La materia grigia presente nel cervello delle donne diminuisce di volume nelle regioni implicate con le relazioni sociali quando diventano madri. Lo ha rivelato uno studio dell’Università Autonoma di Barcellona (UAB) e dell’Istituto Hospital del Mar di ricerche mediche (IMIM) in collaborazione con la clinica IVI di Barcellona. Un dato, questo, che contraddice quello riportato nelle ricerche precedenti fatte negli Stati Uniti nel 2010. La cosa curiosa è che, se le ricerche si contraddicono nella biologia, dicono però le stesse cose per quanto riguarda i risultati: in entrambi i casi infatti il cervello viene modificato proprio dalla nascita del figlio – quindi è un cambiamento che non avviene allo stesso modo nel padre, neanche se intensamente attivo nella cura del piccolo – e… ha effetti benefici sulle capacità intellettive e sociali della madre, rese più veloci, efficaci e intuitive.
Lo studio spagnolo appena pubblicato
Il gruppo di ricercatori ha portato a termine uno studio che mette a confronto la struttura del cervello femminile senza e dopo la sua prima gravidanza. Risultato? Lo studio documenta come la gravidanza porti cambiamenti che si mantengono a lungo termine – almeno a due anni dal parto – nella morfologia cerebrale della madre. “Analizzando le immagini della risonanza magnetica si è potuto osservare come nelle donne che hanno avuto la loro prima gravidanza il volume della materia grigia si riduca nelle regioni implicate con le relazioni sociali. Parte di queste regioni si attiva quando la donna osserva l’immagine del suo bebè, in modo che, probabilmente, i cambiamenti corrispondono a una specializzazione del cervello per affrontare le sfide della maternità”, spiega Agustín Ballesteros, direttore di IVI Barcelona. Gli autori hanno messo a confronto le immagini della risonanza magnetica di 25 donne incinte prima e dopo il parto, i compagni di 19 di esse e un gruppo di controllo formato da 20 donne che non erano né sono mai state incinte e 17 loro compagni. Il follow-up è durato cinque anni e quattro mesi.
Nel caso delle ricerche del 2010, questo aumento di capacità era attribuito al moltiplicarsi delle spine dendritiche, essenziali nella velocità di trasmissione delle informazioni tra una cellula e l’altra, mentre la ricerca appena rilasciata rivela una riduzione/ottimizzazione delle risorse in uso. Ossia, come avviene quando in età adolescenziale il cervello umano si riduce di volume perchè si libera di connessioni neurali scarsamente utilizzate e si focalizza sull’uso di quelle veramente utili, nelle neo mamme si verifica, nelle parole di Daniela Galliano, direttrice del Centro IVI di Roma: “una specie di ristrutturazione del cervello con finalità adattive, per aumentare la sensibilità della madre a rilevare, per esempio, volti minacciosi o per riconoscere con maggiore facilità lo stato emotivo del bambino”.
Per un motivo o per un altro, comunque, la natura dota le madri di tutto ciò che serve per difendere la specie umana: solo una cultura che ha dimenticato la ragione per cui esistiamo può trattare questa esperienza come se fosse una malattia.