Si fanno chiamare “uovas”. Sono quattro creative trentenni di Livorno che si sono unite in nome dell’arte. Uovo alla Pop è il nome suggestivo del loro progetto avviato l’anno scorso nel quartiere Garibaldi, alla periferia della città toscana.
«Il nostro è un grande sogno realizzato» afferma Valeria Aretusi, architetta e dj, una delle componenti di questa sorellanza artistica nata da una fortissima amicizia, un’esplosione di arte proteica costituita anche da Viola Barbara, poetessa, Giulia Bernini, designer, e Libera Capezzone, in arte Libertà, pittrice. «Abbiamo scelto di appellarci in questo modo – spiega Valeria – perché l’uovo è un segno di rinascita, un incubatore di vita, un simbolo artistico. Per noi è pop perché rispecchia la nostra filosofia che è quasi una missione: fare in modo che l’arte contemporanea sia accessibile a tutti».
Queste quattro donne hanno fatto squadra, insieme si sono scoperte più forti e hanno unito i loro saperi, esperienze e talenti per portare avanti un punto di vista comune. Un’idea di arte che non è fine a se stessa, ma che ha un forte impatto sociale. Un modo di agire e pensare quello delle uovas che è come un manifesto: «La nostra idea è permeata da un profondo senso etico e civico. Vogliamo far pensare e smuovere le coscienze».
Uovo alla Pop non è solo galleria d’arte. Nato come spazio pop-up da un progetto di rigenerazione urbana in uno dei quartiere più complicati di Livorno, il collettivo ha deciso fin da subito di radicarsi in città. Partite da un piccolo garage, le uovas hanno investito in uno spazio ancora più grande, incastonato nel cuore del centro storico tra Scali del Pontino, quartiere Venezia e Quartiere Garibaldi, vista aperta sulla Fortezza Nuova, e il vento fertile del mare che arriva dall’orizzonte pieno di idee. Ora questo sodalizio femminile è pronto a dare il via a una grande sfida: il primo festival di Street art di Livorno. Il progetto “Parete Aperta” che partirà il 4 novembre e andrà avanti per un anno intero. Un’iniziativa finanziata con un crowdfunding.
Una bella scommessa vinta grazie a impegno, dedizione, volontà: «All’inizio, lo ammetto, ci siamo un po’ scoraggiate – racconta Valeria – Ma anche se il primo mese è stato un flop, non ci siamo perse d’animo. Ci siamo fatte conoscere. Il nostro motto era grow – funding: spendere per crescere insieme e trasformare il volto della città. Siamo scese in piazza, abbiamo incontrato le persone e organizzato tanti eventi per spiegare perché era importante sostenerci e ce l’abbiamo fatta. Grazie a chi ha donato e a tre sponsor fondamentali per realizzare il nostro sogno: Cromology per le vernici, Capo Verso per la comunicazione, Virtualmente Art che creerà una mostra fotografica 3D di tutte le nostre esposizioni in galleria e Mollo Noleggio per il braccio meccanico con cui si potrà salire in cima alle pareti da dipingere».
Muri, serrande, palazzi, edifici pubblici ospiteranno opere e incursioni artistiche.
«Diciamo giocosamente che rifaremo il trucco alla città. Vogliamo far capire che l’arte può sembrare effimera ed illusoria, in realtà ha una portata rivoluzionaria. Attiva nuove modalità di pensiero. Ha un senso profondo» le uovas ne sono convinte.
Per riqualificare un quartiere o il degrado non basta la creatività, può essere però il primo passo di un cambiamento. E la Street art aiuta. È arte da frequentare quotidianamente. Una risposta di bellezza e colore a un grigiore che a lungo è stato immutabile.
«Il nostro lavoro – dice Valeria – è lento. Non può avere effetti repentini. Noi non vogliamo sostituirci a un presidio, non abbiamo il potere di debellare la criminalità. Per noi riqualificare con l’arte significa arrivare alle persone attraverso un lungo periodo di formazione quotidiana. Stiamo cercando di sensibilizzare artisticamente il contesto cittadino, non solo il nostro quartiere, ma tutta Livorno per rianimare le zone decadenti. Devono cambiare verso e diventare il fiore all’occhiello della città».
Il primo passo del festival è già in atto. A inaugurarlo è arrivata una delle street artist italiane più famose della scena artistica internazionale. Gio Pistone sarà protagonista con le sue opere di una mostra personale in galleria e sta lavorando al grande murale che sorgerà sulle pareti dell’Asl Nord Ovest in cui c’è una residenza per anziani. Un’opera che consacrerà quel luogo. Sul muro troneggerà infatti la dea Diana, Artemide per il mondo greco. «A ispirarmi – spiega l’artista – sono state queste quattro ragazze guerriere. Poi stiamo vivendo un momento storico particolare per le donne. Unite devono difendere i loro diritti acquisiti e conquistarne di nuovi. La forma di questo edificio mi ha fatto subire pensare a un tempio» dice Gio che spiega perché abbia scelto di raffigurare proprio Diana: «È conosciuta per essere la dea della caccia, ma è anche la divinità della sorellanza, della forza delle donne, la dea del potere inclusivo e aperto. È la dea della fauna e dei boschi, vigila su ogni essere vivente. Diana è un simbolo che permette di parlare di uguaglianza e di accoglienza. L’opera apparirà su queste pareti circolari con l’augurio che possa continuare ad essere sempre un luogo aperto a tutti».
Gli abitanti racconta Valeria sono già entusiasti: «Alcuni si sono emozionati mentre osservano Gió che lavorava al murale». In programma ci sono tante altre iniziative come i tour di Street art per scoprire gli effetti benefici dell’arte urbana o i laboratori per i bambini. «L’arte in cui crediamo è impregnata d’amore nel senso di passione, di voglia di cambiare le cose – ribadisce Valeria – L’arte può essere salvifica. Può ispirarci, può essere per ognuno di noi la nostra sorgente inesauribile di forza».