Ecco le 11 donne che decideranno il destino della Brexit

Undici come una squadra di calcio. Undici donne decideranno il destino della Brexit.  Non saranno sole, per carità: accanto a loro, ci saranno anche 39 uomini influenti. Dov’è la buona notizia, se ancora una volta gli uomini saranno la maggioranza che determinerà il futuro della Gran Bretagna e dell’Europa post-Brexit? E invece la buona notizia c’è, e non è di poco conto: questa volta le donne occupano il primo, il secondo e anche il terzo posto nella classifica delle persone che saranno più decisive per il divorzio tra Londra e la Ue. Questa volta, la linea del comando è tutta al femminile

La classifica è stata redatta da un panel di 18 fra giornalisti e docenti universitari inglesi ed è stata pubblicata da EurActive.com, il media network dedicato ai temi europei con base a Bruxelles. Dai vertici della finanza a quelli dell’industria, dalla leadership poltica a quella sindacale, ecco chi sono le 11 capitane della Brexit

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Theresa May (a sinistra) e Angela Merkel: saranno loro a guidare le danze, la prima in quanto premier inglese e la seconda perché, in qualità di cancelliere tedesco, è oggi il capo di governo più influente di tutta Europa

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Nicola Sturgeon, primo ministro del governo scozzese, non ci sta a uscire dall’Unione europea e con la minaccia di fare la secessione scozzese è una spina nel fianco del premier britannico May

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Patience Wheatcroft, la baronessa che siede alla Camera dei Lord, strenua sostenitrice del Remain: ha giurato che il suo ramo del Parlamento farà di tutto per rallentare l’attivazione dell’articolo 50 del trattato, quello che definisce l’uscita dalla Ue

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Carolyn Fairbairn, direttore generale della Confindustria inglese (Cbi), è preoccupata dei costi della Brexit in termini di crescita economica e posti di lavoro. E’ contraria a chiudere le porte del Paese alla manodopera qualificata proveniente dall’estero

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Sabine Weyand, tedesca, vicedirettore del Dipartimento per il Commercio di Bruxelles: insieme al francese Michel Barnier, guiderà la task force della Commissione Ue che negozierà la Brexit

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Marine Le Pen, parlamentare europea e leader del Front National francese: dopo la Brexit spera nella Frexit per dichiarare morta e sepolta l’Unione europea

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Frances O’Grady, segretario generale della Confederazione dei sindacati britannici (Tuc), è fermamente determinata a far sedere i rappresentanti dei lavoratori al tavolo dei negoziati per la Brexit

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Cecilia Malmstrom, commissario europeo per il Commercio, ha in mano la patata bollente della negoziazione di un accordo di libero scambio economico tra la Gran Bretagna e l’Europa a 27

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Gina Miller, businesswoman britannica fondatrice di Scm Private: è stata lei a presentare il ricorso all’Alta Corte di Londra contro la decisione del primo ministro May di invocare l’articolo 50 del trattato europeo senza sottoporre il procedimento a un voto del Parlamento. Se il ricorso verrà accolto dai giudici, la premier dovrà affrontare una votazione alla camera dei Comuni e a quella dei Lord

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Shriti Vadera, baronessa e presidente del Santander: guida la task force dei principali rappresentanti dei servizi finanziari della City (da Morgan Stanley a Allianz) che spinge per arrivare a una soft-Brexit con ampi margini di movimento in Europa per il sistema bancario britannico