Giornata mondiale contro la droga, tre donne in cerca di rinascita nella comunità Dianova

Sonia ha iniziato a drogarsi a 11 anni, ora ne ha 43. E’ in comunità da qualche mese: vuole recuperare il rapporto con la sua famiglia e le sue figlie. Ilaria ha iniziato a fare uso di cocaina a 22 anni, a causa di compagnie sbagliate. Daniela è entrata nella prima comunità quando aveva 15 anni, fumava hashish. Il suo percorso è segnato da violenze e lutti.  Sonia, Ilaria e Daniela sono ospiti della comunità Dianova di Garbagnate milanese, struttura che accoglie uomini e donne con dipendenze patologiche. La responsabile è Michela Pozzoli, che in 18 anni di lavoro ha notato un cambiamento profondo: ora le sostanze più utilizzate, cocaina e alcol, sono socialmente più accettate, quindi il fenomeno è più difficile da riconoscere e intercettare. E nel 2024 si registrano due record negativi: le morti per cocaina e l’uso di antidepressivi senza prescrizioni da parte dei giovanissimi. Il consiglio alle famiglie, in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga (26 giugno), è dunque quello di non isolarsi e non vergognarsi.

Le regole e le attività della comunità

In comunità la sveglia suona alle 7. Alle 7.30 c’è la colazione poi le pulizie degli spazi comuni.  Alle 8.20 la somministrazione della terapia farmacologica del mattino poi alle 9 ci si trova per la riunione. Si chiama “Come stai”. «Si tratta in sostanza delle istruzioni d’uso per la giornata: ognuno racconta come sta ed eventualmente chiede aiuto ai compagni », spiega Pozzoli. La struttura Dianova di Garbagnate milanese da 35 anni accoglie persone con dipendenze patologiche. I 38 ospiti, uomini e donne tutti maggiorenni, hanno la giornata scandita da attività come cucina, lavanderia, orto, colloqui con psicologa ed educatori e i vari laboratori, tra cui arte movimento e terapia. Complessivamente Dianova, operativa da 41 anni,  ha 5 centri in tutta Italia: due in Lombardia a Garbagnate e Cozzo, uno nelle Marche a Montefiore dell’Aso (Ascoli Piceno), nel Lazio a  Palombara Sabina (Roma) e a Ortacesus in Sardegna.

Sonia vuole ricominciare con le sue figlie 

«Sto cercando di riprendere in mano la mia vita, il rapporto con le mie figlie, mio marito, la mia famiglia» sottolinea Sonia, nome di fantasia. Sonia ha iniziato fare uso di cannabis, poi a 14 anni è passata all’eroina insieme al suo ragazzo. I suoi genitori la vedevano strana, ma non si sono accorti di nulla. A 16 anni è andata in comunità, anche se la sua famiglia era contraria. «Lì ho passato tre anni, ho finito la scuola e preso la patente. Dopo due anni però mi sono rimessa con lo stesso ragazzo e mi sono ritrovata in mezzo alla strada», racconta. I suoi genitori la aiutano e lei sembra riprendersi, trova anche un lavoro.  A 20 anni però ricomincia a drogarsi, si sposa con un uomo che fa uso di droga, hanno due bimbe e smettono. Passati 10 anni torna a fare uso di eroina e cocaina. «Mi sono rovinata, ho distrutto una famiglia», dice Sonia, che ora è a Dianova per ricominciare. «Cercherò di riprendere quello che mi resta, di ricominciare da quello che di buono avevo creato: le mie figlie».

Ilaria pensava di smettere da sola: un’utopia

Ilaria inizia a fare uso di cocaina a 22 anni trascinata dai suoi amici: una sera prova e non riesce più a smettere. Poi incontra un uomo, basta una volta e ci ricasca ed è lei a trascinarlo nel baratro. «Ti svegli la mattina e pensi come trovare i soldi per procurarti la droga, vivi la giornata in funzione  di quello. Come tutti, con la mia sindrome di onnipotenza, pensavo di farcela da sola. Smetto quando voglio, dicevo. E invece no». Ilaria è arrivata in comunità per staccarsi dal suo ex fidanzato, dopo anni di violenze e dipendenze. «A Dianova ho trovato una seconda famiglia. Anche lo stereotipo della comunità è sbagliato. Qui siamo tutte persone con storie e percorsi differenti, ma che cercano di fare la stessa cosa: uscirne», racconta.

