Dalle bombe nascono gioielli: il progetto di ricostruzione di No War Factory

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Mettete dei fiori nei vostri cannoni” cantavano “I Giganti” alla fine degli anni Sessanta, quando i giovani di tutto il mondo provavano a fare la rivoluzione dei diritti, della pace nel mondo contro la  guerra in Vietnam. Quel conflitto ventennale, che aveva stimolato tanta produzione musicale e cinematografica, ha un’eco ancora oggi. Pochi forse sanno che i resti di quella guerra giacciono ancora oggi tra le campagne sperdute del Laos dove gli Stati Uniti sganciarono, tra il 1964 e il 1973, oltre due milioni di tonnellate di ordigni.

unknown-4Ma se “dai diamanti non nasce niente”, per andare di citazione in citazione musicale, da quelle bombe inesplose oggi nascono gioielli in alluminio che ridanno speranza alle popolazioni contadine del paese del Sud Est asiatico. È questa, infatti, l’idea di due coniugi, Massimo Moriconi e Serena Bacherotti, ai quali l’anno scorso si è unito un terzo socio, Riccardo Biagioni, che prende il nome di “No War Factory”, una linea di gioielli realizzati da artigiani dei villaggi rurali del Laos, riciclando scarti di ordigni bellici risalenti al conflitto USA-Vietnam ed altro materiale di recupero.

Gli artigiani laotiani realizzano questi manufatti con una tecnica chiamata “a staffa”, ovvero per mezzo di semplici stampi in argilla nei quali viene successivamente colato l’alluminio fuso. I prodotti vengono poi importati in Italia ed impreziositi dal lavoro di orafi locali, per dare loro maggior appeal commerciale sul mercato europeo. E sono certificati poiché non c’è alcuna tossicità o radiazione.

OLYMPUS DIGITAL CAMERATutto questo contribuisce principalmente a due obiettivi: sostenere attivamente progetti di sminamento di quei terreni – in realtà sarebbero necessari 125 anni per il completo sminamento del Laos al ritmo attuale, come riportano sul loro sito – e contribuire ad aiutare i lavoratori locali, che non hanno molte fonti di sostentamento, soprattutto se pensiamo che il Laos non è un Paese ad elevata attrattività turistica ed è molto povero. In molte zone manca persino la corrente elettrica e l’acqua corrente. Parte del profitto, infatti, viene devoluto in progetti di sminamento ed acqua potabile.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAIl loro è un lavoro lento e accurato, fatto di attenzione alle persone, di incontri e di tanta passione. «Sono 10 anni che andiamo in Laos per realizzare progetti di beneficienza – spiega Massimo Moriconi – soprattutto per la distribuzione di filtri in ceramica trattati con argento colloidale, che distribuiamo alle famiglie dei villaggi rurali. La soddisfazione ogni volta che torniamo è enorme anche se quello che riusciamo a fare è veramente pochissimo».

Dal viaggio, dunque, quella preziosa intuizione che provano a far funzionare a migliaia di chilometri di distanza, grazie a Internet e ai social network.  «L’attività commerciale è iniziata da 2 anni  – racconta Moriconi, in procinto di tornare in Laos tra pochi giorni – quando ad un mercatino di Luang Prabang abbiamo comprato alcuni bracciali realizzati riciclando scarti  bellici, da lì l’idea di incontrare personalmente gli artigiani di questo villaggio ed iniziare una collaborazione. I prodotti che compriamo da loro (al prezzo che ci richiedono) vengono poi esportati in Italia dove nel tempo abbiamo realizzato e migliorato il packaging e grazie a diversi orafi migliorato la nostra linea».

whatsapp-image-2019-02-16-at-09-00-43Stando ai dati forniti sul sito, per chi volesse approfondire ulteriormente, il 30% delle bombe sganciate è rimasto inesploso. Praticamente 80 milioni di bombe da disinnescare. Dal 2008 ad oggi i morti sono stati circa 160, di cui la metà bambini che tentavano di aprire gli ordigni per rivenderne poi il metallo. Le bombe inesplose sono spesso del tipo cluster, ossia quelle a grappolo.

Attualmente l’azione di sminamento è portata avanti da enti specializzati. E accanto all’attività più strettamente commerciale, con finalità etiche e di economia circolare, c’è anche l’associazione “Sons of Mine”, guidata dai tre soci e da un gruppo di amici e sostenitori che si occupa di raccolta fondi per sostenere progetti di sminamento del territorio e di distribuzione di acqua potabile.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAGià. In Laos l’80% delle famiglie deve far bollire l’acqua prima di poterla bere. Non è una cosa da poco. E francamente si fatica a concepire come questa situazione sia ancora possibile nel 2020. «Questo E-commerce ci permette, al momento – conclude – di aiutare economicamente circa 10 famiglie del villaggio, e inoltre con il 10% del ricavato netto annuo riusciamo a realizzare progetti di approvvigionamento per dare acqua potabile ai villaggi rurali ed una parte da donare all’associazione MAG di sminamento. Da 2 anni collaboriamo anche con Emergency e altre  associazioni come “Baobab Experience”, “Open Arms Italia” e “Tam Tam Basket”».

  • Suzi Perry |

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