Non ci sarà un «ritorno al passato» rispetto alle politiche di diversità e inclusione. Ne è convinto Enrico Galasso, amministratore delegato di Birra Peroni, che ad Alley Oop racconta come la certificazione per la parità di genere e il nuovo progetto BeHer portino innovazione dentro e fuori l’azienda. Le quote nei leadership team? «Uno strumento, non un obiettivo in sé, perché i ruoli apicali siano equamente accessibili a donne e uomini».
Di fronte all’aperta ostilità del presidente statunitense Donald Trump «rispetto alle politiche DEI, molte aziende dalle due sponde dell’Oceano stanno facendo retromarcia. Ma c’è anche chi in controtendenza non arretra e anzi rilancia, come Birra Peroni.
Contrasto alla discriminazione è nella Costituzione
«Io sono convinto – spiega Galasso – che stiamo attraversando un periodo transitorio di riposizionamento di questi temi ma che il percorso è tracciato e irreversibile. Lo dico come amministratore delegato di Birra Peroni ma ce lo ha confermato anche il Gruppo Asahi (di cui l’azienda fa parte): non ci sarà un ritorno al passato».
Il perché è duplice. Prima di tutto perché ormai c’è un business case ben definito rispetto alla diversità, all’equità e all’inclusione: le aziende più inclusive – numeri alla mano – sono quelle che performano meglio. E poi perché «se pensiamo al nostro Paese, il contrasto all’emarginazione e alla discriminazione è scritto nella Costituzione Italiana – spiega ancora l’amministratore delegato di Birra Peroni – e quindi è un diritto inalienabile».
A riprova di questa scelta, Birra Peroni ha deciso di intraprendere il percorso della certificazione proprio quest’anno per la Parità di Genere (PdR 125) e la ha ottenuta. Allo stesso tempo ha appena lanciato un nuovo progetto a supporto dell’equità di genere, BeHer.
Le donne la categoria più discriminata
La questione femminile in Italia è ancora una priorità: il 31% degli italiani e delle italiane considera le donne la categoria più discriminata (Fonte: Equality Index Ipsos 2024), con l’area del mondo del lavoro maggiormente in sofferenza se paragonata al resto dell’Unione Europea, con ben 8,7 punti in meno rispetto alla media complessiva (Fonte: EIGE, Gender Equality Index / Italy / 2024), e un tasso di occupazione di donne tra i 15 e i 64 anni fermo al 54,1%, circa il 18% in meno degli uomini nella stessa fascia di età (Fonte: Istat marzo 2025).
I dati emergono dalla ricerca appena conclusa dalla società con Ipsos, in occasione del lancio del progetto BeHer. Il mondo del lavoro è l’area più “critica” segnalata, e il dato riflette la scarsa occupazione femminile rispetto al resto d’ Europa. La cosa interessante è che le persone chiedono alle aziende di fare la loro parte per chiudere questo gap di genere nell’occupazione. Una richiesta che chiama in causa la sostenibilità sociale delle imprese.
«Oggi abbiamo una consapevolezza maggiore sul ruolo che un’azienda ha nella realtà in cui opera e sull’impatto positivo che può avere sulla vita delle persone che la compongono o di quelle che ne apprezzano i prodotti. È quindi giusto che queste stesse persone chiedano alle aziende un contributo concreto al cambiamento sociale e che le aziende rispondano a questa chiamata, soprattutto su temi come quello della parità di genere in cui possono fare una reale differenza» osserva Galasso, che aggiunge: «Siamo partiti dal nostro interno perché era l’unico modo per attivare un cambiamento reale e duraturo e, con orgoglio, posso dire che in questi anni la parità di genere è stato un principio cardine che ha guidato le nostre scelte strategiche e organizzative. Abbiamo ancora molta strada da fare ma quando abbiamo avuto la certezza di aver definito un percorso solido abbiamo iniziato a prepararci per uscire fuori dal nostro perimetro aziendale. Così è nato BeHer. È un progetto articolato perché articolata è l’ambizione che ci siamo dati: contribuire a un cambiamento nell’intero tessuto sociale. Grazie agli esperti del Comitato Scientifico dedicato, abbiamo infatti cercato di attivare tutte le leve necessarie per lavorare su questo tema, dalla divulgazione al supporto diretto».
