“Mamma, anche John Lennon è stato adottato!”, strilla mia figlia di 12 anni da sotto la coperta sul divano.
Da qualche giorno è immersa nella lettura del volume Adottato anche tu? Allora siamo in due! … o forse di più!, scritto da Sonia Negri e Sara Petoletti e pubblicato recentemente da Ancora Editrice. In realtà Babbo Natale lo ha lasciato sotto l’albero per me, ma mia figlia è stata subito attratta dal titolo e ha iniziato a sfogliarlo. Abbiamo iniziato a leggerne qualche pagina insieme, ma poi si è talmente appassionata alla lettura che spesso la trovo, complici questi giorni ovattati di vacanze natalizie, sdraiata sul divano, sotto la coperta, con il libro in mano. E la cosa non mi dispiace affatto perché una delle maggiori difficoltà di mia figlia, come di tanti bambini e ragazzi adottati, è legata alla mancanza di autostima e scoprire che tanti personaggi noti hanno iniziato la loro vita in salita e poi hanno raggiunto i loro obiettivi può essere sicuramente incoraggiante.
L’elenco è davvero sorprendente e spazia nei più diversi campi: dal mondo dello sport alla musica, dal cinema all’informatica, passando per la politica, la filosofia e la letteratura. Ed è divertente scoprire quali e quanti sono questi personaggi (di alcuni non ne avevo proprio idea!) e leggere le loro storie: il biblico Mosè salvato dalle acque, Steve Jobs, Marilyn Monroe, John Lennon, Eric Clapton, Nelson Mandela, Edgar Allan Poe, per citarne solo alcuni tra i più noti…
Ci sono anche personaggi contemporanei, a noi certamente più vicini, la cui storia è ancora in evoluzione e con cui i ragazzi si possono forse più facilmente identificare, come Mario Balotelli o il giovane cantante Leiner Riflessi. Nel libro ci sono anche delle interviste ad alcuni personaggi che si sono messi in gioco, rendendosi disponibili a riflessioni importanti sulla loro storia personale e su cosa significhi o abbia significato per loro l’essere stati adottati. Perché, come si legge nella postfazione al volume di Francesco Vadilonga, la chiave del benessere per questi ragazzi è “trovare il proprio posto nel mondo, integrando il passato con il presente, mettendo insieme i diversi pezzi della loro vita, facendo i conti con i vissuti dolorosi, di rabbia, di abbandono, e trovando delle risposte a domande sul senso della loro storia. È questo uno dei compiti fondamentali dell’adozione: trasformare, attraverso la narrazione, la storia avversa del bambino in informazioni che siano supportive l’autostima e la crescita psicologica”.
E l’importanza del passato sta proprio alla base del celebre discorso pronunciato da Steve Jobs (un adottato che è riuscito alla grande a realizzare i propri sogni, facendo a sua volta sognare milioni di persone nel mondo), il 12 giugno 2005, davanti ai neolaureati dell’Università di Stanford: “Oggi voglio raccontarvi tre episodi della mia vita. Tutto qui, nulla di speciale. Solo tre storie. La prima storia parla di ‘unire i puntini’. Ho abbandonato gli studi al Reed College dopo sei mesi, ma vi sono rimasto come imbucato per altri diciotto mesi, prima di lasciarlo definitivamente. Allora perché ho smesso? Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma ragazza-madre…”. Il discorso parla della necessità di unire i puntini per trovare il senso della propria vita a partire anche dai vissuti apparentemente negativi: “non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete unirli solo guardando all’indietro. Dovete avere fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire”.
La riflessione sulla propria storia e le domande sul proprio passato sono stimolate e guidate dai due protagonisti del libro: il diciassettenne Gabriel, di origini brasiliane, estroverso e determinato, e la romantica Lily, timida quindicenne con in testa tante domande sulla propria storia. I due ragazzi, che qualche anno fa avremmo definito penfriends e che non si sono mai incontrati, si scambiano in un fitto e coinvolgente carteggio di mail non solo le biografie dei personaggi, ma anche il loro entusiasmo e le loro riflessioni ed emozioni di ragazzi adottati alle prese con la faticosa costruzione della propria identità. I due adolescenti Gabriel e Lily risultano assolutamente credibili e veri grazie all’esperienza maturata negli anni dalle due autrici presso il C.T.A. – Centro di Terapia dell’Adolescenza di Milano, dove esiste un servizio specialistico di sostegno alle adozioni e presa in carico delle crisi adottive, di cui Sara Petoletti è responsabile.