Daniela, quasi 40 anni nella tossicodipendenza

Daniela ha più di 50 anni e ha iniziato a fumare hashish molto giovane. Dai 15 ai 18 anni è stata in una comunità per tossicodipendenti in Italia. Lì ha conosciuto un uomo ed è andata con lui in  Germania, dove è rimasta fino a 28 anni, ha continuato a drogarsi e ha contratto l’hiv.  Daniela ha una figlia che ha 15 anni. La sua vita è stata costellata da lutti e abbandoni. «Nel crescere mia figlia mi sentivo forte, ma ci ho messo un attimo a ricadere. Ho perso il lavoro, ho perso casa, ho perso mia figlia, ho perso tutto», racconta. Daniela è in comunità da un anno e mezzo e ora vuole tornare a vivere. «Quando sono entrata a Dianova ho fatto molta fatica. Adesso ho tanta voglia di ricominciare a lavorare e di riaffacciarmi al modo esterno».

 Droghe e alcol socialmente accettati

Il cambiamento negli anni è stato profondo, sottolinea Pozzoli, spiegando che «prima le sostanze primarie erano l’eroina e alcol, ora sono la cocaina e l’alcol. La conseguenza è che sono diminuiti gli ospiti con l’hiv e sono aumentati quelli con problemi psicologici e psichiatrici». L’età del consumo, secondo l’esperienza di Dianova, si sta abbassando, anche per la facilità con cui è possibile reperire le sostanze, che vengono consegnate  a domicilio. «Sono persone che hanno il primo impatto con la sostanza intorno a 12/13 anni. Prima cannabinoidi e alcol, poi cocaina e crack», continua la responsabile. E poi c’è un altro aspetto fondamentale. Le droghe oggi sono molto più accettate a livello sociale, così come l’alcol. Ciò porta a intercettare con molto ritardo chi ne fa uso: il periodo di latenza è di 8 o 9 anni.

Cocaina, record di morti. Allarme antidepressivi tra i giovani

Nel 2024, secondo i dati contenuti nell’ultima relazione annuale al parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenza in Italia,  il 35% dei decessi accertati per intossicazione acuta letale è stato attribuito alla cocaina, percentuale che nel 2024 ha raggiunto il massimo storico. A partire dal 2021, inoltre, si è registrato un incremento costante nel consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica tra i giovani, tendenza che ha raggiunto i valori più alti di sempre: a farne uso 180 mila giovani tra i 15 e i 18 anni solo nell’ultimo anno, il 12% del totale di quella fascia di età.

Diminuisce leggermente l’uso  tra i giovani

Complessivamente nel 2024 il consumo di sostanze psicotrope tra i giovani è leggermente diminuito: dal 22% al 21% i cannabinoidi, dal 2,9% al 2,4%, la cocaina. Nel 2024 quasi 910 mila giovani tra 15 e 19 anni, pari al 37% della popolazione studentesca (rispetto al 39% del 2023), ha consumato una sostanza psicoattiva illegale almeno una volta nella vita. Oltre 620 mila studenti (il 25%) nel corso dell’ultimo anno. I serd hanno assistito in totale 134.443 persone tossicodipendenti (+2,7% rispetto al 2023), l’85% di genere maschile. Le donne rappresentano dunque il 15%, percentuale che in Europa sale al 20%.

L’accessibilità alle sostanze

La cannabis è ritenuta la sostanza più facilmente accessibile: oltre un terzo degli studenti (35%) afferma di potersela procurare facilmente. La cocaina è invece considerata facilmente accessibile dal 10% degli studenti, ma aumenta in maniera rilevante tra gli utilizzatori. Oltre un quarto ritiene, inoltre, di potersi procurare le sostanze in strada o a casa di amici o in discoteca. L’acquisto via Internet è indicato da circa un quinto dei giovani che consumano sostanze.

L’importanza di non isolarsi

Il consiglio alle famiglie è di non isolarsi. La richiesta di aiuto è fondamentale. Per questo serve la prevenzione. E’ importante lavorare sui genitori e le famiglie e da due anni il progetto Diametro si occupa di intercettare i giovani rispetto al disagio sociale. «Il lavoro di prevenzione non deve essere fatto solo sui giovani – aggiunge Pozzoli – Per i ragazzi ci sono molte iniziative a livello scolastico. Pochissime sono invece quelle per le famiglie, che rimangono tagliate fuori. Ma i disagi iniziano spesso all’interno del contesto familiare, quindi è importante accompagnare e sostenere i genitori verso una genitorialità consapevole».

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Qui il link per ascoltare il reportage di Livia Zancaner su Radio24

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