Da domani voglio un aumento di stipendio del 7%

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Mancano due giorni ormai all’#8marzo, e come ogni anno questo è tempo di bilanci. A che punto sono, del mio personale percorso verso il raggiungimento della perfetta parità? Un suggerimento mi arriva dagli esperti di PriceWaterHouse: per raggiungere almeno la parità salariale, in quanto donna e in quanto italiana, indipendentemente dal mestiere che faccio e dal livello contrattuale che ho raggiunto, dovrei richiedere un aumento di stipendio del 7%. Da domani.

Così dice il Women in Work Index edizione 2019. Misura il gender pay gap delle donne in una trentina di Paesi al mondo: dalla differenza nei livelli occupazionali fino ai salari percepiti. Il tutto condito da un interessante occhio sul Pil della nazione: in Italia, per esempio, se le donne raggiungessero lo stesso livello di inclusione nel mercato del lavoro delle svedesi – che quanto a parità sono le prime della classe – il Pil del Paese guadagnerebbe 580 miliardi di euro. Altro che la manovra.

Gli esperti inglesi insomma mi dicono che per essere pari dovrei guadagnare il 7% in più. E mi dicono anche che tutto sommato devo essere contenta: se vivessi negli Stati Uniti, domani mi ci vorrebbe molto più coraggio nell’affrontare il mio datore di lavoro. Perché l’aumento che dovrei chiedere sarebbe del 22%. Del 20% sarebbe la richiesta da fare nel Regno Unito, del 17% in Spagna e in Francia, addirittura del 28% in Germania.

Perché allora l’Italia, nell’indice Women in Work, si colloca solo la 29esimo posto, mentre la Gran Bretagna per esempio è tredicesima, nonostante le sue donne in media guadagnino addirittura un quinto in meno degli uomini  a parità di stipendio? Semplice: perché in Italia l’occupazione femminile è tra le più basse. Da noi lavora infatti solo il 33% delle donne, una su tre, contro il 61% degli uomini in età da lavoro. Mentre in Inghilterra le donne con un’occupazione a tempo pieno sono il 45% del totale. La vetta più alta del lavoro femminile? È quella raggiunta dalla Svezia, dove ha un impiego addirittura il 63% delle donne.