Succede che una coppia sogni di formare una famiglia con due figli. Succede che quei figli, però, non arrivino. Succede che la coppia decida di adottare. Succede che arrivi poi una meravigliosa bambina da lontano, con la pelle liscia color dell’ebano. Succede che anni dopo la coppia decida di ricominciare l’iter adottivo per completare la famiglia e il proprio progetto d’amore. Succede che dopo anni a immaginare da quale parte del mondo arriverà il nuovo membro della famiglia, una mattina come tante la vita irrompa a rimescolare le carte con la sua imprevedibilità. Proprio quando l’età è un po’ avanzata e tutto ci si aspetta dalla vita tranne che un meraviglioso e sconvolgente dono inatteso…
Succede, sta succedendo a una cara amica:
“Il test di gravidanza positivo è stato un fulmine a ciel sereno. All’improvviso mi sono ritrovata nella nebbia e ho pensato ‘Non è possibile…’. Quello che tanti anni fa era stato diagnosticato come altamente improbabile si era avverato. Perché stava succedendo? Il secondo pensiero è andato a mia figlia: che reazioni avrebbe suscitato in lei? Come avrebbe potuto avere ancora fiducia in questa mamma che per anni le aveva detto di avere la pancia rotta e invece quella stessa pancia ora ospitava il fratellino?
La nostra attesa era un’altra: un secondo percorso adottivo faticoso, ma fortemente voluto, i colloqui, l’idoneità, la scelta dell’ente, finalmente eravamo in procinto di preparare i documenti per un qualche paese lontano. La dico in modo brutale: ho fatto tanta fatica ad accettare la gravidanza. E in più mi sentivo in colpa perché sapevo che avrei dovuto essere felice, questo era ciò che mi rimandavano le poche persone a cui lo avevamo detto subito per condividere lo shock. Ma io non riuscivo a essere contenta. E così ho deciso di parlare con una cara amica che aveva vissuto la stessa esperienza non molto tempo fa. La sua comprensione totale e le sue parole sono state preziose: ‘ti capisco ed è normale, ma vedrai che piano piano questo ‘imprevisto’ partendo dalla pancia vi conquisterà il cuore’.
E così è stato. Il momento di svolta, il più emozionante, è stato quando lo abbiamo detto a nostra figlia: la sua gioia incontenibile ci ha contagiati, saltava e urlava dalla gioia. Aspettava questo fratellino da tempo e il fatto che questa attesa sarebbe presto finita l’ha resa euforica. Ha fatto domande a cui abbiamo risposto con sincerità, ha capito, e noi con lei, che nella vita succedono cose inaspettate, a volte ritenute impossibili.
Per il resto, questa seconda maternità non è paragonabile in nulla alla precedente. Mi sento fortunata a poter vivere entrambe e, forte dell’esperienza adottiva, sto cercando di coinvolgere mio marito in ogni cosa, visite, ecografie, malesseri e sensazioni; voglio che per quanto possibile anche questa attesa sia vissuta insieme come la prima.
Ora sto bene, sono felice. La mia pancia cresce e con lei il nostro secondo figlio. Mia figlia continua ad annunciare entusiasta a tutti che la mamma è incinta; ogni tanto mi si avvicina e mormora qualcosa al fratellino. Credo che sarà un’ottima sorella maggiore, con il suo carattere solare e allegro.
In tutto questo frullatore emotivo, un pezzetto del mio cuore è rimasto là, attaccato al percorso adottivo interrotto. Chissà se avremo la voglia e la forza di ricominciare tra qualche anno, l’età non gioca a nostro favore e i cambiamenti che dovremo affrontare, soprattutto per la nostra figlia maggiore, non saranno di poco conto. Però non chiudiamo completamente la porta, lasciamo aperto uno spiraglio…”.
Chissà. Tutto può succedere.