Toponomastica, le vie italiane raccontano una storia senza donne

Passeggiare per le strade leggendo i nomi delle vie, un po’ per orientarsi e un po’ per curiosità, è un’azione che compiamo tutti i giorni senza quasi pensarci. Ogni via ha un nome, lo sappiamo, ma forse la maggior parte di noi non si è mai accorta che più del 90% delle strade e delle piazze sono dedicate a uomini.

Solo per fare qualche esempio: a Milano, secondo la piattaforma Mapping diversity su 2677 strade e piazze intitolate a persone, solo 135 sono dedicate a donne, mentre ben 2523 a uomini (il 94,2%). Non va molto meglio a Roma o a Torino dove gli uomini danno il nome rispettivamente all’92,8% e all’93,2% delle vie e delle piazze.

Censimento toponomastico

La situazione è simile nel resto del Paese. Dal censimento toponomastico nazionale condotto dall’associazione Toponomastica Femminile risulta infatti che la media di strade intitolate a donne va dal 3 al 5% e si tratta in prevalenza di madonne, sante e martiri.

A guardare questi numeri impietosi, sembrerebbe che il nostro Paese non abbia che pochissime donne meritevoli di essere ricordate. Donne a cui conferire l’onore di dare il proprio nome a uno spazio pubblico, conservandone così la memoria.

Eppure sono così tante le scienziate, le architette, le scrittrici, le magistrate, le poliziotte, le insegnanti che con la loro vita e il loro lavoro – proprio come i colleghi uomini i cui nomi sono riportati agli incroci delle strade – hanno fatto tanto per l’arte, la cultura, la scienza, la giustizia del nostro Paese.

Quartiere tutto al femminile a Firenze

È per cercare di colmare questo gap di genere che a Firenze sta per nascere un quartiere tutto femminile. Vie, piazze, giardini dedicati a donne illustri sorgeranno nel complesso Manifattura Tabacchi: un’area di oltre 110mila metri quadri su cui si sviluppava l’ex fabbrica di sigari fiorentina che dal 2018 è oggetto di un progetto di rigenerazione urbana promosso dalla joint venture costituita dalla società immobiliare del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti e da PW Real Estate Fund III LP, un fondo gestito da Aermont Capital.

L’area, in precedenza abbandonata, è composta da 16 edifici che ospiteranno una zona residenziale, negozi, caffè, ristoranti, uno studentato, un hotel e un polo creativo – la Factory – che ha aperto ad aprile 2023. La fine dei lavori è prevista per il 2026 ma nel frattempo alcuni spazi sono stati destinati ad attività culturali temporanee così da essere fin da subito una risorsa per la città e presto le strade che li attraversano avranno anche un nome.

Chi passeggerà per le vie e i giardini di questa nuova area tra poche settimane troverà come guida i nomi di sette donne che hanno fatto la storia dell’Italia. La scelta del comune di Firenze è ricaduta sulla scienziata Rita Levi Montalcini, a cui sarà dedicata una via e sulle scrittrici Grazie Deledda ed Elsa Morante, anch’esse titolari di due strade. La piazza principale sarà invece intitolata alle ‘Sigaraie’: le migliaia di lavoratrici che quando la fabbrica era attiva hanno abitato questi luoghi.

Le vittime di mafia

Altre due aree saranno dedicate a due donne vittime di mafia: si tratta di Emanuela Loi e Francesca Morvillo. La prima, che darà il suo nome a un giardino, è stata il primo agente donna della polizia di Stato a cadere in servizio. Emanuele Loi morì infatti a soli 25 anni nella strage di Via D’Amelio mentre faceva la scorta, insieme ad altri 4 colleghi, a Paolo Borsellino.

Francesca Morvillo è invece la magistrata, moglie di Giovanni Falcone, morta insieme a lui e ai loro tre agenti di scorta nell’attentato mafioso chiamato Strage di Capaci.
Una delle aree più particolari del complesso sarà infine intitolata all’architetta Gae Aulenti, morta nel 2012, che proprio a Firenze aveva iniziato i suoi studi.

Si tratta di un giardino pensile progettato sul tetto dell’edificio posto al centro di Piazza Morvillo che ospiterà uno spazio verde aperto al pubblico che conterà 100 alberi, 1.300 piante, oltre a cespugli, fiori e piante aromatiche.

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