spesa complessiva di 3.000 euro in tre anni, soprattutto in tecnologie, sport e libri).

Inoltre, durante la didattica a distanza legata al Covid, «gli studenti beneficiari hanno avuto un migliore accesso alle tecnologie, e nel periodo successivo hanno partecipato più spesso ad attività sportive, anche se non ad altre attività extrascolastiche». Altro aspetto rilevato è che il programma ha «aumentato aspirazioni e aspettative educative dei genitori con Isee più basso». E infine sono emersi «effetti positivi sul voto dell’esame di terza media per studenti con reddito basso e si registra un aumento rilevante nella probabilità di essere iscritti in regola (senza bocciature) alla fine del terzo anno della scuola secondaria di II grado».

In conclusione, viene rilevato che «le politiche di diritto allo studio attualmente in essere necessitano di un sostanziale miglioramento e rafforzamento. I programmi di risparmio incentivato come WILL mostrano potenzialità promettenti per poter essere, non tanto dei sostituti delle misure, ma delle alternative a disposizione dei policy maker».

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