Dimmi quale città scegli e ti dirò chi sei. E nonostante tiri ormai una brutta aria di Brexit, non c’è gara nel mondo: Londra resta la metà preferita di chi decide di andare a lavorare all’estero. L’(ennesima) conferma arriva dall’ultima indagine condotta dagli esperti di Boston Consulting Group, società di consulenza (peraltro americana, quindi in questo caso non di parte). A un campione di oltre 360mila lavoratori è stato chiesto quale fosse il miglior posto al mondo per sviluppare il proprio talento. Uno su cinque non ha avuto dubbi: gli anni passano, ma Swinging London resta IL posto.
Seconda classificata, con il 16% delle preferenze, è New York. E chissà che l’ombelico del mondo a stelle strisce non abbia perso un po’ del suo appeal anche per colpa dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Per il terzo posto, invece, si torna in Europa, nella vivace Berlino. La capitale tedesca non è l’unica città del Vecchio Continente, a quanto pare, a mantenere intatto il proprio fascino: Barcellona infatti è quinta con il 15%, Amsterdam sesta con il 14% e Parigi è ottava con l’11% delle preferenze. L’Europa, insomma, piazza cinque città nella top ten delle mete preferite per lavorare all’estero, mentre l’America ne piazza solo due: Losa Angeles, settima, oltre a New York. Quale è la prima città italiana a piazzarsi nella graduatoria? A sorpresa, al 19esimo posto non c’è Milano, ma Roma. Nonostante le buche per le strade, la pattumiera fuori dai cassonetti e l’inadeguatezza dei mezzi pubblici. E qui alzo le mani, perché per me il successo che Milano ha saputo guadagnarsi negli ultimi anni è qualcosa di straordinario, degno di poche metropoli al mondo. Tra gli emergenti invece, al sesto posto, c’è quel miracolo ingegneristico nel deserto che è Dubai. Mentre al nono posto si colloca l’austraiana Sidney e al decimo, infine, la metropoli giapponese di Tokyo.
Quando però si mettono da parte le opportunità lavorative e ci si concentra solo sulla qualità della vita, gli stessi intervistati di Boston Consulting snocciolano una classifica completamente diversa: Vienna, Zurigo, Monaco, la canadese Vancouver e persino la neozelandese Auckland balzano alla ribalta. A dimostrazione del fatto che le grandi dimensioni non sono necessariamente sinonimo di grandi opportunità.