Alla Transmec – gruppo Internazionale di Trasporti e Logistica, Spa con sede legale a Campogalliano Modena di proprietà della famiglia Montecchi, 300 milioni di euro il bilancio consolidato – donne manager rappresentano ora le funzioni di: cfo, direzione operation e controller, direzione risorse umane, direzione marketing/commerciale. Gli uomini manager invece si ritrovano in: direzione amministrativa, direzione di filiali operative, direzione Traffico Europa.
“Nella capogruppo Trasporti Internazionali Transmec abbiamo raggiunto la completa parità di genere fra tutti i dipendenti impegnati nelle diverse attività – annuncia Franca Scagliarini, da 15 anni in azienda, direttore delle risorse umane – e oggi lo staff manageriale ha la maggioranza di figure femminili: siamo intorno al 60%. Questo genere di notizie, nel settore spedizioni e logistica, è davvero merce rara”.
Perché questo genere di impresa, di solito, viene considerata tipicamente maschile, a iniziare da quei reparti in cui si lavora per preparare le spedizioni, compresi turni di notte e festivi. In Italia Transmec – uno dei pochi esempi rimasti di multinazionale tascabile a capitale interamente privato – conta sei società, circa 300 dipendenti. Controllate (tutte al 100%) si trovano nel resto d’Europa e oltreoceano.
La proprietà – i due fratelli Montecchi, terza generazione – non ne fa una bandiera: “Non c’è stata una volontà a monte di premiare i ruoli di vertice femminile: hanno semplicemente condiviso le scelte sulle singole persone, e valutato i risultati – spiega Scagliarini – Di sostituzioni per maternità ce ne sono state e ce ne sono tuttora in corso, ma dopo assenze più o meno lunghe ogni lavoratrice è ritornata al posto che le spettava. Al tempo stesso abbiamo assecondato, compatibilmente con le esigenze aziendali, spostamenti interni ad esempio nei ruoli operativi con orario di lavoro serale e notturno”.
La parità di genere, però, non è un traguardo; l’obiettivo è raggiungere la felicità sul lavoro. Per questo quadri e dirigenti hanno frequentato un corso tenuto da Roberta Bortolucci, coach e autrice del libro “Imparare la felicità” (e di questo decalogo sul perché valorizzare le donne in azienda conviene).
“Questo approccio ci ha insegnato/aiutato a conoscere le diversità di genere fra manager interni, a capire i diversi modi che ognuno ha nel rapporto con la proprieta’ del gruppo, ad ascoltare i vari punti di vista che spesso sono diversi fra i generi – spiegano alla Transmec -. È anche servito a integrare un gruppo che, anche a causa delle frequenti trasferte estere e filiali sparse in Italia, aveva avuto poche occasioni di guardarsi negli occhi e condividere sensazioni, idee e soprattutto momenti con il sorriso. Ognuno ha raccontato casi di successo e non della propria vita privata e lavorativa e stiamo provando ad affrontare il lavoro guardandolo da un punto di vista meno faticoso, ma con più gioia di parteciparvi. Il prossimo incontro sarà dedicato a esprimere ad alta voce cosa abbiamo imparato e su cosa lavorare insieme per migliorare ancora i rapporti interni”.