A una nuova mamma chiedete sempre “come stai?”

Ancora allatti?
Perché non allatti?
Non tenerlo sempre in braccio altrimenti si vizierà!
Lascialo piangere, sono capricci!
Non cedere o l’avrà sempre vinta!
Perché non dorme in culletta?

Quante volte, con la nascita di una nuova vita, siamo state bersaglio di queste e altre domande dal sapore di sentenze? Come vi siete sentite?

Io mi sono sentita avvilita, insicura, in colpa, invasa. Invasa nella mia libertà. Libertà di scelta, ma ancor prima, nella mia necessità e libertà di comprensione. Comprensione di ciò che di nuovo stava accadendo, conoscenza di mia figlia appena arrivata. Perché non posso avere il tempo e la privacy per osservarla e capirla, imparare a conoscerla, senza che qualcuno mi dica cosa fare o non fare? Perché mi devo sforzare di capire i comportamenti degli altri, quando in questo momento ho bisogno io di supporto e comprensione? Perché non capiscono che a volte il nervosismo è difficile da controllare perché frutto di un accumulo di stress, preoccupazioni, dolori e carico emotivo di mesi e spesso valvola di sfogo? Mi chiedevo.

Non ci sono formule magiche o ricette valide per tutti, ogni mamma e ogni famiglia è a sé, eppure questa unicità non sembra essere rispettata.

Empatia e rispetto
E pensare che basterebbero empatia e rispetto.
Sembra così difficile capire che con una nuova vita nasce anche una mamma e un papà e con essi la necessità di trovare degli equilibri diversi, nuovi, ancora sconosciuti.
Equilibri fatti di emozioni forti, spesso mai provate prima, una diversa organizzazione, nuove consapevolezze, difficoltà, timori e tanti dubbi. Dubbi sull’allattamento e la nutrizione, dubbi sul peso, dubbi sulla capacità di farcela, dubbi sulla comprensione delle reali necessità del neonato e sulla giusta interpretazione di pianti e segnali. Dubbi.

Osservare e comprendere
È davvero così difficile capire che per essere di supporto ad una nuova famiglia, i giudizi e i consigli non richiesti devono essere lasciati da parte perché ingombranti e nocivi?
Perché invece non abbandonare il proprio punto di vista per sposare quello dei neo genitori?

Se vuoi essere di aiuto chiedi cosa serve, e rispettalo.

Dare la scelta e non il giudizio
Ogni mamma deve essere libera di scegliere che madre essere, in generale ogni genitore dovrebbe esserlo.
Non aderendo necessariamente ad un modello, del passato o del presente, “vecchio” o “nuovo”, ma unico, soggettivo, proprio. E per questo non giudicabile, né confrontabile.
Il confronto depotenzia e molto spesso rende insicuri. Nessuno è migliore o peggiore di altri, è semplicemente diverso.

Chiedi sempre ad una mamma come sta
Se è vero che una nuova vita porta gioia ed entusiasmo, è pur vero che tutte le attenzioni sono rivolte al nuovo esserino e la mamma automaticamente sparisce (anche se diventa subito visibile quando ci si sente in dovere di dare giudizi).
Ma la mamma è un mondo pieno di cose, una neo-mamma è un mondo pieno di cose che spesso non sa ancora gestire, o pensa di non saper gestire e l’aiuto più grande che le si può donare è il supporto delicato, attento, non invasivo.
Cure ed attenzioni, per una neo-mamma, sono preziose come l’aria, perché ha dato e sta dando tutto e ha bisogno anche lei di ricevere.

Come stai? Chiesto con reale interesse e con il cuore, scalda e rassicura.
Come stai? Palesato con i fatti oltre che con le parole, è di incredibilità utilità.
A volte basta stare accanto, capire e dare calore. Far capire che non si è invisibili, ma che anche la mamma è importante in quel momento, anzi è fondamentale.

Perché prima o tardi può arrivare quel momento.
Il momento in cui ti senti di colpo sopraffatta. Dalla stanchezza, dal nervosismo, dall’emotività che fino a quel momento hai messo da parte e che all’improvviso ti presentano il conto e ti senti in un frullatore che non sai spegnere.
A me è successo all’ottavo mese di mia figlia. Ma come non subito alla nascita?
Ogni storia è a sé, ognuno ha il proprio carattere.
In generale ho una buona resistenza e tendo a focalizzarmi sull’obiettivo dando priorità, e in quel momento la priorità era ovviamente mia figlia.
Ma quando per mesi vai avanti e superi le difficoltà, fisiche, pratiche ed emotive, può capitare che arrivi quel momento.
Io sono stata fortunata e alle mie richieste di aiuto hanno risposto, ma non è sempre così, non tutte le mamme hanno il supporto di una famiglia, di amici, di persone che sono pronti a stringersi intorno ed accogliere.

Ogni mamma vive la sua personale esperienza, che a volte diventa battaglia.

Non trascurate le neo-mamme,
non lasciatele sole,
sforzatevi di comprenderle,
di vedere con i loro occhi e non i vostri.

Hanno bisogno di sentirsi supportate non sopportate,
di sentirsi accolte non giudicate.

Chiedete spesso ad una mamma “come stai”?

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