Violenza sulle donne, al via in 5 città la campagna #sicurezzaVera

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Il contrasto alla violenza di genere arriva anche nei pubblici esercizi. Luoghi affollati e vitali, soprattutto in estate, i bar, i ristoranti e i locali italiani si preparano a diventare presìdi di sicurezza a difesa delle donne e promotori della cultura di genere. È infatti pronto a entrare nel vivo il progetto #sicurezzaVera, partito ufficialmente il 28 aprile scorso con la firma di un protocollo tra la Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, il Gruppo Donne Imprenditrici della Federazione e la Polizia di Stato.

Nel corso del mese di luglio, il porgetto è stato e sarà presentato in cinque città italiane: dopo aver toccato Pisa lunedì 5 e Matera lunedì 12 arriverà a Latina, giovedì 15, a Rimini, martedì 20 e a Gorizia, mercoledì 28. L’obiettivo, dicono i promotori, è quello “di incrementare i livelli di sicurezza delle persone e degli stessi esercizi, nel quadro di aggiornate strategie di prevenzione di eventi illegali o pericolosi, connessi a forme di violenza di genere”.

Troppo spesso i pubblici esercizi vengono dipinti come luoghi pericolosi – sottolinea la presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe – Confcommercio, Valentina Picca Bianchi – Luoghi nei quali si pensa che sia lecito fare avances spinte alle ragazze che servono ai tavoli, o nei quali un sorriso in più fatto da una donna che lavora dietro a un bancone viene subito male interpretato. Luoghi in cui si lavora fino a notte fonda e, spesso le donne, titolari o dipendenti che siano, chiudono le saracinesche rimanendo sole nelle città ormai quasi deserte. Noi vogliamo ribaltare questo stereotipo e rafforzare i nostri locali in presìdi di legalità e di sicurezza, nonché, creare una rete per promuovere e diffondere la cultura di genere. Per le dipendenti, le clienti e le titolari di aziende. E il primo passo per prevenire la violenza è quello di riconoscere i segnali di pericolo. Grazie al supporto della Polizia di Stato, insegneremo sia alle donne sia agli uomini a riconoscere questi segnali e insegneremo loro come reagire”.

La fase sperimentale, nel suo complesso, arriverà ad interessare 20 città entro il 2021, dopodiché il modello verrà esteso a tutti gli esercizi pubblici che rappresentano da sempre la più ampia rete di presidio territoriale di cultura, socialità e tradizione presenti in Italia: 1 esercizio pubblico ogni 250 abitanti, 1 bar ogni 400 abitanti. Il progetto darà centralità ai pubblici esercizi sotto due aspetti principali: uno, riconoscendoli come punto di riferimento e luogo sicuro; due, rafforzando la sicurezza all’interno dei locali stessi. Il progetto sarà promosso da una campagna di comunicazione multitarget e omnicanale che parlerà ai ragazzi e agli adulti con l’obiettivo di creare un network permanente sulla cultura di genere. Il centro del progetto saranno le iniziative informative e formative per diffondere la conoscenza delle tematiche relative alla cultura di genere e alla violenza basata sul genere grazie al contributo attivo della Polizia di Stato.

Vera, dal germanico protezione, è il nome di una donna. É un nome forte, deciso, determinato in cui ogni donna potrà identificarsi: “Io sono Vera, ogni donna è Vera”. Vera è anche un’esclamazione: “Io sono Vera quando sono #sicura”. Il progetto vuole promuovere l’immagine di una donna nuova, consapevole e sicura e con gli occhi aperti. Vera vuole sensibilizzare e promuovere la cultura di genere, il rispetto, il valore della diversità, la condivisione e l’inclusività.

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  • Chiara Di Cristofaro |

    Buongiorno, per avere informazioni sull’iniziativa le consiglio di contattare la Fipe-Confcommercio della sua Regione, che le saprà dire quando sono in programma giornate formative. Grazie a lei per la sua attenzione, Chiara

  • Massimo Tatti |

    Buongiorno. Questa mattina sono stato informato da una mia cara amica che ha saputo di una riunione/incontro ad Olbia ma non mi ha saputo dare altre informazioni. Io sono un consulente che in diverse occasioni e contesti ho avuto modo di partecipare a discussioni e momenti collegiali molto importanti, ed è per questo motivo che scrivo chiedendo se gentilmente potete mettermi nella condizione di conoscere se queste tematiche e, presumo, “giornate” di sensibilizzazione prevedono qualche appuntamento in Sardegna. La questione è non solo interessante ma decisamente seria e grave per tutto ciò che viviamo in maniera più “forte” negli ultimi anni… Vi ringrazio per leggermi prima di tutto e grazie se posso ricevere notizie nel merito. Gamtazie anche per quello che fate OVVIAMENTE! Massimo

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