In Uganda il caffè diventa leva di riscatto per le donne e i giovani, grazie al progetto quinquennale Mwanyi Women and Youth lanciato da Caffè Borbone e Ofi (Olam food ingredients), uno dei principali fornitori mondiali di caffè verde. Nato nel 2022, il programma punta a costruire una filiera del caffè inclusiva e sostenibile, coinvolgendo direttamente 1.000 produttori, di cui oltre il 70% donne. Una scelta strategica che mette al centro la formazione, l’accesso al credito e lo sviluppo delle comunità locali, creando opportunità di crescita in un contesto economico fragile.
Risultati concreti e inclusivi
In 3 anni di attività, il progetto ha già raggiunto risultati significativi: 1.000 produttori sono stati pienamente coinvolti, con la creazione di 20 gruppi di risparmio e microcredito che contano quasi 600 membri. Sono stati avviati quattro vivai di caffè, con oltre 50mila piantine destinate a coltivare circa 185 ettari di terreno, e sono stati aperti due negozi di input agricoli per i giovani. Queste attività hanno permesso di formare 23 giovani agronomi, ora in grado di supportare oltre 2.800 coltivatori, contribuendo così al miglioramento della qualità del caffè e alla sostenibilità del reddito agricolo.
Educazione finanziaria e microcredito
Uno dei pilastri del progetto Mwanyi è l’educazione finanziaria, considerata essenziale per l’autonomia economica dei piccoli produttori. Attraverso le Village Savings and Loan Associations (Vsla), sono stati costituiti 20 gruppi di risparmio e prestito che coinvolgono 592 agricoltori. Grazie alla formazione, i membri imparano a gestire i risparmi, monitorare la produttività e utilizzare i proventi del caffè per avviare attività integrative come l’allevamento o l’artigianato. Questo approccio ha già permesso a molte famiglie di migliorare le proprie condizioni di vita, investendo in istruzione, salute e infrastrutture domestiche.
Competenze agronomiche per una filiera resiliente
Il progetto ha investito anche nella formazione tecnica dei giovani, con corsi mirati sulle migliori pratiche agronomiche, la gestione del suolo, la lotta all’erosione e la fertilità del terreno. Sono stati affrontati temi cruciali come le tecniche di raccolta, l’igiene delle piante e lo stoccaggio post-raccolta. La creazione di vivai gestiti dai giovani rappresenta un ulteriore passo verso la resilienza economica e ambientale della filiera: 24 giovani già operano in questo settore, e altri 12 saranno coinvolti entro il 2025. L’obiettivo è fornire piantine di qualità per sostenere la produttività locale e creare nuove opportunità di impiego.
Sfide e prospettive per il 2027
Guardando al futuro, il progetto Mwanyi intende rafforzare l’adozione di pratiche agricole rigenerative e favorire l’allineamento ai requisiti del regolamento EUDR. Questo impegno prevede la diffusione delle Buone Pratiche Agricole (GAP) e il monitoraggio dell’impatto ambientale, sociale ed economico grazie all’Ofi Farmer Information System. Inoltre, si punta a rafforzare i legami con gli istituti bancari per facilitare la gestione dei risparmi, migliorando la stabilità finanziaria dei produttori e riducendo la dipendenza dalle fluttuazioni dei mercati.
Il contesto del caffè in Uganda
L’Uganda rappresenta il principale produttore di Robusta in Africa e il secondo esportatore di caffè del continente. La coltivazione del caffè contribuisce per il 2% al Pil nazionale, impiega oltre un terzo della popolazione rurale e rappresenta il 14% delle esportazioni totali. Tuttavia, la filiera è caratterizzata da un consumo interno ridotto, da una struttura frammentata e da una bassa formazione imprenditoriale. Nonostante le sfide climatiche, la produzione è cresciuta negli ultimi dieci anni: la Robusta è passata da 2,2 a 5,8 milioni di sacchi, mentre l’Arabica ha superato 1,1 milioni di sacchi. Il progetto Mwanyi si inserisce in questo contesto con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo sostenibile e l’inclusione sociale, dando voce alle donne e ai giovani protagonisti della rinascita del caffè ugandese.
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