Bambini, in Italia aumentano a 5.788 i minori vittime di reati (+8%)

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Neanche l’Italia sembra essere un Paese per bambine. Domani 11 ottobre è il giorno in cui si celebra, da sette anni, la Giornata mondiale delle bambine. L’ha inaugurata l’Onu, nel 2012, per puntare i riflettori sui diritti negati e sulle situazioni drammatiche frequenti soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Ma le notizie, anche dal fronte nostrano, non sono buone. I minori vittime di reati in Italia sono aumentati, nel 2017, dell’8% alla cifra di 5.788. Rispetto a 10 anni fa si registra un’impennata del 43 per cento. Lo raccontano i dati del Comando Interforze della Polizia di Stato, elaborati nel nuovo dossier della Campagna Indifesa di Terre des Hommes. Oggi 6 su 10, cioè il 60% delle vittime sono bambine (nel 2016 era il 58%). Nel rapporto di Terre des Hommes si nota anche il boom del numero dei minori vittime di reati legati alla pedopornografia: +57% per la detenzione di materiale pornografico (per l’86% femmine) e +10% per la loro produzione, che coinvolge per l’84% bambine e ragazze. Di fronte a questo scenario, presentando i dati in Senato, il presidente di Terre des Hommes Italia, Raffaele Salinari, chiede l’intervento del Governo: “per non dimenticare l’infanzia mettendo al centro, come chiediamo da anni, interventi concreti”.

La violenza sui bambini non si ferma neanche alle porte di casa.  Anzi il reato che miete il maggior numero di vittime tra i minori, 1.723, è proprio il maltrattamento in famiglia che aumenta del 6 per cento. In una fotografia buia, fatta di numeri che crescono, c’è anche qualche reato che fa segnare invece un calo: scende il numero delle vittime di prostituzione minorile (-35%, per il 73% femmine) e di sottrazione d’incapace (-18%, il 49% femmine).    In aumento, invece, la violenza sessuale che colpisce in larga maggioranza le bambine. Le vittime (per l’84% femmine) sono aumentate del 18% rispetto al 2016. Gli atti sessuali con minorenni sono cresciuti del 13% e le vittime sono ragazze nell’80% dei casi; la corruzione di minorenni (ovvero il compiere atti sessuali in presenza di bambini sotto i 14 anni) è aumentata del 24% e il 78% delle vittime sono bambine. La violenza sessuale aggravata è in aumento dell’8%, l’83% sono ragazze o bambine.

Il riconoscimento dei diritti dei bambini e delle bambine è storia recente. Risale al 1989 la convenzione Onu sui diritti del fanciullo e al 2007 la convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale. Tanti passi avanti sono stati fatti, ma a giudicare dai numeri non bastano. “Nello svolgimento del mio ruolo istituzionale farò tutto ciò che sarà possibile affinché i diritti delle ragazze in Italia e nel mondo siano salvaguardati”, ha dichiarato Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alle Pari opportunità ed ex presidente dell’Autorità  garante per l’infanzia e l’adolescenza.

Una strada che porta salvezza delle bambine passa sicuramente per l’ istruzione. Secondo uno studio dell’UNPFA, (il fondo delle Nazioni Unite per la popolazione), se tutte le ragazze dell’Africa Subsahariana e del Sud-Est asiatico potessero completare la scuola secondaria, ad esempio, i matrimoni precoci sarebbero più che dimezzati (-64%) e le nascite da madri minorenni calerebbero del 59 per cento. Oggi, denunciano i dati Unicef, sono ancora 131milioni nel mondo le bambine e ragazze che non hanno accesso a scuola.   Garantire a tutte le bambine e alle ragazze l’accesso a un’istruzione, non solo si traduce in maggiori diritti, maggiore consapevolezza, meno violenza e meno matrimoni precoci, ma sarebbe anche un investimento. Come scrive la Banca Mondiale, garantire l’istruzione per un periodo di 12 anni permetterebbe di liberare un potenziale enorme, stimato tra i  15.000 e i 30.000 miliardi di dollari. Senza dimenticare, come afferma Salinari di Terre des Hommes che “le bambine, il loro status, l’opporsi alle vecchie e nuove forme di violenza nei loro confronti, ma anche i gesti di solidarietà e di accoglienza, la cooperazione internazionale allo sviluppo, sono tasselli di un mosaico, la cui figura completa, non dipinge che il volto che il nostro mondo vuole avere nel prossimo futuro”.

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