Chi insegnerà la sessualità a mia figlia?

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Leggo che Gwyneth Paltrow, dopo numerosi libri di cucina, ne ha scritto uno sulla sessualità “per evitare che suo figlio apprenda tutto solo da internet”, e la notizia per qualche motivo mi dà fastidio. Faccio un giro su internet per aggiornarmi sullo stato dell’educazione sessuale nelle scuole europee e in Italia, e trovo conferma del mio primo istinto: l’Italia è tra i sette Paesi europei (insieme a Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia, Romania Regno Unito) in cui non si insegna educazione sessuale a scuola. Ne consegue che i nostri figli o troveranno “tutto” su internet, oppure dovranno essere salvati da Gwyneth Paltrow, il cui libro verrà certamente tradotto.

Quindi in realtà ho poco da infastidirmi: la sessualità nella società italiana non è considerata materia di educazione, nonostante un’indagine dell’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza, condotta nel 2013 su 1.400 giovani di sette scuole diverse, abbia svelato che il 19% degli adolescenti ha rapporti sessuali prima dei 14 anni, una cifra quasi raddoppiata rispetto alle stime dell’anno precedente: il problema è che il 73% dei ragazzi non conosce le principali malattie a trasmissione sessuale (Mts) e il 33% pensa che la loro incidenza sia trascurabile.

Come e dove si suppone che i nostri figli apprendano la biologia dei propri corpi e di quelli altrui? In una bellissima lettera del 2013, la scrittrice irlandese Marianne Cassidy racconta così il suo primo impatto col tema della sessualità:

“Quando avevo dieci anni, la nostra maestra trattenne noi femmine in classe durante la ricreazione, e ci informò solennemente che avremmo iniziato a perdere sangue dalle nostre vagine da un giorno all’altro. Se questo fosse successo mentre eravamo a scuola, non avremmo dovuto dirlo a nessuno ma avremmo piuttosto dovuto raggiungere l’insegnante donna più vicina a noi che ci avrebbe fornito qualcosa per asciugare la vergogna del nostro grembo”.

Segue una lista di ciò che invece avrebbe voluto per la propria educazione sessuale. Ai primi posti:
1) un corso scolastico che parli chiaro, dicendo le cose proprio come stanno: tutti i “pezzi”, tutti i vocaboli, anche quelli che sembrano “sporchi”;
2) un libro che faccia vedere chiaramente come è fatta una vagina e dove sta il clitoride;
3) che al corso sulle mestruazioni i ragazzi non vengano mandati fuori, come se si trattasse di qualcosa di estremamente segreto e riservato – un’area oscura che resterà tale per i decenni a venire.

Sarà perché mia figlia ha compiuto dieci anni domenica scorsa, sarà perché non voglio che sia Gwyneth Paltrow a svelarle i segreti della sua sessualità, inizio a domandarmi se non potrei essere io la prima ad andare “oltre” la normale intimità tra di noi, in cui la mia quotidianità le fa vedere in parte come sarà la sua. Mi rendo anche conto, però, che ci sono alcune cose che vuoi sentire da tua madre e altre no. E io a mia volta non ho avuto grandi scuole per sapere come fare: non sono un’insegnante. Quindi io no, o solo in parte; internet sicuramente no; la scuola italiana ha abdicato o non l’ha mai considerata una propria area di responsabilità… ma la sessualità arriva comunque, arriva sempre prima, e arriva carica di informazioni parziali e grandi punti di domanda grazie a video, telefilm e pubblicità. Forse alla fine dovrò ringraziare Gwyneth Paltrow?