Magdalena, polacca, classe 1980, arriva in Italia, a Foggia, nel 2001 per raccogliere i pomodori. A trovare lavoro l’ha aiutata un suo connazionale che poi si rivela essere un caporale. Magda, come tutti la chiamano, vive in un casolare, senza servizi, lavora fino a 12 ore al giorno, in nero. E non riceve nessun tipo di salario che viene riscosso al posto suo dal caporale. Dopo tre mesi, esausta, decide di scappare, aiutata da una famiglia italiana. Decide di restare in Italia e si adatta a fare i lavori più disparati, da cameriera a badante a barista a colf, finché, nel 2005, partecipa a un corso di formazione della Cgil di Foggia. Nel 2015, dopo varie esperienze nel sindacato, entra a far parte della segreteria Flai Cgil di Foggia. Oggi Magdalena dà voce ai lavoratori ‘invisibili’, a quei lavoratori e lavoratrici che non hanno né tutele né diritti. Storie come questa sono state selezionate per essere raccontate, direttamente dalle protagoniste, oggi all’Auditorium di Roma dove si tiene la manifestazione ‘Lavoro, diritti, democrazia paritaria. I sì delle donne’ che prevede la partecipazione della segretaria della Cgil, Susanna Camusso .
Quella di oggi è la prima assemblea nazionale delle donne Filcams (commercio-servizi-turismo), Flai (agroindustria) e Fp Cgil (funzione pubblica), che ha l’obiettivo di far emergere la condizione e il vissuto delle lavoratrici nel loro quotidiano impegno e di cercare assieme nuove forme di tutele di genere. I tre sindacati presenti “rappresentano tre categorie che – spiega Ivana Galli, segretaria della Flai Cgil -, oltre a essere guidate da donne, contano un gran numero di lavoratrici. Per questo abbiamo pensato di promuovere un’iniziativa comune. L’idea è quella di metterci insieme per fare un punto, un’analisi su come possiamo introdurre nella contrattazione azioni utili alle tutele di genere”.
Nel campo delle tutele, secondo l’esperienza di Ivana Galli, invece di contare dei progressi, negli ultimi anni si è andati indietro. “Guardando il mondo del lavoro, che è lo specchio della società, ci accorgiamo che sempre più donne sono costrette a scegliere tra la famiglia e il lavoro”. Tutto ciò perché mancano soprattutto i servizi sociali. “Per le donne che corrono dalla mattina alla sera sono necessari servizi che oggi non ci sono. Asili nido, ad esempio, o l’accesso ai servizi per la cura dei genitori anziani”. In genere Galli riscontra una scarsa attenzione per le tematiche al femminile come il welfare e la genitorialità. Dopo l’incontro di oggi, sarebbe già un successo, per la segretaria, “se si riuscisse, nella contrattazione, a indirizzare la defiscalizzazione del welfare verso le tutele di genere”.
“La nuova forma della violenza sulle donne – conclude Ivana Galli – è quello del loro sfruttamento. E’ il caso di Paola Clemente, morta nei campi ad Andria in Puglia a nemmeno 50 anni. Si alzava ogni giorno alle 3 del mattino per tornare dalla famiglia e dai figli alle 18,30. E’ morta di fatica. Non è possibile che un Paese tolleri che una lavoratrice muoia di fatica. A lei dedicherò la manifestazione”. A lei dedichiamo questo post.