Il blu che significa speranza: dal 2 aprile #SfidAutismo18

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Il blu, pensateci, è un colore bellissimo. Intenso, profondo, che richiama alla mente elementi naturali meravigliosi come il cielo o il mare. Le sfumature, poi, sono davvero tantissime. Quella che preferisco è il “blu speranza”. Si, è un blu poco conosciuto, eppure, come da tradizione, anche quest’anno, il 2 aprile, il blu e la speranza saranno protagonisti, insieme, per la Giornata Mondiale della consapevolezza sull’Autismo.

La Fondazione Italiana per l’Autismo, da decenni, è portavoce e organizzatrice di centinaia di eventi in molte zone d’Italia e accende di blu i riflettori su un tema che porta con sé ancora tante incognite. Si tratta di una giornata dedicata alla conoscenza, alla divulgazione scientifica, alla consapevolezza, perché fino a pochi decenni fa se ne sapeva davvero pochissimo della sindrome dello spettro autistico. Oggi, grazie alle numerose campagne di sensibilizzazione, le famiglie e tutti coloro che sono coinvolti in questa complicata battaglia, si sentono meno soli, forse più compresi. La fondazione è nata proprio per questo: orientare l’ azione verso lo studio, la ricerca e l’approfondimento relativi al mondo dell’autismo e realizzare programmi di ricerca di utilità sociale e inclusione scolastica.

Solamente in Italia l’autismo colpisce tra le 300 e le 500 mila persone e i casi sono in aumento anche a livello mondiale. Le caratteristiche predominanti di chi ne è affetto sono la difficoltà di interazione, di comunicazione sociale, da interessi e attività ripetitivi o limitati, da iperattività e disturbi comportamentali con conseguenti ritardi nello sviluppo globale. Si comprende, quindi, quanto sia di fondamentale importanza, non solo la diagnosi precoce, ma anche un successivo, progressivo e completo supporto, dal punto di vista emotivo, sociale e pedagogico. Gli interventi devono essere mirati e, soprattutto, quando si parla di bambini, le strategie messe in campo devono guardare sempre più al futuro.

Questo significa guidare i bambini attraverso l’intero sviluppo, potenziando i punti di forza e lavorando sui punti di debolezza, attraverso l’inclusione. Sembra una parola come le altre, eppure contiene in sé, qualcosa di magico e per attuarla, in senso vero e autentico, la scuola gioca un ruolo centrale. La centralità risiede proprio nell’unicità del luogo: l’aula è un micro cosmo, dove avvengono incontri, conoscenza dell’altro, comunicazione, socializzazione, dinamiche che stimolano la percezione sensoriale e lo sviluppo emotivo e cognitivo. Senza l’inclusione, ogni tipo di supporto medico, psicologico e farmacologico perderebbe di valore e i progressi sarebbero certamente più lenti.

I bambini, proprio i bambini, possono insegnarci il come: non conoscono differenze, non posseggono sovrastrutture o pregiudizi. Li osservo ogni giorno, e sempre mi stupisco di quanto diventi naturale l’inclusione, che si esprime in forme sempre nuove e sempre diverse: attraverso il linguaggio non verbale, gli abbracci, le carezze, le strette di mano e piccoli gesti di “gentilezza” così semplici, eppure così incredibilmente profondi. Avere in classe un bambino con autismo è un arricchimento anche per l’insegnante, perché l’inclusione diventa un modo di vivere, un modo di pensare e vedere il mondo. Le differenze non possono che essere un importante stimolo per il confronto, il dialogo, la rispettiva conoscenza. Bisogna mettersi in discussione sempre, occorre guardare con attenzione tutti i punti di vista e alla fine del giorno capisci di aver imparato qualcosa in più e di aver accresciuto il livello di empatia, sia personale, sia della classe intera. La qualità della vita dei bambini e dei ragazzi affetti da autismo passa dal valore educativo, sociale e affettivo della scuola. Il sostegno alle famiglie parte anche da qui, da una classe e dalle insegnanti, dagli educatori. La scuola ha il compito di offrire opportunità e possibilità.

Dipingiamo insieme il mondo di blu, in occasione della giornata #sfidAutismo18, anche attraverso i social e soprattutto attraverso l’informazione. La conoscenza uccide la paura. La consapevolezza accresce la speranza. La ricerca e l’innovazione tecnologica renderanno il futuro più inclusivo. La strada in salita, può trasformarsi in un percorso a tappe, fatto di successi e progressi. Il blu diventa il colore della speranza, e oltre ad illuminare, nella giornata del 2 aprile,  i principali monumenti delle più importanti città, sarà quella luce sempre accesa nella testa e nel cuore, per ricordarci ogni giorno di quanto ancora possiamo fare per rendere la società e la scuola più inclusive possibili.