I ghiacciai ci stanno avvertendo che il nostro pianeta è in pericolo

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«I ghiacciai sono i perfetti testimoni di uno dei più grandi problemi del nostro tempo: le mutazioni del clima» dice Guglielmina Adele Diolaiuti, professoressa associata di Geografia fisica e Geomorfologia all’Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Scienze e politiche ambientali, ESP), studiosa dei ghiacciai alpini ed extra alpini, di quelli del Karakorum, Himalaya, Ande e Antartide. Si occupa anche di acque superficiali e della climatologia alpina ed è coordinatrice del Tavolo permanente Biosfera e Territorio agli Stati Generali della Montagna presso il Dipartimento Affari generali e autonomie (DARA) del Governo italiano.

È una delle protagoniste del Tedx di Bergamo, che si è tenuto sabato scorso. Quattordici speaker di cui sei donne (le altre sono Sara Taglialagamba storica dell’arte, la fotografa del National Geographic Ami Vitale, Anna Zhilyaeva specializzata in pittura 3D, Alessia Zecchini, campionessa mondiale di apnea, Ilaria Galbusera capitana della nazionale di Pallavolo sorde) che si sono confrontati sul tema “Wonder” (meraviglia), la forza straordinaria che spinge ad andare oltre i propri limiti, a immaginare, a viaggiare, a permettere di sviluppare talenti, imprese fino a raggiungere la scoperta di nuovi mondi.

Un evento, che si è tenuto il giorno dopo lo sciopero globale per il clima, “Global Strike for future”, che ha portato milioni di persone in tutto il mondo a manifestare perché si attuino azioni concrete che arrestino i cambiamenti dell’ambiente.

«È un argomento che deve interessare ognuno di noi» sostiene la professoressa Diolaiuti che al Tedx ha parlato della meraviglia dei ghiacciai attraverso una narrazione che smantella convinzioni errate e luoghi comuni. «Non sono elementi fermi e immobili che impreziosiscono il paesaggio. I ghiacciai sono mobili e dinamici, in continua trasformazione. Molti pensano che siano solo sono bianchi e candidi. In realtà sono luoghi unici che sprigionano luci e colori diversi nell’arco della giornata» spiega Diolaiuti che ne è affascinata sin da quando era piccola.

La scienziata italiana fa parte di un gruppo di ricerca che sta studiando come sui ghiacciai siano presenti sostanze inquinanti provenienti dall’atmosfera: «Abbiamo individuato dei batteri che riescono a degradare questi elementi tossici. Stiamo osservando anche le mutazioni dei terreni scoperti dal ghiaccio che si scioglie» rivela.

df2a1da6-1b7f-49a3-9003-b76c7b65a179I ghiacciai ci stanno avvertendo che il nostro pianeta è in pericolo: «Tutti i sistemi naturali reagiscono al clima che cambia. Ci sono specie animali che rischiano l’estinzione e la vegetazione arborea è più alta perché andiamo incontro a un clima sempre più caldo con temperature elevate. Ma è difficile osservare questi fenomeni – asserisce la climatologa – Bisogna essere allenati ed educati a riconoscere gli animali o le piante per poter notare queste variazioni. Per i ghiacciai, invece, è diverso. Le mutazioni del clima hanno portato a un aumento di temperatura di all’incirca due gradi negli ultimi 150 anni. All’apparenza può sembrare un piccolo scarto, in realtà è un innalzamento consistente che ha provocato un arretramento dei ghiacciai fino a 2 km. Qualcosa che chiunque è in grado di cogliere».

Una situazione allarmante che non risparmia l’Italia: «Il ghiacciaio dei Forni, Alta Valtellina, in Lombardia è arretrato per 2 km. I ghiacciai delle Alpi Italiane si sono ridotti in media di oltre il 30% in 50 anni. In alcuni casi questa percentuale arriva al 50%. Anche lo spessore si è ridotto di oltre 70 m» dice Diolaiuti che aggiunge: «L’acqua che perde il ghiacciaio si riversa nei fiumi. Alimenta le centrali idroelettriche, ma aumenta anche il livello dei mari».
Sono variazioni consistenti e innegabili, i dati parlano da soli. In maniera inequivocabile dicono che sono in atto delle mutazioni ambientali preoccupanti che stanno mettendo a rischio la Terra.

«Occorre agire immediatamente per il clima. Come se la nostra casa fosse in fiamme» sono le parole di Greta Thunberg, la giovane attivista che ha iniziato la scorsa estate a protestare ogni venerdì di fronte al Parlamento svedese per chiedere misure più efficaci contro i cambiamenti climatici. Ora è tra le candidate al prossimo premio Nobel per la Pace. È riuscita a dare vita a un movimento mondiale, quello dei FridaysforFuture, i giovani che in tutto il globo ogni venerdì protestano perché ci sia più attenzione nei confronti dell’ambiente. Vogliono un cambiamento ora, adesso.

«Siamo i custodi del nostro Pianeta e non i padroni. Lo dobbiamo tenere sempre ben presente. La scienza dice che il riscaldamento terrestre e le variazioni delle precipitazioni sono conseguenze dell’aumento dei gas serra nell’atmosfera» dice Diolaiuti. La colpa è quindi nostra, degli esseri umani.

Una ricerca condotta da Benjamin Santer, ricercatore presso il Lawrence Livermore National Laboratory in California, uscita proprio in questi giorni su Nature lo conferma. Cè solo una possibilità su un milione che il riscaldamento del pianeta sia dovuto ad altri fattori e non alle emissioni di gas serra provocate dall’uomo.
«Dobbiamo cambiare rotta cercando delle strategie per intrappolare la Co2 presente in atmosfera, limitando il più possibile queste immissioni perché poi rimangono in atmosfera per tempi lunghissimi. L’Italia le ha ridotte del 15% ma non basta. Bisogna continuare su questa strada» Diolaiuti ne è convinta.

Servono politiche ambientali governative adeguate, ma anche una presa di coscienza da parte dei singoli cittadini. Uno stile di vita attento e consapevole può fare la differenza. «Ogni anno ho una classe di 500 matricole e poco meno della metà sa cosa sia “l’effetto serra”(il fenomeno che ha portato al riscaldamento globale). Dobbiamo essere informati su quello che sta accadendo al nostro pianeta e trasformarci in agenti attivi del cambiamento. Significa ridurre l’uso delle auto e scegliere mezzi di trasporto come la bicicletta, compiere delle scelte alimentari a chilometro zero. Adottare la dieta mediterranea che prevede alimenti di stagione e non sprecare il cibo. In Italia il 40% della frutta e della verdura finisce nella spazzatura. È importante anche fare la raccolta differenziata o scegliere per le vacanze luoghi a corto raggio» spiega la docente.

Il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali (ESP) dell’Università degli Studi di Milano in cui lavora la professoressa Diolaiuti ha realizzato un test autovalutativo disponibile qui che permette di capire come le nostre abitudini quotidiane impattano sul clima. «I dati che abbiamo raccolto dicono che i più virtuosi è più attenti ai consumi sono gli over 60. Stiamo lavorando anche a una versione del test per i bambini. Devono essere sensibilizzati e informati. Sono i cittadini del futuro».