Studenti con la valigia in mano: quali sono le università più cosmopolite?

mappamondo5La decisione di studiare all’estero può cambiare la vita. Migliori opportunità di lavoro in futuro; sperimentare una cultura diversa; imparare una nuova lingua e nel frattempo stringere amicizie con persone da tutto il mondo. Queste sono solo alcune delle ragioni che spingono ogni anno, migliaia di studenti a scegliere di passare un anno in un paese straniero. Da quando il progetto Erasmus è nato 30 anni fa sono stati 26.331 i giovani italiani che hanno partecipato al progetto, rendendo l’Italia il quarto Paese per numero di studenti aderenti. Ma tra tutte le università straniere come scegliere quella che fa per noi?

university3Ogni anno vengono pubblicate classifiche a livello globale che comparano gli atenei di tutto il mondo. Alcune si concentrano sui risultati accademici, altre sulla reputazione delle università. E ancora ci sono quelle che le valutano sul numero di premi Nobel o altri riconoscimenti notevoli. Una delle più complete è la classifica di Times Higher Education che utilizza più di una dozzina di indicatori per valutare la qualità dell’istruzione.

Per chi cerca un ambiente più cosmopolita possibile, Times Higher Education valuta anche le prime 200 università in termini di percentuale di studenti internazionali. In questa classifica il Regno Unito è il Paese più rappresentato con 72 università tra i primi 200, ma il primo posto è una sorpresa.

american-university-of-sharjahCon l’84% del corpo studentesco di 5000 alunni composto da studenti internazionali si piazza nel gradino più alto di questa classifica l’American University of Sharjah, Emirati Arabi Uniti. Nel campus convivono studenti di circa 99 nazioni. Segue l’ Università dell’Europa Centrale, in Ungheria. Qui gli studenti internazionali sono il 77% e vengono da oltre 100 paesi diversi sparsi in cinque continenti. Al terzo posto invece c’è la London School of Economics and Political Science. 7 studenti su 10 sono stranieri e in questo micro-mondo universitario sono rappresentati più di 140 paesi. Sempre per rimanere in Europa al quarto posto delle università più internazionali troviamo il Royal College of Surgeons di Dublino, in Irlanda. Qui circa il 62% degli studenti sono classificati come internazionali. Chiude la quinta posizione l’Università di Lussemburgo. Circa il 55% degli studenti che la frequentano provengono da altri paesi.

university4Finiti gli studi un’esperienza all’estero contribuisce a rendere il proprio curriculum vitae più interessante agli occhi dei selezionatori. Più è famosa l’università nel vostro ambito lavorativo, maggiore è l’attenzione. Ma cosa contribuisce alla fama di un’università? Uno degli ingredienti essenziali sono le “risorse finanziarie abbondanti” (per dirla con le parole di Jamil Salmi, esperto di istruzione superiore della Banca Mondiale). Per creare centri di ricerca e fornire l’ambiente di apprendimento appropriato, serve denaro. E allo stesso modo, sempre il denaro, è necessario per attirare i migliori talenti nel mercato globale dell’istruzione, sia tra docenti che studenti.

Ben Hennig – professore associato nella Facoltà di Scienze della vita e dell’ambiente all’University of Iceland – ha fatto un esperimento. Ha ridisegnato la mappa del mondo in base alla ricchezza nazionale, in modo che l’area di ciascun paese riflettesse il suo prodotto interno lordo. Nel nuovo mondo così creato l’America del Nord e l’Europa dominano la mappa, mentre l’intero continente africano quasi scompare. A questo punto Hennig ha appuntato sulla mappa tutte le università citate nelle classifiche di Times Higher Eeducation.

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I punti grandi e rossi rappresentano le prime 50 università più illustri del mondo e si concentrano nei continenti ricchi come Nord America e dell’Europa. Sono però atenei a cui una grande fetta della popolazione mondiale non ha accesso. Pochi punti rossi invece in Asia e non pervenute Africa e Sud America. In un mondo sempre più globalizzato, una distribuzione così iniqua dell’istruzione (legata ad una altrettanto iniqua distribuzione delle ricchezza) comporta implicazioni per lo sviluppo economico di quei paesi e per l’uguaglianza mondiale.

  • Francesco |

    Scegliere di fare l’Erasmus in base alle graduatorie delle università è l’errore più grande che possiate commettere. L’Erasmus è innanzitutto un’esperienza (per il 90% dei casi la prima) di vita fuori dai confini nazionali, pertanto prima di scegliere università che sulla carta sembrano facoltose, è meglio chiedersi: in questa città potrei trovarmi bene? Perchè se un ragazzo di una famiglia poco abbiente decide di fare l’erasmus perchè ingegneria ambientale ad Oslo si dice sia prestigiosa, beh, a meno che non si trovi un lavoro, manderà sul lastrico la sua famiglia, dato che in Norvegia la vita è cara come il fuoco. Rispondete sinceramente a queste domande e vedrete che farete la scelta giusta: è una città cara? Mi interessa davvero partire per studiare come un mulo o voglio godermi questa eperienza? Dove fa caldo e dove fa freddo? C’è il mare? Dove c’è più probabilità di imparare la lingua locale? Dove ho più probabilità di trovare un lavoretto? I corsi tutti in lingue che comprendo facilemente? Collegio o appartamento in condivisione? Dove ho più probabilità di fare amicizie?

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