L’ingresso nel suo studio di Fiumefreddo di Sicilia (piccolo comune sulla costa ionico-etnea di cui fu sindaca per ben due volte, negli anni Novanta) dà la precisa sensazione di essere tra quanti e quante godono di un privilegio. Migliaia di libri e, a fare capolino tra quegli scaffali, archivi di vite che dalla sua penna hanno ricevuto il dono della riscoperta o che ancora lo attendono. Marinella Fiume è un’intellettuale, è stata docente, è scrittrice, è femminista per vocazione.
Ci accoglie nel suo personalissimo regno della parola scritta. Lo spazio è intimo eppure universale, l’aria è densa e odora di inchiostri come incensi profumati, fotografie e quadri a perdita d’occhio. Apre ad Alley Oop per presentare Donne di carta in Sicilia. Itinerari sulle orme delle scrittrici, il suo ultimo libro, edito da Il palindromo nel marzo scorso.
Siciliane
Marinella Fiume di donne e di memoria si occupa da sempre. Sua è un’antologia dal titolo Siciliane, datata 2006, che è uno spartiacque; consultazione inevitabile per chi voglia seguire le orme di quante quella terra l’hanno resa fertile e sono state colpevolmente dimenticate. Per dirla con la scrittrice Ester Rizzo, sono 333 profili di letterate, pittrici, filantrope, scienziate, imprenditrici, fondatrici di ordini, sindacaliste, mercantesse, viaggiatrici. Donne scomparse nelle pieghe del tempo, aggiungiamo.
Quest’ultimo progetto editoriale sembra ricucire quel filo e ripartire da lì. Il volume è infatti un lavoro corale, di ricerca senza sosta, è una collazione di piccoli camei. In poco più di duecentocinquanta pagine, fitte di scrittura che travalica la carta e trascina, rivivono storie, e si rimescolano sotto ai nostri occhi.
Il libro è un lavoro di sartoria, la materia intessuta sono le vite delle donne rimosse: lo scopo è riportarle al sole, dare loro la dignità dell’esistenza. Questa volta sono tutte protagoniste della letteratura, spazio precluso per molto tempo, riservato agli uomini.
«Da Palermo a Messina, passando per Catania, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Siracusa, e poi Trapani e Agrigento, grandi centri e piccoli borghi sono i protagonisti di questo viaggio nell'”altra metà” dell’isola: luoghi che hanno dato i natali ad artiste di grande fascino e bravura, o che le hanno accolte durante brevi o lunghi periodi della loro vita e della loro carriera».
La nuova mappatura
Della Sicilia molte sono le possibili mappature, finora tutte per lo più al maschile: la Sicilia è viale degli uomini illustri; è terra di mafia, puntellata da una geografia di omicidi eccellenti; ma è anche regione del sud del mondo; territorio di movimenti di rivolta, di giovani che all’indomani delle stragi in cui furono trucidati Falcone e Borsellino si dissero pronti a una nuova primavera; è laboratorio politico, dove si provano alleanze per capire se conviene esportarle “al Continente” o meno.
E se dalle pagine di questo libro riemergono finalmente le donne, tra le tante Fiume decide di ridare memoria a Giuliana Saladino così da ridestare la giornalista, la militante del PCI, l’attivista che si inventò l’antimafia dei lenzuoli insieme alla figlia Marta Cimino all’indomani dei fatti di Capaci e via D’Amelio.
«Da giornalista, Giuliana Saladino si fa portavoce del malessere dei problemi della sua città, in un’analisi attenta e impietosa del costume e del malcostume imperante in Sicilia. Molte le inchieste di argomento politico, soprattutto riguardanti personaggi di spicco del governo locale e mafioso e le collusioni tra i due ambienti. Qualche esempio l’inchiesta sul caso De Mauro anch’egli cronista de “L’Ora”, scomparso nel settembre del 1970 a seguito di un presunto rapimento mafioso. Il libro De Mauro Una cronaca palermitana (1972) è, in realtà, un ritratto di Palermo, città amata e odiata allo stesso tempo, indolente e omertosa. Importanti i suoi articoli contro la speculazione edilizia ad opera della mafia, il cosiddetto “sacco di Palermo”, che distrusse molti pregevoli edifici liberty tra viale della Libertà e via Notarbartolo. Le lotte per l’emancipazione da un ruolo a cui tradizionalmente la società relegava la donna confluiscono nel saggio La politica, contenuto nel volume Essere donne in Sicilia (1976) e nelle battaglie per il referendum sul divorzio e per quello sull’aborto».
I territori si raccontano al femminile
Soprattutto sono i territori che si raccontano, non più al maschile; questa volta sono le voci di quante sono state zittite per anni, condannate al mutismo. Oggi quelle parole risuonano su percorsi di genere, tradotte in uno stile che è accattivante, con una forma che contribuisce al fascino e dà dinamismo.
Potremmo dire di avere tra le mani un vero e proprio taccuino. La lettrice e il lettore assumono presto, sin dalle prime pagine, la postura di chi si mette in viaggio. E la Sicilia, per dirla con Goethe, è il luogo dove si trova la chiave di tutto.
Il fedele resoconto di una peregrinazione letteraria, un atlante narrativo, una cartina geografica inedita, questo è Donne di carta in Sicilia. Nella mappa che da questo grand tour viene fuori si compiono itinerari che aprono a un’isola tutta nuova eppure antichissima.
Ciò che abbiamo sul tavolo, appena ripiegata l’ultima pagina, è una vera e propria guida che percorre la regione da nord a sud, da est a ovest e, finalmente, ai nomi di uomini illustri accoppia nomi di donne a cui quella terra deve molto, se non tutta se stessa.
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Autrice: Marinella Fiume
Titolo: Donne di carta in Sicilia. Itinerari sulle orme delle scrittrici
Editore: Il Palindromo
Prezzo: 19,50 €
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