Ma come porti i capelli ? Aldo Coppola e la bellezza senza tempo

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by Oliviero Toscani

Stupito e sedotto. Sono i due aggettivi che mi affiorano alle labbra ora che, seduto a scrivere, riassaporo la magnetica sfilata di bellissime donne in bellissime fotografie, convocate a celebrare Aldo Coppola in un’intrigante mostra alla Triennale di Milano in occasione dei 50 anni di vita del brand.

Nel corso di una lunghissima ed eccezionalmente operosa carriera, iniziata a soli 12 anni nel salone del padre (dove, studente svogliato, trovò rifugio dalla scuola), Coppola diede un’impronta indelebile alla propria professione, trasformando la figura del semplice parrucchiere in quella dell’hair stylist, un professionista della bellezza, capace di prendere posto nel sistema della moda, pubblicità e spettacolo, relazionandosi da pari a pari con celebri fotografi, famose modelle, acclamate attrici, celebrities e persone del bel mondo.

Aldo Coppola ha saputo unire a una contagiosa passione per il proprio lavoro la capacità unica di rivelare la bellezza della donna attraverso un vero e proprio linguaggio del taglio, della colorazione, della piega, accompagnando e spesso anticipando, dagli anni ’50 al 2013 – anno della sua scomparsa –, le trasformazioni del costume e della figura della donna nella società: dimmi come ti acconci, come ami mostrarti e ti dirò chi sei (o chi vorresti essere).

Non è mia intenzione soffermarmi sulle sue celebrate innovazioni nel campo dell’acconciatura – nel quale mi dichiaro incompetente –, desidero invece raccontarvi questa mostra elegante e coinvolgente, che permette di entrare nel flusso del processo creativo di Coppola e del suo atelier.

La foto che ci accoglie in apertura, dell’amico e sodale di tante imprese, viaggi, servizi e goliardico divertimento, Oliviero Toscani, è un’introduzione perfetta al personaggio: Coppola, cardigan scollato con ampia collana e pantaloni neri con cintura dalla fibbia imponente, ci osserva ironico, a braccia conserte, mentre regge il proprio strumento di lavoro, un ampio pettine, con un gesto da James Bond con la sua pistola, mentre una bionda vaporosa lo abbraccia, socchiudendo le labbra verso di noi come in un accenno di bacio, generosamente discinta sotto una cortissima giacchetta, che offre al nostro sguardo il suo corpo snello, lo slip nero con gioiello a forma di cuore proprio lì e le calze nere trasparenti, rette da una preziosa giarrettiera. È un’immagine d’impatto, dove si incontrano felicemente sensualità e divertita ironia, perché l’importante è sedurre con maliziosa leggerezza, senza prendersi troppo sul serio.

Entrando nel cuore della mostra, ideata da Aldo Coppola jr, ci si immerge nell’innovativo allestimento, opera degli architetti Riccardo Lattuada ed Elisabetta Presotto, incentrato sulla “vena dell’artista”: una galleria lunga 60 metri, nella quale si procede camminando su un tappeto che evoca le rose rosse – simbolo della passione e colore del logo della “Aldo Coppola” –, avendo sulla destra una grande light box con 250 fotografie d’autore, a sinistra un’installazione video che ci permette di entrare nel mondo di Aldo, dei suoi figli e collaboratori, di scrutare il backstage dei servizi e spiare le star che si preparano, indugiano, ridono o si fanno prendere da dubbi, come la bellissima Laura Chiatti che interroga (chissà cosa gli starà chiedendo?) Coppola con aria seria, o la giovane Elisabetta Canalis che scherza con il fotografo e i truccatori mentre si avvicina al set o l’espressione indefinibile di una concentrata Carla Bruni in biondissima acconciatura.

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by Giovanni Gastel

Le foto sono una cavalcata all’interno delle creazioni di Coppola attraverso decenni di glamour e spettacolo: Fabrizio Ferri è il grande interprete che più spesso ricorre, ma incontriamo tra gli altri, oltre a Toscani, le poetiche variazioni di Giovanni Gastel, la classe sopraffina del grande maestro dei fotografi italiani di moda Gian Paolo Barbieri, l’estro di Javier Vallhonrat, l’esuberanza visiva dell’irriverente David Bailey, ma anche gli scatti nitidi di impronta cinematografica di Carlo Orsi e Alfa Castaldi. E, vere regine di questa scenografia, loro: Cindy Crawford e Bar Refaeli, Charlize Theron e Madalina Ghenea, Laetitia Casta e Fernanda Lessa, Julia Roberts e Catrinel Marlon per tacere delle nostre Monica Bellucci, Laura Chiatti, Elisabetta Canalis, Federica Fontana, Paola Barale.

mostra_foto_miucci01Alla fine del percorso usciamo dalla rossa caverna della vena e svoltiamo a sinistra, per percorrere lo spazio adiacente alla galleria, dove sono sistemate altre due file di fotografie in light box, sulla nostra sinistra in più piccolo formato e sul lato opposto in grandissimo: la sequenza di queste ultime 30 immagini, raccolte sotto il titolo di “Bellezza senza tempo”, è un’avventura davvero emozionante. A cominciare dagli strepitosi scatti di Barbieri: dalla sua Monica Bellucci in sottoveste trasparente, di cui solleva un lembo scoprendo la gamba sinistra, mentre, sigaretta alle labbra, ci guarda con sfida, sfrontatamente sensuale, a un’immagine che ci mostra un aspetto totalmente diverso di bellezza, con la stilista Vivienne Westwood, la grande creatrice del punk, raffigurata come una monarca rinascimentale di stupefacente regalità. Incontriamo poi, continuando il percorso, altre immagini memorabili: le foto di Douglas Kirkland per la campagna di Coppola del 2009, invase da una luce scenografica che trasfigura le modelle attraverso un bianco e nero abbagliante, trasportandole come su un onirico set hollywoodiano; quelle di Fabrizio Ferri che addobba le ragazze con i panni delle divinità della mitologia greca, fino a concludere con le visionarie invenzioni di Giovanni Gastel, le cui donne dalle ali di angelo, malinconiche e pensierose, danno corpo in chiusura dell’esposizione al concetto della bellezza senza tempo, splendidamente terrena e contemporaneamente capace di innalzarsi verso incantate regioni. Forse possiamo ancora dire, con Dante, che nella loro bellezza sembrano “una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare”?

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