Diva Moriani: “La legge Golfo-Mosca andrebbe reiterata”

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“Il pericolo di tornare indietro c’è, a mio avviso. Per questo sono a favore della proposta di reiterare la legge sulle quote di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate e partecipate pubbliche”. Diva Moriani, vicepresidente esecutivo IntekGroup, vicepresidente di KME AG, membro del consiglio di sorveglianza di KME Germany Gmbh e membro dei board di ENI, Assicurazioni Generali e Moncler (oltre che dei
cda Dynamo Academy, Fondazione Dynamo e Associazione Dynamo Camp onlus), non ha dubbi sulla necessità di prolungare la legge 120/2011, che prevede al secondo e terzo rinnovo dei board dall’entrata in vigore delle norma (luglio 2012) la presenza di un terzo del genere meno rappresentato fra i membri dei cda. La norma vale per tre rinnovi di board, quindi un’arco temporale di circa 10 anni. “La scadenza della legge dopo 10 anni sarebbe una scelta in controtendenza rispetto a ciò che avviene negli altri Paesi europei, dove non è stato fissato un limite temporale di validità delle quote” continua Moriani, che sottolinea inoltre: “Io credo che i cambi culturali devono passare attraverso shock che non si esauriscono in dieci anni. Per modificare lo stato di cose ci vuole un arco temporale più lungo”.

moriani3L’attenzione, per altro, non deve essere solo alla presenza delle donne nei board, secondo la manager: “Quando le donne siedono nei comitati, soprattutto remunerazioni, riescono ad avere un impatto sull’impegno delle aziende a valorizzare i talenti femminili. Per riuscire a cambiare le cose è necessario fissare degli obiettivi all’interno delle aziende e perseguirli stimolando un modo diverso di pensare e invogliando le donne a voler crescere professionalmente. purtroppo all’interno delle aziende c’è ancora molto conservatorismo” spiega Moriani nel corso dell’incontro per l’apertura del Master per Consiglieri e sindaci di società della formazione del Sole 24 Ore, sottolineando inoltre: “Se sei lì puoi battere i piedi e veder muovere qualcosa. Ci credo tantissimo nel cambiamento che possono portare le singole donne ai vertici delle imprese”.

Per la manager un volano per il cambiamento culturale in questa direzione saranno anche i nuovi criteri di sostenibilità che le aziende dovranno seguire: “Gli investitori ricercano un certo tipo di composizione dei board e del management. Questa è la vera garanzia perché non si torni indietro”. D’altra parte con la legge Golfo-Mosca l’Italia ha fatto davvero un passo avanti nel ranking internazionale passando da una presenza femminile del 6,9% pre legge ad oltre il 30% attuale.

Diva Moriani è allo stesso tempo manager e consigliere indipendente, riassumendo quindi in sé due figure ben distinte con caratteristiche e responsabilità differenti. “Essere manager ti consente, nel momento in cui siedi in un board come indipendente, di comportarti in modo adeguato perché capisci le dinamiche dei vertici di un’azienda. E’ importantissimo, ad esempio, che tutte le richieste degli indipendenti vengano veicolate attraverso il ceo e il management. E se capisci gli equilibri interni sai fino a dove ti puoi spingere e come arrivarci” spiega Moriani, aggiungendo: “Da manager è utile avere un ruolo da indipendente, perché quando torni nel tuo cda vedi in maniera diversa gli indipendenti con cui siedi in consiglio. E apperendi la capacità di visione d’insieme e un modo più distaccato di considerare il business”.

Ma quali sono le soft skill fondamentali per un consigliere? “E’ fondamentale la capacità di gestione dei conflitti e la predisposizione ad aiutare a risolverli. Nei cda possono crearsi malintesi, ma non deve mai mancare la fiducia reciproca per superarli” spiega la manager, che aggiunge: “Entrare in un board, inoltre, richiede grandissima umiltà perché si deve avere la consapevolezza che il management dell’azienda ne sa sempre più di te. E bisogna dimostrare fin da subito la volontà di collaborare in maniera fattiva”.

Il board non è, però, una somma di singoli: “E’ una questione di dinamiche e di costruizione di un gruppo. E’ la forza del gruppo che può portare il management al confronto” osserva la manager, che conclude: “Stiamo vivendo un momento di grandi cambiamenti a una velocità molto rapida e ogni azienda si dovrà chiedere come sarà fra qualche anno. Anche i più grandi ceo fanno fatica ad elaborare fino in fondo il cambiamento in atto. Il ruolod el consigliere è quello di chi, con la mente fresca fuori dal day by day dell’azienda, può far vedere cose che non si vedono dall’interno dell’impresa”.