A casa mia abbiamo risolto una volta per tutte il tema del gender gap in cucina: sono anni che, ogni sera, i piatti li lava la lavastoviglie. Ma in una famiglia non c’è solo il tema della cucina, ci sono quello dei panni da lavare, dei figli da portare a scuola o a sport, dello stipendio da guadagnare. Che equilibrio regna, nelle case degli italiani? Un equilibrio squilibrato, ci dicono gli ultimi dati Nielsen sulle donne e la diversity nel mondo. Cominciamo da pasti e bucato: nel 44% delle case italiane sono esclusivamente le donne ad occuparsene, contro un 8% di famiglie dove al contrario questi lavori sono appannaggio dei soli uomini. Eppure, il 70% degli italiani pensa che i compiti di casa vadano equamente suddivisi tra i due sessi: evidentemente, c’è una discreta fetta di persone che predica bene e razzola male.
Sul fronte dei figli, una coppia italiana su due dichiara di prendersene cura insieme. E l’altro 50% delle famiglie? Ecco perché non sorprende che il 76% delle donne intervistate dalla Nielsen ritenga l’essere madre un ostacolo alla carriera lavorativa. Per le stesse ragioni, il 62% degli italiani sostiene che la conciliazione famiglia-lavoro sia un equilibrio difficile da raggiungere: in Europa, a vedere il bicchiere del work-life bilance mezzo vuoto è solo il 41% della popolazione
Ma allora, chi è che deve portare a casa lo stipendio? Sempre a casa mia, il problema continua a non porsi. Se vogliamo garantire una qualità della vita dignitosa ai nostri figli, la risposta non può che essere tutti e due. Ma nell’Italia del 2017 – mentre persino la retrograda Arabia Saudia si rassegna a concedere alle donne il diritto di guidare – c’è ancora un 20% della popolazione, cioè ancora un italiano ogni cinque, che pensa che gli uomini debbano lavorare e le donne rimanere a casa a badare ai figli. Ora: la buona notizia è che, nel mondo, i maschi che la pensano così sono il 32%, quasi uno ogni tre. Ma paragonarci alle province più remote dell’Africa o del Sud-est asiatici scoprendoci migliori non può essere una consolazione.
Basta un attimo, allora, e si scivola: con il 59% degli italiani secondo cui le donne sono marcatamente sottorapresentate nei ruoli di leadership aziendale; con il 46% che crede nell’esistenza del divario salariale uomo i-donne; e poi ancora più in fondo, si scivola, quando ci rendiamo conto che per quasi un italiano su due esistono i percorsi di carriera adatti solo agli uomini e sconsigliati alle donne.