#SanRemo2018: l’attimo in cui Michelle ha dimenticato le donne

Swiss-Italian TV showgirl Michelle Hunziker (R) on stage during the 68th Sanremo Italian Song Festival at the Ariston theatre in Sanremo, Italy, 08 February 2018. The 68th edition of the television song contest runs from 06 to 10 February. ANSA/CLAUDIO ONORATI

ANSA/CLAUDIO ONORATI

Scusate abbiamo scherzato. Abbiamo scherzato a pensare che Michelle Hunziker fosse una di noi. Abbiamo scherzato a essere felici di vederla sorridere e sgonnellare sul palco dell’Ariston dichiarando amore a suo marito (che ieri sera l’ha conciata come una suora laica, mentre una parrucchiera la pettinava come la buonanima di zia Caterina), facendosi uscire l’ernia L5S1 ballando Despacito (che poi, voglio dire, quando c’è la vecchina de Lo Stato Sociale, siamo tutte fuori gara), o cantando Mina con un piede calzato in uno stiletto e l’altro in un anfibio taglia 46. Abbiamo scherzato e ci siamo sbagliate pensando che lei fosse una di noi: una che non molla un colpo fino a quando non rimette a posto la sua vita. Perché veramente Michelle Hunziker fino a ieri sera alle 23 e 01 poteva essere una di noi, una che ne ha passate di tutte e ha resistito a tutte riuscendo a trasformare ogni veleno che la vita le regalava nella medicina necessaria a curarlo. La depressione la investiva? È riuscita a lasciarsela alle spalle e, recuperate forza e sorriso, ha raccontato che può capitare a tutti un momento di dolore cupo e recalcitrante alla fiducia nella vita. Era stata catturata dalle maglie strette di una setta religiosa? Dopo essere riuscita a uscirne ha chiesto scusa a tutti coloro cui aveva fatto del male: lo ha fatto pubblicamente, sapendo bene che il popolo non perdona la caduta degli Dei, figurarsi quella degli eroi.

Un uomo la terrorizzava? Lei prima lo ha reso inoffensivo in tribunale, poi si è ricordata che milioni di donne come lei patiscono la paura dell’ossessione di un maschio e ha creato, assieme all’avvocato Giulia Bongiorno, “Doppia difesa”, un’associazione che al netto delle rasoiate che le ha lanciato Selvaggia Lucarelli (che tanto ne ha sempre per tutti e dunque ormai non fa più notizia, ma molta noia) ha aiutato migliaia di donne in Italia.

michelle_hunziker_ansaSi è ricordata di molte donne, fino alle 23.00, Michelle. Alle 23.01 ne aveva dimenticate troppe. Vestita come un leccalecca zuccheroso, ieri sera, ha dato vita a uno degli spettacoli più ripugnanti, sessisti e francamente inutili della storia della televisione italiana, oltre che della storia del movimento femminista. Affiancata da un manipolo di donne, che nelle intenzioni della lecca lecca, avrebbero dovuto rappresentare ognuna di noi (per piacere, anche no) ha pensato di rendere mirabile omaggio al genere femminile con un pot-pourri di canzoni dedicate (badate bene) non alle donne, ma alle mamme, chiudendo il tutto con un’invocazione alla Madonna (che è la mamma per eccellenza). E amen.

L’equazione veicolata da questo tremendo sipario iniziato con due scappate di casa che tra il pubblico fingevano di indignarsi perché lei, la Michelle-lecca lecca, cantava i Maschi di Gianna Nannini (perdonale, Gianna, non sanno quel che fanno) è semplice semplice: donna=mamma. E io, spaventatissima, son corsa davanti allo specchio a cercare di recuperare la mia identità. Che se diamo retta a loro, alle mamme di Sanremo, qua dobbiamo inventare un altro genere umano. Dunque rimettiamo le cose in ordine: siamo nel 2018 e donna NON è mamma. Non lo è mai stato, se vogliamo essere oneste, e mai lo sarà.

Donna è un sacco di opzioni, tra le quali ovviamente anche mamma, ma non soprattutto mamma, come quelle infingarde canterine hanno tentato di farci credere. Che a dar retta a loro lo step successivo è infilarci un bel grembiulino fiorato (comunque meglio che i Trussardi di ieri sera, eh) e metterci a sfornar figli e torte senza soluzione di continuità.

Capisco le buone intenzioni: il fiore appuntato simbolo di “Doppia difesa” a voler sensibilizzare il mondo sanremese sul tema della violenza e dello stalking. Capisco le buone intenzioni, ma direi che tali sono rimaste: intenzioni. E all’apparir del vero sono crollate in quello stereotipo che è stato per secoli il principale responsabile della sofferenza di miliardi di donne. Perché il binomio donna/mamma è il patrigno degli aborti clandestini, delle ‘recluse’ (se non sapete chi sono, leggetevi l’ultimo romanzo di Fred Vargas), dell’ostracismo sociale di quelle che figli non potevano o non volevano averne. Il binomio donna/mamma ha fatto più danni di due Guerre Mondiali.

E quindi, Michelle (che stasera vesti Moschino) torna nel nostro secolo, perché noi donne che non abbiamo figli non abbiamo niente di meno di voi che ne avete. Giuro: ho controllato davanti allo specchio. Tra me con due canI e una gatta, e te con Aurora, Sole e Celeste (se ti nasce il maschio confido speranzosa che lo chiami Cielo) non c’è alcuna differenza, o, insomma se c’è non è lì dove l’hai voluta porre tu assieme al tuo coro di mammepancine!

  • Barbara |

    Ho iniziato a seguire la Lucarelli in merito alla vicenda di “doppia difesa” di cui la Hunziker è capostipite e devo dire, approfondendo, che la Lucarelli ha pienamente ragione

  • Barbara |

    ho iniziato a seguire Selvaggia Lucarelli proprio per la sua richiesta di informazioni su “doppia difesa” di cui la hunziker è capostipite. Organizzazione molto di facciata, quasi niente di sostanza

  • paola protti |

    buona ..direi che l’acidita’ è femmina

  • Mario |

    La soubrette ha anche dimenticato di parlare di suo fratello e della campagna di disinformazione a cui si è aggregata. Digitare “michelle hunziker antisette” per saperne di più. Inoltre, che Doppia Difesa abbia “aiutato migliaia di donne” è ancora tutto da dimostrare, mentre il contrario finora è stato dimostrato.

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