Cinque leve per l’equità di genere
Il progetto BeHer appena lanciato da Birra Peroni ha l’ambizione di contribuire a un cambiamento nell’intero tessuto sociale. ed è strutturato in 5 aree di attività – informazione, approfondimento, promozione, sostegno diretto e comunicazione – che Birra Peroni svilupperà con il supporto di un Comitato Scientifico.
Quest’ultimo è formato da un gruppo di associazioni, istituzioni e società impegnate nella promozione dell’inclusività e della parità di genere che fornisce valutazioni strategiche per garantire la qualità delle iniziative del programma. Il Comitato si compone di rappresentanti di queste organizzazioni che affiancheranno Birra Peroni con competenza e visione prospettica:
● Valore D, prima associazione di imprese in Italia che promuove la parità di genere e la cultura dell’inclusività nei contesti professionali – a rappresentare l’associazione nel Comitato Silvia Ardoli, coordinatrice comunicazione e relazioni con gli Associati.
● Fondazione Libellula, organizzazione impegnata nella promozione di una cultura che contrasti ogni forma di discriminazione e violenza di genere – a rappresentare l’associazione nel Comitato Francesca Panigutto, head of marketing & communications
● Ipsos, Istituto di ricerche che conduce studi su percezioni, stereotipi e barriere culturali legate alla parità di genere – a rappresentare la società nel Comitato Eva Sacchi, research director.
● ADCI – Art Directors Club Italiano, associazione che promuove la creatività come leva strategica, è attiva anche su temi di inclusione e responsabilità sociale, con iniziative significative come Equal, il progetto volto ad abbattere gli stereotipi di genere nella comunicazione – a rappresentare l’associazione nel Comitato Stefania Siani, presidente.
A loro si aggiunge anche il professor Fabio Lucidi, ordinario di Psicometria nel dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazione, presso la facoltà di Medicina e psicologia dell’università La Sapienza di Roma, dove è anche prorettore alla terza e quarta Missione e ai rapporti con la Comunità Studentesca.
Tornando agli ambiti scelti per il progetto, un focus particolare è stato dedicato alle materie Stem (acronimo di Science, Technology, Engineering And Mathematics) dove la disparità di genere è ancora molto presente. Il progetto BeHer prevede la definizione di risorse per attività di supporto economico, definite in collaborazione con partner di rilievo in questo ambito. Un’iniziativa che si aggiunge a STEMtoBEer, il progetto che Birra Peroni già porta avanti da un paio di anni e con cui si impegna a contribuire all’aumento della diversità di genere nelle professioni tecnico-scientifiche attraverso percorsi di orientamento per giovani studenti e studentesse, con tre aree coinvolte (Roma, Bari, Padova) e oltre 250 studenti.
Misurare per migliorare
Birra Peroni ha deciso di certificarsi per la parità di genere, convinta che una cultura più equa ed inclusiva si realizzi attraverso un impegno concreto, con obiettivi ed azioni misurabili. La politica a supporto della genitorialità – con l’estensione del congedo di paternità a 22 giorni – e i percorsi di mentoring per le mamme al rientrano in azienda sono alcune delle misure che hanno consentito all’azienda in soli 4 anni di aumentare del 12% le donne nei ruoli manageriali.
Ora l’obiettivo è di avere il 50% di donne nei leadership team entro il 2030: «non si tratta di una quota – spiega Enrico Galasso – ma di un’evoluzione culturale che consenta a tutti e tutte di esprimere il proprio talento. La picture of success dove i ruoli apicali sono equamente accessibili a donne e uomini è l’obiettivo, questo è uno strumento per arrivarci».
***
La newsletter di Alley Oop
Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.
Per scrivere alla redazione di Alley Oop l’indirizzo mail è alleyoop@ilsole24ore.com