La lotta contro la Tampon Tax non si ferma. La petizione di Onde Rosa

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Manifestazione maggio 2019

La loro petizione lanciata un anno fa ha superato le 250 mila firme. Chiedevano l’abbassamento della Tampon Tax, l’IVA dal 22% che grava sui prezzi degli assorbenti e corrisponde all’aliquota più alta prevista in Italia su beni e servizi.

«Avere il ciclo non è un lusso né tantomeno una scelta e gli assorbenti non sono un accessorio, ma una necessità per ogni donna. Il costo degli assorbenti non è un problema che riguarda esclusivamente le donne ma coinvolge tutta la famiglia, uomini compresi!» hanno scritto su charge.com le ragazze dell’associazione “Onde Rosa” in quello che è diventato il loro manifesto.

screenshot_20191129-011227_twitterLa scorsa settimana il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri con un tweet ha annunciato il taglio della tampon tax: «L’IVA su tamponi e assorbenti compostabili e biodegradabili passa dal 22 al 5%. Un primo segnale di attenzione per milioni di ragazze e donne nel #decretofiscale su cui abbiamo lavorato con le deputate di maggioranza di #Intergruppodonne». È una delle misure inserite nel nuovo Decreto Fiscale.

«Per noi è comunque un risultato positivo. Anche se non risolutivo. La nostra battaglia va avanti e non si ferma qui» dice Silvia De Dea, 24 anni, studentessa di giurisprudenza all’Università Statale di Milano, e cofondatrice insieme a Gaia Romani di “Onde Rosa”, uno spazio di confronto e attivismo sui temi legati all’uguaglianza di genere.

«Per noi la battaglia sulla tampon tax esemplifica chiaramente la discriminazione che le donne continuano a subire. Abbiamo lanciato la petizione il 24 dicembre dell’anno scorso con l’idea di coinvolgere amiche, ma anche amici e familiari, cercando di diffondere un impegno serio su questo versante, non ci aspettavamo di raccogliere così tante firme. Dopo un mese eravamo già a 50 mila» racconta Silvia, che insieme alle altre ragazze e ragazzi che si sono uniti in questa lotta, ha organizzato una manifestazione a Roma davanti a Palazzo Montecitorio, sede del Parlamento, il 29 maggio scorso, per sollecitare un’azione politica da parte del Governo: «Abbiamo cercato di sensibilizzare deputati e deputate. Quando tre anni fa gli onorevoli Beatrice Brignone e Giuseppe Civati avevano portato avanti una proposta di legge per il taglio della tampon tax erano stati, a torto, quasi derisi. Non era un tema considerato politico. Ora invece dopo anni di sensibilizzazione c’è stata una piccola svolta. È vero, non ce l’abbiamo fatta del tutto, però è un passo avanti».

C’è poi per Silvia qualcosa di più: «Anche se il provvedimento non soddisfa completamente la nostra richiesta, è per noi significativo. È stato il Ministro dell’economia ad aver dato l’annuncio lasciando la porta aperta a nuove iniziative. Vuol dire che la tampon tax è un problema che è stato recepito come degno di attenzione. Questo dimostra a tante ragazze attiviste che combattere per qualcosa può portare a dei risultati»

La riduzione dell’IVA è prevista solo sui prodotti biodegradabili. Quanti sono gli assorbenti o le protezioni intime che rispondono a questi requisiti? E le aziende cosa faranno? Domande che devono trovare ancora risposta.

«C’è chi ha detto che gli assorbenti inquinino – osserva Silvia – Ma il problema delle mestruazioni e quello dell’ambiente per me viaggiano su due piani diversi. Ci sono dei prodotti igienico sanitari femminili che permettono di combattere sensibilmente l’inquinamento come gli assorbenti lavabili o coppette mestruali, che pare siano stati inseriti nel provvedimento. Però è anche vero che ogni donna deve scegliere quello che la fa sentire meglio e a proprio agio con il suo corpo. Da un lato è necessario garantire la libertà di scelta. Ci sono tante ragazze che non possono o non vogliono usare coppette o assorbenti labili. Dall’altro, io spero che, con questa nuova attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, tante aziende siano ora incentivate a produrre alternative ecologiche senza che siano costose».

whatsapp-image-2019-11-29-at-19-20-19“Il ciclo non è lusso”, è una richiesta che deve far fronte a esigenze concrete non solo delle donne, ma anche dell’intera società. «Il nostro obiettivo era e rimane abbassare l’IVA al 5% su tutti gli assorbenti e i prodotti per l’igiene intima che servono alle donne quando hanno le mestruazioni – afferma Silvia – È una questione di equità e giustizia sociale».

Le Onde Rosa stanno organizzando un progetto, che partirà nel 2020, di raccolta di assorbenti e protezioni intime per sostenere tutte le donne in povertà o difficoltà economica, per contrastare la “period poverty”, che colpisce le donne. È il mancato accesso a prodotti sanitari, all’educazione all’igiene mestruale, ai servizi igienici.
«Io sono una studentessa fuori sede e capita che mi arrivino le mestruazioni alla fine del mese quando ho i soldi contati. A volte può essere un problema. Come si possono sentire le ragazze e le donne in completo stato di povertà?» si chiede Giulia. Non è un tema secondario.

Le studentesse in tutta Italia si sono mobilitate. Nei bagni di tanti atenei e scuole hanno creato le tampon box, le scatole in cui distribuire gratuitamente gli assorbenti.
Una bella manifestazione di attivismo e sorellanza.
Perché lotta contro la tampon tax non si ferma qui.