In Italia ci sono oltre 2,2 milioni di NEET, cioè giovani di 15-29 anni che non studiano e non lavorano (Not in education, employment or training) pari al 24,3% della relativa popolazione, un’incidenza molto alta soprattutto se paragonata ai livelli europei (14,2%) e nettamente superiore a Germania (8,8%), Francia (14,4%) e Regno Unito (12,3%).
Il 1 dicembre 2017 a Milano si è tenuto il convegno internazionale “Neeting” organizzato da Fondazione Cariplo, Istituto Toniolo e Università Cattolica, dove si sono confrontati esperti italiani e stranieri che hanno messo in evidenza la fragilità dei Paesi che non investono nei giovani e non realizzano un piano strutturato di intervento prima ancora che un giovane possa trovarsi nella condizione “neet”. Il Team di Alley Oop ha partecipato al convegno attraverso un contributo selezionato che ha valorizzato esperienze internazionali di mentoring a supporto dei giovani.
Le ragioni profonde per cui i giovani non trovano lavoro sono da ricercarsi, fra le altre cose, nella mancanza di dialogo tra il sistema educativo e quello economico che porta ad un disallineamento tra le competenze che acquisiscono i ragazzi a scuola e quelle ricercate dalle imprese. Il dialogo tra i giovani e il mondo del lavoro deve essere continuo ma ci sono tre momenti più delicati: l’orientamento ai percorsi professionali, lo sviluppo costante delle competenze e la connessione dei talenti al mercato del lavoro. Germania, Francia e Regno Unito hanno realizzato dei progetti di orientamento e avvicinamento al mondo del lavoro per i ragazzi basati su esperienze di mentoring, ovvero di affiancamento di una persona più senior al giovane. Tutte queste iniziative hanno portato dei benefici e hanno ridotto il fenomeno dei NEET nel corso degli anni.
In Gran Bretagna esiste un’associazione, Inspiring the Future, che collega le scuole statali e le università con il mondo del lavoro, aziende e professionisti. Le scuole, attraverso una piattaforma digitale, possono invitare i professionisti selezionati dall’associazione a parlare nelle classi e preparare CV e simulazioni di interviste di lavoro. Dal 2012 al 2016 ha coinvolto 5.500 scuole pubbliche e Università, 10.155 insegnanti e 30.034 volontari per un totale di 1 milione di ragazzi. I benefici stimati dalle scuole sono stati l’aumento del livello di consapevolezza, motivazione ed ambizione ad intraprendere qualsiasi percorso professionale da parte dei giovani. Inoltre sempre in Gran Bretagna è stata realizzata l’iniziativa “Youth Contract” del governo inglese volta a collocare i NEET di 16 e 17 anni nel mercato del lavoro. E’ stata portata avanti dal 2014 al 2016, con 1 miliardo di sterline di budget. Le attività principali sono state il Mentoring tra un ‘Key worker’ a cui viene affidato un ragazzo per valutare passi concreti di inserimento al lavoro. Il ‘Key worker’ offre dei consigli pratici per acquisire le eventuali skills necessarie e presenta il Neet a potenziali recruiters. Il Key Worker spesso lavora anche sulla famiglia del Neet per valutare se ci siano possibilità congiunte di sviluppo personale. Dei circa 30.000 giovani che hanno partecipato al programma, 20.000 hanno cominciato un qualche tipo di attività, e 13.000 hanno continuato questa attività per almeno 5 dei 6 mesi del programma Youth Contract. In totale c’è stata una riduzione del 2% del numero di NEET in Inghilterra.
Negli Stati Uniti esiste un piano nazionale di mentoring, “Mentor – The national mentoring partnership”, che connette realtà pubbliche, private e no-profit e ha la missione di alimentare la qualità e la quantità di relazioni di mentoring per i giovani. L’organizzazione fornisce gli strumenti formativi sia ai mentor sia ai ragazzi per sfruttare al meglio l’opportunità della relazione di mentorship e censisce tutte le iniziative locali di mentoring. 4,5 milioni di ragazzi americani a rischio hanno una relazione di mentoring attiva con una persona più esperta e formata. Questo programma è stato inserito da S&I100 tra le prime 100 organizzazioni no-profit per il suo impatto.
Infine la Germania ha realizzato il progetto “JUGEND STÄRKEN im Quartier” che si basa su progetti di quartiere che vengono affidati ai giovani disoccupati e che non studiano.
E in Italia? Un programma di mentoring a livello nazionale che metta in contatto i ragazzi con esperti professionisti in più aree potrebbe essere un’iniziativa che aiuti a superare il fenomeno NEET in ottica di collaborazione tra generazioni. Il programma di mentoring deve essere basato su una piattaforma digitale in cui ogni giovane può scegliere un/a mentor che possa raccontare la sua professione e ispirare ragazzi e ragazze a realizzare i loro sogni professionali. Questo progetto deve completarsi con un sistema di monitoraggio delle persone coinvolte e benefici in termini di avanzamento degli studi e carriera.
Il contributo è stato realizzato da: Francesca Devescovi, Monica D’Ascenzo, Ilaria De Filippo, Giulia Pastorella e Gloria Remenyi.