A cosa serve il registro della bigenitorialità

img_2411Per quanto mi costi, talvolta affrontare il tema della separazione di coppie con figli è indispensabile, soprattutto in momenti contraddittori. Non più tardi di qualche mese fa scrivevo amaramente di una sentenza dalla Cassazione che riaffermava il principio della maternal prevalence. Qualche settimana fa il Tribunale di Catania ha rigettato l’indirizzo, come legittimamente è autorizzato a fare. Allora non ho sentito il bisogno di scriverne, di rallegrarmene, perché l’incertezza dei diritti è sempre un male.

A peggiorare la situazione è comparso all’orizzonte anche il tema del registro della bigenitorialità. Aldilà dei proclami, condivisibili o giustificabili, si tratta di uno strumento che permette di annotare formalmente anche la residenza o il domicilio del genitore non “collocatario”. Nella maggior parte delle separazioni, infatti, l’affido dei figli è condiviso, ma la loro “collocazione” prevalente sancisce anche la loro residenza legale. Questo significa che le istituzioni dialogano unicamente con un genitore per tutto quello che riguarda i figli, salute e scuola, ad esempio. Il registro della bigenitorialità permette a entrambi di avere le medesime informazioni.

La mappa dei comuni che stanno adottando il registro è in continua evoluzione. Hanno detto sì città come Verona, Siracusa, Parma e Savona. Altre hanno detto no, Modena e Cesena, ad esempio. Alcune stanno discutendo come Torino e Milano. Insomma il massimo dell’incertezza.

Non mi sono mai avvicinato alle associazioni dei padri separati, probabilmente sbagliando, ma spesso le ho trovate animate da velleitarismo e io non ho mai avuto bisogno di rivincite, ma di tempo e serenità da spendere con mia figlia. Eppure in questo caso il lavoro fatto è parecchio. Anche la geometria delle parti politiche pare un merito per quanto è variabile e spesso inedita. Fratelli d’Italia con M5S, PD con Lega, M5S in solitaria, destra compatta o sinistra riunita. Eppure nonostante le famiglie coinvolte siano molte, il tema dei padri separati è ancora poco rappresentato dalle agende politiche, forse perché sviluppare la bigenitorialità è un costo oltre che uno sforzo legislativo. O forse perché non importa poi a molti.

  • Andrea |

    Il DIRITTO dei bambini a mantenere rapporti con entrambi i genitori è riconosciuto e tutelato da norme già in vigore da anni – IN TEORIA, visto che è DISATTESO con l’utilizzo del termine – inventato – Genitore COLLOCATARIO nel 96% dei casi

    L’obbligo dei bambini a mantenere pertanto un contatto paritario con i propri 2 genitori nonché proprie 2 famiglie è pertanto un SOGNO per quasi tutti, nonostante la Legge esista – la famosa 54/2006) , spesso con la scusa del 0,1% di Genitori violenti (Sarà Vero? E perché mai dovrebbero?)

    Nel 96% i figli vengono così Collocati=Costretti a vivere con 1 solo Genitore , la madre …

    E il padre – Visto che è nato UOMO pertanto non donna- viene abitualmente Costretto a PAGARE (??!)
    UOMO pagherà 1 o Spesso addirittura 2 oboli… 2 specie di premi… Detti MANTENIMENTI alla persona, quasi sempre la donna – essendo i figli collocati solo e sempre alla madre

    Uomo così, ovviamente, è PRIVATO DI TUTTI:
    1) VIVERE SENZA PIÙ I FIGLI in casa
    , 2)a non potersi più permettere , lui, 1 nuova VITA

    N.B.: RILEGGETEVI qui sotto:

    * LEGGE 54/2006 : “in caso di separazione personale dei genitori il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale’

    * Costituzione Italiana – ART. 3
    Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, …

  • Vincenzo P1 |

    in verità non si capisce nulla del tuo commento se non che sia animato da astio nei confronti di chi vuole una vera parità. Poni insieme il problema GIUSTISSIMO di una pari possibilità di entrambi i genitori di vivere la crescita del figlio nonchè il diritto OVVIO quanto SACROSANTO del bambino di avere due genitori, con il problema altrettanto grave delle violenze sui minori. Son due cose totalmente diverse e non è opportuno affrontarle con il velo dell’ideologia. Deludente ma purtroppo frequente è il contenuto nonchè natura del tuo commento

  • Francesca |

    Il diritto dei bambini a mantenere rapporti con entrambi i genitori è riconosciuto e tutelato da norme già in vigore da anni. L’OBBLIGO dei bambini (introdotto tra le pieghe lacunose della legge del 2006) a dover subire un affidamento congiunto anche con genitori violenti/abusanti/maltrattanti per il “principio della bigenitorialità” non esiste in nessuna Dichiarazione o Convenzione nazionale ed internazionale. Sarebbe auspicabile che, chi non abbia approfondito normativa e ripercussioni debitamente oscurate, taccia a riguardo (la strada delle “buone intenzioni” è lastricata di cadaveri). Deludente leggere un articolo del genere su “Il Sole”, privo di qualsivoglia nozione di base e dati reali. Semplicistiche opinioni, su un tema serissimo, che “scaldano e allisciano” gli animi del “sesso forte” (di tutti i colori). Perché? Perché “cane non mangia cane”?… “ignorare” è un verbo che in taluni casi non dovrebbe proprio esistere. Saluti.

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