Dalla certificazione sulla parità di genere alla cultura digitale: il piano per l’empowerment delle donne

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All’indomani della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza maschile sul le donne, dopo un susseguirsi di voci e commenti, è probabilmente il momento di tirare le somme. Inquadrando il fenomeno della lotta a questa piaga, che riguarda una donna su tre nel mondo, anche nella più ampia strategia per arrivare alla parità di genere. La ministra per le pari opportunità, Elena Bonetti, ha annunciato l’avvio a dicembre del primo piano nazionale strategico  ad hoc. Politiche che vanno a braccetto con il piano per l’Empowerment femminile, presentato in un apposito cluster, in vista della ripartizione delle risorse del Recovery Fund.

E allora vediamo queste misure nel loro insieme: sono 8 voci di cui alcune già anticipate nella Legge di Bilancio. C’è ad esempio la previsione dell’introduzione della certificazione sulla parità di genere, sia nel mondo imprenditoriale sia in quello della pubblica amministrazione.  Un percorso, quello del cosiddetto ‘bollino rosa’ già scelto da varie multinazionali e realtà aziendali. Tra le misure anticipate nella manovra, si contano  quelle per le famiglie come l’assegno unico e il fondo impresa femminile. Quest’ultimo ha l’obiettivo di promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria rosa, la diffusione dei valori di imprenditorialità e lavoro tra le donne, massimizzando il loro contributo allo sviluppo economico e sociale del Paese. Sono, inoltre, previsti strumenti di decontribuzione per incentivare il lavoro femminile, ricordando che in Italia lavora oggi meno di una donna su due e c’è ancora presente il fenomeno del gender pay gap, cioè delle disparità salariali tra uomini e donne a parità di mansioni. Un altro punto del cluster Empowerment è rappresentato  dall’obiettivo più generale di valorizzare le donne nel mondo delle aziende e in quello economico.

Per le vittime di violenza economica, in particolare, è pronta una misura nuova, il microcredito di libertà, un fondo di garanzia da tre milioni di euro, garantito dallo Stato, che, come annunciato dalla ministra Elena Bonetti al Sole 24 Ore, è in arrivo e si sono già definiti i partner del progetto: Abi, Federcasse, Caritas ed Ente nazionale per il Microcredito.

Attenzione è dedicata anche a fornire gli strumenti culturali alle donne per rendere più facile l’inserimento nel mondo del lavoro.  Tra gli otto punti del cluster Empowerment c’è, infatti, la diffusione della cultura digitale per l’inclusione qualificata delle donne nel lavoro.  Sempre insistendo su questo tema, nel cluster dell’Educazione, è stata inserita l’acquisizione delle competenze Stem di bambine e ragazze. Tornando al cluster Empowerment, last but not least, c’ è la valutazione dell’impatto sulla parità di genere su tutte le azioni del Pnrr, cioè del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Insomma i piani individuati su cui agire sono molti, anche a livello generale, dall’istruzione al lavoro alla famiglia. Probabilmente in questo momento storico ci sono anche le risorse per farlo, ora occorre passare ai fatti, determinando nel 2021 un vero cambio di passo.

  • Rosangela Paparella |

    Mi interesso di politiche sociali e in particolare di politiche Antiviolenza su donne e minori

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